ASL CASERTA. La mano del clan dei Casalesi nei servizi sociali. L’interdetto Capriglione sostituito dai suoi “amici” Gennaro Bortone e Maurizio Zippo

10 Ottobre 2022 - 11:00

La società cooperativa Serena, con sede a Figline Valdarno, è controllata dall’imprenditore del no-profit (!!!) di San Cipriano d’Aversa. Una curiosità: si è ribaltata la situazione rispetto a qualche anno fa, quando il consorzio Nestore andava a sostituire una delle coop di Zippo, a seguito di un’altra interdittiva antimafia delle attività del sanciprianese.

CASERTA/SAN CIPRIANO D’AVERSA (l.v.r.) La permeabilità dell’Asl di Caserta rispetto al potere degli imprenditori dei servizi sociali pesantemente indagati e accusati di essere legati al clan dei Casalesi è ormai talmente eclatante che in ogni atto o documento dell’Asl di Caserta relativo a questo settore emergono situazioni man mano sempre più inquietanti.

L’ultimo caso riguarda l’affidamento dei servizi socio-sanitari per i presidi ospedalieri dell’Asl di Caserta, ovvero quelli di Marcianise, Maddaloni, Sessa Aurunca, Piedimonte Matese, Aversa e quello di Santa Maria Capua Vetere, una gestione revocata al consorzio Nestore di Pasquale Capriglione, a seguito dell’interdittiva antimafia.

Piccolo riassunto. Il 27

maggio la Prefettura di Caserta poggia sul capo di Nestore l’interdittiva antimafia, figlia dell’inchiesta della Dda di Napoli che, grazie anche al lavoro della Squadra Mobile della questura di Caserta, aveva fatto emergere i coltivati interessi nella gestione dei servizi sociali e socio assistenziali del clan dei Casalesi. Una condizione che provoca l’immediata risoluzione dei contratti (servizi sociosanitari negli ospedali e Rsa di Caserta) tra l’ASL di Caserta e la società di Capriglione.

Ma Nestore continua a lavorare in proroga, nell’attesa di un sostituto del consorzio. Nel frattempo Capriglione, però, si rivolge al TAR, ovvero la corte che si occupa delle controversie legate agli atti amministrativi, quello che è, infatti, un’interdittiva antimafia.

Il TAR della Campania rigetta il ricorso di Nestore che, consequenzialmente, porta le sue doglianze al consiglio di Stato. Qui i giudici decidono sospendere il giudizio e attendere quello del tribunale Misure di Prevenzione di Santa Maria Capua Vetere, che doveva rispondere sulla richiesta di controllo giudiziario presentato dall’imprenditore di Carinola.

Con il controllo giudiziario, i contratti stipulati con le pubbliche amministrazioni non sarebbero spirati, ma Nestore avrebbe dovuto vivere sotto un regime di controllo da parte del tribunale. La corte sammaritana ha ritenuto le infiltrazioni della criminalità all’interno del consorzio Nestore troppo chiare, troppo influenti nella gestione. E vista questa decisione, il Consiglio di Stato ha dato torto al consorzio di Capriglione.

In considerazione della tombale interdittiva antimafia nei confronti di Nestore, l’ASL di Caserta deve trovare nuove società che si possano occupare dei servizi gestiti da Capriglione, che aveva vinto le gare milionarie per i servizi socio-sanitari nelle strutture dell’azienda sanitaria locale di Caserta e la gestione della RSA di Caserta.

Già avete potuto leggere (CLICCA QUI) su questo giornale l’affidamento della gestione dei servizi socio sanitari della residenza sanitaria assistita al centro diurno per disabili di Caserta di via De Falco alla coop Filipendo di Gennaro Bortone.

Filipendo e Nestore se non sono la stessa cosa, poco ci manca.

La cooperativa, come detto, è nelle mani di Gennaro Bortone, originario di San Cipriano D’Aversa ma oggi residente a Lusciano, connesso strettamente in affari con Capriglione e indagato nell’inchiesta dell’Antimafia.

Anzi, secondo le intercettazioni della squadra mobile, Filipendo si sarebbe dovuta aggiudicare la gara per la RSA di Caserta e solo un errore nella compilazione delle buste avrebbe favorito Capriglione in questo appalto da oltre 3 milioni di euro.

Secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile, Rino Bortone ha un ruolo centrale nel cartello criminale che gestiva il settore dei servizi sociali tra Caserta e Napoli. Per gli inquirenti, infatti, esistono stretti rapporti professionali tra Bortone e Luigi Lagravanese, Pasquale Capriglione, Orlando Diana e Maurizio Zippo.

Dopo questo inquietante turnover, mancherebbe ancora l’appalto relativo ai servizi socio sanitari negli ospedali.

Anche in questo caso l’ASL ha contattato la società seconda classificata nella gara ufficializzata con la graduatoria di luglio del 2021. In realtà si tratta della terza, perché il consorzio Nestore aveva vinto sì l’appalto per questo servizio, però solo a seguito dell’esclusione della prima classificata, la cooperativa Legami Sociali.

L’azienda contattata per l’affidamento dei servizi socio sanitari per i presidi ospedalieri dell’Asl di Caserta è la Serena società cooperativa, con sede in Figline Valdarno, un luogo che per gli amanti del calcio, è maggiormente noto come la terra in cui è cresciuto l’allenatore Maurizio Sarri.

La società ha accettato la proposta dell’Asl di Caserta e quindi, con una delibera del 23 settembre scorso, l’azienda sanitaria locale della nostra provincia le ha affidato la gestione dei servizi socio sanitari nei presidi ospedalieri di competenza.

Ma la patria del Sarriball non è l’unica casa per questa società.

Infatti, Serena ha un’altra sede in viale Consiglio d’Europa, a Santa Maria Capua Vetere, ovvero la zona nei pressi del bar Cappiello e della gelateria Paletta d’Oro, un’area che ha visto la costituzione di altre sedi, di altre società coinvolte in altre vicende poco chiare.

Il problema principale di questo affidamento è che la cooperativa Serena è citata nell’informativa della Squadra Mobile di Caserta, in quanto appartenente alla galassia delle cooperative controllata da Maurizio Zippo, ovvero il gestore della RSA di Caserta di via De Falco, fino a quando non fu poi sostituito da Capriglione dopo un’interdittiva antimafia ai suoi danni.

Praticamente, negli ultimi anni imprenditori pesantemente indagati e accusati di essere legati al clan dei casalesi, ovvero Maurizio Zippo, Pasquale Caprioglione e adesso Gennaro Bortone, hanno avuto in mano la gestione del centro disabili e RSA di Caserta.

Il precedente passaggio di consegne tra Zippo a Capriglione, avvenuto nella struttura di via De Falco adesso si ribalta nella gestione dei servizi socio sanitari negli ospedali Asl.

Perché la cooperativa Serena in pratica va a sostituire Nestore. E Maurizio Zippo, con una società da lui controllata, secondo le carte emerse dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia, va a prendere il posta di una società controllata da Pasquale Capriglione. Una specie di contrappasso dantesco nei confronti dell’imprenditore di Carinola.

La legale rappresentante di questa Serena è una signora di 78 anni, si chiama Annunziata Iovine ed è nata a San Cipriano D’Aversa, stesso luogo di provenienza di Maurizio Zippo.

Rispetto ai nostri articoli, l’ASL di Caserta guidata dal direttore generale Amedeo Blasotti potrà sempre giustificarsi spiegando che, secondo la graduatoria, questa erano le aziende da contattare.

E, tecnicamente, non è una risposta totalmente sbagliata.

Ma in considerazione del coinvolgimento di tutte queste società che dovrebbero sostituire il consorzio Nestore in un’inchiesta delicata, relativa al rapporto cancerogeno tra la criminalità organizzata, l’imprenditoria e gli affidamenti dell’Asl di Caserta, dalla direzione della struttura provinciale della sanità ci saremmo aspettati un’azione ben diversa.

O meglio, avremmo preferito un’azione ben diversa, perché, dopo l’affidamento la RSA di Caserta alla Filipendo di Gennaro Bortone, anch’egli indagato nella stessa inchiesta che vede coinvolto Caprioglione, per la gestione dei servizi socio sanitari nei presidi ospedalieri casertani non ci aspettavamo nulla di diverso da quello che poi è effettivamente avvenuto.

Resta inquietante, per concludere, la presenza di così tante società coinvolte e accusate di essere un mezzo di guadagno da parte del clan dei casalesi nelle graduatorie dell’Asl di Caserta.

Uno per tutti, il caso raccontato oggi, ovvero della cooperativa Serena, controllata da Maurizio Zippo. Infatti, questa era la terza classificata. E ora su questo servizio dal valore di circa un milione e mezzo di euro sono due le cooperative ritenute centrali nella gestione camorristica delle società dei servizi sociali che hanno potuto operare tranquillamente.

E se l’indagine della Dda di Napoli, supportata dal lavoro della squadra mobile della questura di Caserta, era riuscita a far “allontanare” uno degli imprenditori ritenuti vicino al clan, ovvero Capriglione, l’Asl di Caserta ha affidato lo stesso servizio ad un’altra società, questa volta legata al sanciprianese Maurizio Zippo, ugualmente coinvolto in questa pesante inchiesta.

QUI SOTTO LA DELIBERA DELL’ASL