AVERSA. La tanghéra litiga in chat con il tánghero Romano su diplomifici di famiglia e sui 3mila euro grande Pablo Moreno, detto tango ‘cugnizzo

1 Gennaio 2022 - 13:42

AVERSA (g.g.) – Clotilde Criscuolo è una vera tanghera e, gentilmente, non cominciate a fare i coglioncelli con il vostro spirito di patata e i vostri ammiccamenti. E non datevi di gomito, coltivando la vostra conoscenza che arriva a malapena all’avanspettacolo perché mai come in questo caso, tra l’epiteto e la virtù, passa l’apparente sottigliezza ortografica di un accento, di una parola sdrucciola che si distingue da una piana .
Clotilde Criscuolo è una tanghera con l’accento sulla e, cioè una estimatrice, una sostenitrice e, probabilmente, anche un’ interprete diretta di una delle più note, forse la più nota danza di popolo che esiste al mondo, quella del popolo argentino, dei descamisados di Evita, e non una tanghera sdrucciola, con l’accento sulla a, cioè l’omologa di una cafona in quanto coatta di talento e di espressione. Essere un vero tanghero o una vera tanghera con l’accento sulla a, pardon sulla e, vuol dire, invece, toccare il senso di una cultura popolare, innalzata al rango nobile di emblema di uno stilema della passione caliente, divenuti simbolo della cultura universale, al punto che l’Unesco ha dichiarato il tango argentino patrimonio immateriale dell’umanità in quanto prassi, espressione, rappresentazione riconosciuti da importanti ed estesi gruppi umani come un proprio, prezioso patrimonio culturale di storia e di identità.
Conseguentemente, non può stupire se questo patrimonio universale diventi naturale estensione cognitiva (della serie, va da sé), di Clotilde Criscuolo, le cui benemerenze di sensibilità è inutile declinare, avendole sintetizzate in unum la decisione dell’illustre accademico Mariano D’Amore di sposarla. Per cui, non ce ne voglia il consigliere Romano, ma al di là del fatto che in una concione con lei, non c’è dubbio che Clotilde Criscuolo abbia ragione a prescindere, non si possono certo paragonate i 3mila euro del contributo che il Comune ha dato all’associazione di sua sorella e di sua nipote (

CLIKKA QUI E LEGGI) con i 3mila euro attribuiti a …….., re del tango nostrano, ammirato dalla Criscuolo, che ne diventa musa, postando ammirata nel suo profilo Facebook una sua esibizione, nella quale accompagna l’esibizione un po’ principiante in verità, (ma tranquilli con la guida di……. si faranno), di due ballerini aversani. E allora, caro Romano che brancola nel buio della insensatezza, lei non può pensare di rispondere villanamente alla Criscuolo che, giustamente, protesta perché non è decente che uno, solo perché consigliere comunale di maggioranza, debba ottenere un finanziamento per la sorella e la nipote. E poi, Romano Romano, quel riferimento malandrino all’attività professionale del papà della Criscuolo, alla stimatissima scuola di recupero indifferenziato degli ingegni normanni, che lei sbrigativamente e rozzamente, consigliere Romano, ha definito diplomificio, sulla scia del servizio di Striscia sulla grande accademia di Teverola, nella quale impartiscono le loro lezioni i due intellettualoni Biagio Lusini e
…Sasso.
Davanti al tango di Diego Moreno, infatti, Romano deve togliersi il cappello, perché le dico una cosa, consigliere sempre con meno stelle a illuminarla, dicevo le dico una cosa per provare a risvegliarla dal sonno della ragione: aumm aumm, le rivelo che all’attenzione dell’Unesco, dopo il sigillo attribuito al tango argentino, potrebbe far diventare patrimonio immateriale dell’umanità anche il tango cugnizzo del maestro Pablo Moreno.
Cugnizzo, con elegante elisione da scugnizzo, congiunzione di culture, la napoletana e l’argentina e mettiamoci pure Maradona che non guasta mai.
Tango cugnizzo, tango scugnizzo: una vera raffinatezza nei sontuosi arrangiamenti, in puro stile Gipsy….Fint, delle rivisitazioni delicatissime, così le definirebbe il grande Christian De Sica, di Maruzzelle e “Chelle là nun sap’ che piacere che m’ fa”.
3 mila euro sono un’offesa per quanto sono pochi di fronte a “cotanto sennò”. La Clotilde ha fatto male a risponderle perché ha iniettato la vaghissima impressione che l’Amministrazione comunale di Aversa si tenga in vita con i miseri oboli e non invece con il saldo modello culturale e morale imposto dal consigliere regionale Giovanni Zannini, che, ci pare, sia professore di Semiotica in diverse università americane, e che ha in Clotilde Criscuolo una solida e preziosa custode.