AVERSA. Il patto della lardiata. I padrini del ribaltone, Graziano il rigatone e Zannini la penna rigata, si accordano in un ristorante di Giugliano su presidente del consiglio e assessore ai Servizi sociali

28 Novembre 2022 - 12:48

Presente anche il sindaco pro forma Alfonso Golia, che ha preso appunti e dovrà rendere esecutivo l’accordo. E Roberto Romano, rischia, ancora un avolta, di rimanere a bocca asciutta.

AVERSA (g.g.) Penne o rigatoni? La lardiata, antico piatto povero della cucina napoletana, li contempla entrambi. Due tipi di pasta e non tre, dunque. Ed effettivamente, davanti alla fumante pietanza – molti grassi animali, non esattamente il massimo per tenere il cervello vigile e vispo – servita un po’ di sere fa in un ristorante di Giugliano, non c’erano tre persone, bensì due: Stefano Graziano in rappresentanza dei rigatoni e Giovanni Zannini in rappresentanza delle penne, pare non lisce, ma, a loro volta, rigate. Il terzo era lì per far numero e per registrare le decisioni assunte dal consigliere regionale e dal neo parlamentare del Pd, padrini del ribaltone al Comune di Aversa, grazie al quale la maggioranza uscita dalle elezioni amministrative del 2019 e legittimata dal voto popolare è stata sostituita da un’altra maggioranza, nella quale chi ha perso le elezioni, cioè i vari Sagliocco, Innocenti, la Turco, Roberto Romano e Olga Diana, gestisce il potere con buona pace del popolo sovrano.

Dunque, Alfonso Golia, sindaco politicamente pro forma della città di Aversa, ha preso diligentemente nota dell’intesa tra Graziano e Zannini, i quali, naturalmente, hanno parlato dell’unica cosa su cui esprimono eccellenza: la spartizione delle poltrone.

Dopo le dimissioni, tutto sommato coraggiose e a reddito politico zero, rassegnate da Carmine Palmiero, sulla poltrona di presidente del consiglio comunale la maggioranza non era riuscita ancora a trovare un accordo, proprio a causa dell’interdipendenza di questo passaggio con l’incontinente desiderio di Sagliocco, Turco, Innocenti, Diana, Romano e compagnia di mettere le mani anche sui Servizi sociali.

Ora, con il patto della lardiata, l’accordo c’è. E pare che, alla fine, salomonicamente, il ristorante di Giugliano abbia portato a quel tavolo una porzione di rigatoni e una di penne, per sancire l’intesa tra Graziano e Zannini: Marco Girone, propaggine diretta di Marco Villano e di Stefano Graziano, sarà eletto a presidente del consiglio, mentre dopo un anno, un anno e mezzo di voci più o meno incontrollate, l’assessore ai Servizi sociali, Luigi Di Santo, sarà silurato e sarà sostituito da un nome proveniente dall’area zanniniana. A proposito di ribaltonisti, Roberto Romano, eletto con 5 Stelle e gratificato con molte attenzioni, anche materiali, da parte di Zannini, scalpita da tempo per ottenere un posto in giunta. Al riguardo, si è parlato anche del suo socio professionale Luigi Folgani, la cui moglie, Daniela Sgulò ricordiamo, è stata assunta durante questa amministrazione, dalla Publiparking, concessionaria dei servizi dei parcheggi a pagamento della città (clikka e leggi il nostro articolo in proposito). Ma l’aria che tira, non è favorevole a Romano, visto che gente come Sagliocco, la Turco, come Innocenti, ben difficilmente lasceranno la pietanza prelibata dei Servizi sociali a quello che, tutto sommato, considerano un rompiscatole, sicuramente un utile rompiscatole, perché senza di lui i numeri della maggioranza non ci sarebbero più, ma pur sempre appartenente ad una categoria di comprensione di un certo modo di far politica di rango nettamente inferiore a quello da loro espresso.