AVERSA. L’INUTILE IDIOTA: per Gianluca Golia, quello di Stabile è un modello da seguire
25 Aprile 2019 - 12:42
AVERSA – Il buon Gianluca Golia riuscirà, con ogni probabilità, a cogliere un obiettivo culturalmente significativo, se non addirittura importante.
Attraverso le dichiarazioni che sta sciorinando in queste ore, inaugurerà una nuova categoria a marchio Doc, nel senso che i commentatori del tempo, tra cui vogliamo anche noi annoverarci, lasceranno una traccia indelebile di una definizione rispetto alla quale i posteri non nutriranno alcun dubbio di autenticità.
Ad Aversa non sta nascendo l’uomo nuovo.
Per carità, in quello che vediamo non c’è nulla di rinascimentale, men che meno di illuministico.
Ad aversa sta nascendo, invece, un “inutile idiota”, gemmazione dell‘utile idiota.
Sul termine, a differenza del passato, non c’è alcun dubbio, né esegetico né filologico.
Per cui, nel tempo di oggi non si svilupperà alcun dibattito tra gli storici sul fatto che Lenin abbia scritto o non abbia scritto, abbia coniato o non abbia coniato questa definizione, riferendosi ai simpatizzanti occidentali del comunismo.
E nessuno si metterà a ragionare in termini etimologici sulla corrispondenza tra l’utilizzo della parola “sordomuti” e quella di “idiota”, peraltro attinenti, se non addirittura sovrapponibili sin dal tempo degli antichi egizi.
Perché l’utile idiota diventava, senza volerlo, una quinta colonna dei comunisti del Komintern, mentre l’inutile idiota finisce per non servire a nulla anche ai burattinai di oggi.
Gianluca Golia non potrà rimanerci male se noi associamo proprio lui a questa nuova definizione.
Questo dichiara testualmente stamattina: “A mio avviso, Stabile rappresenta un politico di razza. Capacità acquisita sul campo dopo tanti anni trascorsi nella politica attiva. Come tutti, anche lui, per arrivare a quei livelli (sic!) ha avuto un inizio che noi (plurale maiestatis? ndd), proprio da quel punto zero vogliamo partire per iniziare un percorso di ricambio generazionale. Ovviamente, resta un competitor molto forte ed è questo quello che ci stimola ad impegnarci ulteriormente”.
Insomma, il faro, il sole, il punto di riferimento di Gianluca Golia si chiama Peppe Stabile.
A memoria d’uomo, o meglio, più modestamente a memoria nostra, non avevamo mai visto una cosa del genere. Un candidato sindaco che aspira a vincere che si consegna adorante a quello che dovrebbe essere il suo avversario più forte.
La nascita della candidatura di Gianluca Golia è avvenuta perché lui è fatto così. È un ingenuotto, e dunque nell’accezione più larga dell’utile idiota, entra a far parte nel novero di quelli messi in un posto da abili burattinai.
Una percezione che questa intervista finisce per modificare, anzi per superare completamente, aprendo al nostro spazi di esplorazione culturalmente e politicamente incontaminati.
Per cui, a Pasquale Giuliano, a Nicola Golia, alla Lega, a quel simpatico filibustiere di Rosario Capasso, la situazione rischia di sfuggire di mano. Per un motivo, però, diverso e paradossale rispetto alle modalità usuali che spesso trasformano quello che doveva essere un utile idiota in un politico non più controllabile e con la capacità o la pretesa di muoversi autonomamente dai suoi burattinai.
Per la prima volta lo stato di sordo e di muto che Lenin secondo alcuni biografi appiccicava addosso ai simpatizzanti dell’Unione Sovietica in Occidente sfonda il limite, la misura stabilita dalla visione del fondatore dell’Unione Sovietica.
Va al di là al punto da autoneutralizzarsi e trasformando l’utilità in effetto di inutilità.
Per l’appunto, “l’inutile idiota”.