COVID. “Ho diritto al vaccino”. Donna porta in tribunale l’ASL CASERTA

10 Aprile 2021 - 10:20

D.B. ha presentato ai giudici del tribunale di Aversa-Napoli Nord un particolare ricorso per la tutela cautelare della sua pretesa

AVERSA – Tendenzialmente, la battaglia dei vaccini viene combattuta contro l’avanzamento dell’epidemia, ma, a questo punto, non solo. Può capitare che un soggetto si possa ritenere in diritto di ricevere una somministrazione della dose (più probabilmente, delle dosi, visto che il vaccino unico Johnson & Johnson non pare sia in un numero abbastanza vasto da poter coprire una buona fetta della popolazione) necessaria a creare gli anticorpi per combattere il coronavirus, ma che questa sua pretesa non vada a buon fine. E allora, che fare?

In provincia di Caserta è avvenuto qualcosa di simile e una donna dell’agro aversano, D.B., ha deciso di portare in tribunale l’Asl per ottenere il riconoscimento immediato all’inoculazione del vaccino covid-19. La donna si è rivolta al tribunale di Napoli Nord attraverso un particolare istituto. Infatti, D.B. ha presentato un ricorso ex articolo 700 del codice di procedura civile, la cosiddetta tutela cautelare, la quale prevede che chi ha fondato timore che durante il tempo occorrente per far valere un proprio diritto, lo stesso sia minacciato da un rischio “imminente ed irreparabile“, possa richiedere con ricorso, il provvedimento d’urgenza più idoneo a stoppare le conseguenze negative delle operazioni.

E, come detto, proprio tramite un ricorso al Tribunale con sede ad Aversa che D.B. ha richiesto la somministrazione delle dosi anticovid. Ovviamente, l’altra parte chiamata in causa è l’istituzione che si occupa di vaccinare la popolazione, nel caso di Caserta, l’Azienda sanitaria locale della nostra provincia. Ma per l’Asl, invece, D.B. non avrebbe diritto all’immediata inoculazione della tanto agognata fiala e ha ritenuto corretta la decisione presa dall’Unità operativa complessa delegata e quindi infondato il ricorso. Da qui, il successivo procedimento firmato dal direttore generale Ferdinando Russo, che ha dato mandato ad uno degli avvocati dell’azienda casertana, Carlo Di Marsilio, di costituirsi in giudizio dinanzi alla corte normanna per questo procedimento aperto tramite l’ex articolo 700 del codice.