ASI, CHE STRAZIO! Botta e risposta tra la presidente Pignetti e Giuseppe Razzano. Notizia da noi trattata al modo di CasertaCE. Perché noi siamo ancora qua, e già!

29 Settembre 2023 - 19:28

In calce al nostro articolo, il testo integrale della nota della presidente e quello della replica del componente del Comitato direttivo nominato dalla Regione che, siccome invoca trasparenza anche sulle consulenze e sulle assunzioni, rende assolutamente continente la pubblicazione, a fianco a quella della Pignetti alla camera ardente, della foto, sempre pubblicata su Facebook dalla presidente, delle tre donne dell’Asi, cioè lei stessa, la dottoressa De Angelis e dell’impiegata Iolanda Chiuchiolo.

CASERTA (g.g.) Abbiamo scritto tanto sulle cose riguardanti il Consorzio Asi di Caserta, affrontando sempre con grande serenità, rilassatezza, le tante querele, tutte pagate con i soldi pubblici, con quelli usciti dalle tasche degli imprenditori che sborsano tanti quattrini per poter utilizzare quelle aree che, conseguentemente, il settore pubblico dovrebbe gestire in rappresentanza e nell’interesse di ogni cittadino, cercando di spendere il meno possibile e, dunque, limitando, prima di tutto, l’utilizzo di apporti esterni, consulenze di ogni tipo e stando ben lontani dalle vertiginose cifre impegnate per viaggi di rappresentanza, per pernottamenti e chi più ne ha più ne metta, oppure per consulenze legali, arrivate nel 2022, come indicano i Revisori dei conti, all’incredibile cifra di 441mila euro per incarichi legali esterni, attribuiti pur in presenza di un Ufficio legale costituito da dipendenti dell’Asi.

La giustizia ha detto che, in un paio di occasioni, abbiamo sbagliato soprattutto nell’espressione lessicale dei nostri contenuti, condannandoci a pene pecuniarie. Sentenze di primo grado, duramente e determinatissimamente impugnate da questo giornale e dal sottoscritto che lo rappresenta, in Corte di Appello, da cui aspettiamo la fissazione delle udienze che ci vedranno sicuramente, a nostro avviso, scagionati da ogni accusa e, quindi, assolti.

Come, del resto, alla Corte di Appello di Napoli, ho impugnato quella sentenza civile del tribunale di Aversa che mi ha condannato, in una situazione in cui il sottoscritto, per seri motivi di salute e per un’impossibilità conclamata, dimostrabile, di prenderne visione, non ha mai potuto leggere l’atto di citazione iniziale dell’Asi. Circostanza, questa, confermata dal fatto che sempre io non ho provveduto, in quella circostanza, a nominare un avvocato e, conseguentemente, non ho potuto presentare alcun atto di costituzione al cospetto della citazione, con la conseguenza di sviluppare la procedura di un pignoramento della mia quota all’interno della società che al tempo editava CasertaCE, conseguenza di un’azione promossa dalla presidente Pignetti che forse riteneva che il sottoscritto fosse azionista del New York Times o del Coriere della Sera e non il titolare di quote di una poverissima società editrice di un “povero ma onestissimo” da un piccolissimo ma nobilissimo giornale di provincia.

Anche in questo caso ho ragioni fondate per ritenere che la Corte d’Appello non potrà non riconoscere la bontà di tesi difensive che spero potrò far valere, per la prima volta, al cospetto dei giudici di secondo grado.

Per il resto, nelle altre 7, 8 occasioni in cui la Pignetti ha presentato querela, solo richieste di archiviazione. In pratica, una vera e propria barca di soldi, probabilmente siamo vicini ai 100mila euro spesi solo per il sottoscritto, insomma una vera ossessione, finanziata però non dalle tasche della presidente ma dalle casse pubbliche, che la presidente Pignetti ha fatto intascare agli avvocati con la complicità politico-amministrativa dei componenti del Comitato direttivo, i signori Nicola Tamburrino, uomo di Stefano Graziano, Gianni Comunale, uomo di Carlo Marino e Alessandro Rizzieri, uomo di Giovanni Zannini. Va da sè che con questo utilizzo di pubblico denaro, spesi per querelare un giornalista, realmente senza precedenti nella storia degli enti pubblici italiani e forse mondiali, questi avvocati accettassero l’archiviazione. Di qui la presentazione di una serie di opposizioni con conseguente fissazione di altrettante camere di consiglio al cospetto un gip.

Fatta la premessa, piuttosto lunga, ma doverosa come sempre, quando trattiamo cose riguardanti l’Asi di Caserta, ritengo che, chi conosca un po’, anche al di là dei nostri articoli, le vicende di questo ente, possa formulare un giudizio sereno, articolato, logico, imparziale su quello che la presidente Raffaela Pignetti ha scritto nei giorni scorsi, uscendo allo scoperto e rivendicando in prima persona il procedimento amministrativo attivato e, a diversi mesi di distanza, tutt’altro che definito, nei confronti di Giuseppe Razzano, nominato dalla Regione Campania, a rappresentarla all’interno del Comitato direttivo. Una presa di posizione con cui la Pignetti scende di nuovo pesantemente in campo contro De Luca, contribuendo probabilmente anche agli interessi politici del suo amico di sempre, Stefano Graziano il quale, al netto della sua storica relazione con Francesco Boccia, in pratica numero due del Pd, ha bisogno di conquistare, di aggiungere benemerenze al cospetto della segretaria Schleln, che non vede certo di buon occhio il governatore della Campania.

Non vogliamo entrare nemmeno nel merito delle tesi esplicitate dalla presidente Pignetti e da quelle messe nero su bianco, nel corpo della replica, da Razzano. E’ del tutto evidente, infatti, che da un lato si solleva un fumus, vengono prefigurati scenari inquietanti, venga ipotizzata una sordida relazione tra Razzano e l’Asi fondata e puntellata da un conflitto di interessi, da un giro di prestanomi. Questo si chiama fumus. Per quanto riguarda, invece, la replica di Razzano, questa si basa su una valutazione dell’inesistenza di fatti suffragati, certificati e oggettivizzati dalla presenza di atti e documenti da cui si possa costituire realmente la tesi della incompatibilità tra la professione svolta da Razzano e la sua carica ricoperta nell’Asi di Caserta.

Rinunciato, dunque, a un’analisi dei due testi, più approfondita, riteniamo che meriti, al contrario, un’annotazione il fatto che la presa di posizione della presidente Pignetti giunga a strettissimo giro di tempo dalla presentazione, ad opera del consigliere regionale dei 5 Stelle Vincenzo Ciampi, configuratasi come una sorta di copia incartapecorita di un’altra interrogazione, abortito in extremis, ma di cui il testo era già saltato fuori, questa volta parlamentare, pronta ad essere presentata da un partito completamente agli antipodi rispetto a 5 Stelle, cioè da Fratelli d’Italia e che, a suo tempo, abbiamo trattato e adeguatamente commentato.

In mezzo alla interrogazione di Fdi e a quella regionale di 5 stelle, così come si può vedere dalle fotografie che pubblichiamo, si colloca temporalmente la doverosissima, fondamentale visita, resa dalla presidente Pignetti, alla camera ardente, allestita al Senato, per onorare la bara del presidente emerito Giorgio Napolitano. In quel post, che utilizziamo in una delle due foto a corredo di questo articolo, si vede una Pignetti magnificamente rispettosa del protocollo, dentro ad un castigatissimo ed iper sobrio tailleur di colore nero e dietro, ma visibilissimo, l’ex presidente del Consiglio, nonché leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte.

Ora, è anche possibile, per carità, che questi tre elementi siano solamente frutto di casualità e che, dunque, tra di loro non ci sia nessun tipo di interazione, di interdipendenza, né logica e né materiale. Detto questo, però, non è che si può tacciare – magari la Pignetti lo farà, ma, vabbe’, siamo abituati alla sua irrefrenabile emotività – il giornalista di aver comunque fatto notare quella che si configura, quantomeno, come una coincidenza temporale curiosa in una situazione in cui, ci perdoni la presidente Pignetti, lei non è ancora in condizione, oggi – magari un domani sì, perché è del tutto evidente che possieda, in quest’Italia, lo stigma della ministra predestinata – per poter accedere liberamente a quella camera ardente allestita al Senato. E’ entrata ospite di una delegazione. Magari quella del Pd, magari quella dei 5 Stelle. Ma quest’ultimo dettaglio, è semplicemente una nota a margine.

Noi conosciamo un bel po’ di deputati e un bel po’ di senatori grillini. Li conosciamo perché nel 2013 anche CasertaCE, non avendo avuto ancora alcun riscontro in un’attività di governo possibile, ha dato una grande mano a 5 Stelle in quell’elezione in cui il loro consenso cominciò a diventare realmente esplosivo.

E con una certa simpatia, li abbiamo guardati anche in occasione del cappotto senza precedenti che hanno inflitto agli altri partiti, in occasione delle elezioni politiche del marzo 2018. Insomma, qualche amicizia ce la siamo fatta. Ci siamo rivolti a tre di loro che hanno cominciato in queste ore ad esplorare il terreno, garantendoci che entro lunedì, massimo martedì, ci faranno capire se l’interrogazione presentata dal consigliere regionale Ciampi, sia solo farina del suo sacco o sia solo farina del sacco del gruppo consiliare dei 5 Stelle. Oppure, in alternativa, se è successo che Ciampi, in una normale filiera relazionale con le alte figure istituzionali del suo movimento, abbia dato la sua disponibilità a trasformare in iniziativa politica un desiderio che, realizzato direttamente a Napoli, avrebbe di nuovo alzato il polverone sulla posizione di Giuseppe Razzano.

E’ del tutto inutile ritenere che questi tre parlamentari di 5 Stelle possano essere in quale modo intercettati. La risposta ce la daranno e noi la metteremo a disposizione dei nostri lettori, ma anche, naturalmente, della presidente Pignetti se vorrà per una volta, replicare a tono al di fuori della sua usuale e sterilissima dialettica dell’insulto, che però possiede la qualità di farci rilassare per qualche minuti e di farci scompisciare dalle risate finanche di più di quanto non riescano i film di Checco Zalone.

Noi siamo ancora qui e lo saremo fino a quando avremo un grammo di forza per poter difendere – noi sì remando controcorrente, accettando il sacrificio delle vacche magre diventato sistema della nostra vita – le ragioni della legalità e della trasparenza, rispettando da un lato il punto di vista della presidente Pignetti, la quale afferma di aver sempre operato in difesa di questi valori universali, ma, dall’altro lato esprimendo con fermezza il nostro disaccordo, la nostra argomentata divergenza con questo suo punto di vista.

IL TESTO INTEGRALE DELLA NOTA DELLA PRESIDENTE DELL’ASI CASERTA, RAFFAELA PIGNETTI.

“In relazione a quanto apparso negli ultimi giorni su più organi di stampa, sento il dovere di precisare, in qualità di Presidente del Consorzio ASI Caserta, che il procedimento avviato e notificato nei confronti del componente del comitato direttivo di nomina regionale è un legittimo procedimento amministrativo. E ciò alla luce di molteplici fattori.

Il nuovo componente indicato dal Presidente della Giunta Regionale, On. Vincenzo De Luca, svolge da tempo un’attività professionale – che si occupa tra l’altro di cartellonistica pubblicitaria in Campania – che prevede rapporti commerciali sia con enti pubblici sia con società private. Attività che è sovrapponibile con quelle proprie del Consorzio e che ha svolto anche per l’Ente consortile.

Inoltre, non più tardi del 16 febbraio scorso, con delibera n. 28, il Comitato direttivo di ASI Caserta ha deliberato l’avvio di una procedura a evidenza pubblica proprio per l’uso, l’installazione e la manutenzione di impianti pubblicitari e segnaletica direzionale, per un importo superiore ai 600.000 euro.

La nomina del nuovo componente è successiva a tale atto deliberativo, essendo intervenuta nel mese di aprile.  È quindi opportuno eseguire ogni verifica atta a tutelare tutti, compreso chi ha effettuato la nomina, affinché non si incorra in profili di illegittimità o conflitto d’interessi.

Lavorare in un clima sereno, trasparente e legale è l’obiettivo che questo Ente si è sempre prefissato e che questa Presidenza continuerà a portare avanti”.

LA REPLICA DEL COMPONENTE DEL COMITATO DIRETTIVO DELL’ASI, NOMINATO DALLA REGIONE, GIUSEPPE RAZZANO

Leggo con piacere l’intervento del Presidente del Consorzio Asi che si esprime su una procedura aperta nei miei confronti da più di novanta giorni su una mia presunta incompatibilità per la quale il responsabile della trasparenza e dell’anticorruzione dell’ente ha detto di non essere competente e per la quale la Regione (unico soggetto titolato ad esprimersi) ha già chiarito che non sussistono elementi che possano mettere in discussione il mio ruolo.
La presidente richiama una trasparenza, a cui non mi sono mai sottratto. Proprio per questo, per quella trasparenza cara a noi tutti, vorrei sapere come si fa a dichiarare che la mia attività può essere sovrapponibile al ruolo che svolgo nel Comitato Direttivo dell’Asi.
Ricordo a me stesso, per quella trasparenza che piace a tutti, che l’unico rapporto professionale avuto con il Consorzio Asi fa riferimento a delle autorizzazioni di impianti pubblicitari scadute nel Gennaio 2018. Autorizzazioni che non ho mai chiesto che fossero rinnovate ed intestate ad una società che ha cessato l’attività nel dicembre 2020. Non c’è nessun bando o procedura aperta che riguarda la tematica di autorizzazioni per installazione di impianti pubblicitari, poi se qualcuno ha iniziato a fare il mago gli faccio gli auguri per la nuova attività visto e considerato che come non ho chiesto il rinnovo delle autorizzazioni nel 2018 è palese che non parteciperei, con nessuna delle società a me riconducibili, a nessuna procedura che riguarderà la suddetta tematica. Tenuto conto che la pubblica amministrazione si fa per atti, chiedo che vengano pubblicati i numeri di delibere di protocollo che possono attestare che io stia dicendo il falso. Se non ci sono gli atti, non ci sono i bandi, quella della presidente è pura demagogia. Da questo momento non parlerò più di questa vicenda attendendo che il direttore generale chiarisca nei tempi che riterrà opportuno il tutto, riservandomi di rivolgermi alle autorità competenti per la diffusione di calunnie e menzogne che hanno procurato danni d’immagine alla mia persona e alle mie attività. Colgo l’occasione per invitare la presidente ad adottare la stessa trasparenza nell’indicare quali procedure sono state adottate nel periodo di riferimento della sua gestione per assunzioni, incarichi, consulenze e spese di rappresentanza. Sono certo che, da amante della trasparenza, non avrà difficoltà a pubblicarle.