AVERSA. L’OMICIDIO DI SAN LORENZO. Dai telefonini e dal triangolo dei messaggi WhatsApp tra vittima, assassino e presunta donna contesa. La verità sul movente

30 Settembre 2023 - 13:51

Il militare o ex militare, residente a Casal di Principe. è recluso in un penitenziario civile. I congiunti di Paolo Menditto negano che questi avesse ancora una relazione con l’ex fidanzata, divenuta poi la compagna o a sua volta la fidanzata di Paolo Scarano

AVERSA – Lo scenario, purtroppo, è quello di un degrado antico che l’insediamento della facoltà di Architettura dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, non è riuscito ad affrancare e nemmeno a migliorare. Il rione San Lorenzo e le palazzine ex Unrra Casas che in questo insistono sono da sempre delle vere e proprie bombe a orologeria, un ghetto che difficilmente potrà essere riscattato se non si procederà a una delocalizzazione delle residenze, il che rappresenta una prospettiva ai limiti della fantascienza.

Dentro e attorno a quelle palazzine fioriscono tanti traffici illeciti, di cui nessun giornale parla. Una situazione che magari fa pensare che le cose stiano migliorando. Poi succedono fatti come quello di tre giorni fa, un omicidio efferato e consumato con ben 19 coltellate e ci si rende conto che non è così.

Si dirà: omicidi come questo possono capitare e capitano anche nei quartieri cosiddetti borghesi. Okay, è così. Ma l’episodio in sé per sé acquisisce un valore rispetto allo scenario che abbiamo descritto nel momento in cui vengono chiariti i motivi e definito il contesto dentro al quale un fatto di sangue è maturato.

Qui c’è una storia di degrado, probabilmente di tossico dipendenza. C’è una donna di Aversa, fidanzata e compagna prima della vittima Paolo Menditto e successivamente del suo assassino, il militare o ex militare Paolo Scarano, residente a Casal di Principe e detenuto subito dopo essere stato catturato dagli uomini della polizia di stato del Commissariato di Aversa nella stazione ferroviaria della città normanna. Ed è questa donna, suo malgrado, ad essere diventata movente dell’assassinio. Paolo Scarano riteneva che la fidanzata non avesse interrotto o comunque avesse ripreso il rapporto con Menditto. Una circostanza, questa, categoricamente smentita, nelle ultime ore, dalla famiglia della vittima, ritrovata in una pozza di sangue nella sua casa, dai vigili del fuoco di Aversa, allertati dalla sorella che non riusciva a mettersi in contatto con suo fratello con conseguente mobilitazione e intervento della polizia di stato, agenti del commissariato coadiuvati da quelli della polizia scientifica accompagnati, purtroppo inutilmente, da medici e infermieri del 118. L’omicida è recluso un penitenziario civile, probabilmente quello di Santa Maria Capua Vetere, e questo lascia pensare che non fosse più un militare in servizio.

Se la posizione della famiglia della vittima è quella che abbiamo appena descritto, gli inquirenti, che lavorano sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il tribunale di Aversa – Napoli Nord, sperano che a chiarire i fatti e il movente siano le tracce lasciate sugli smartphone di Paolo Menditto e di Paolo Scarano, entrambi sequestrati e già a disposizione dell’autorità giudiziaria. Forse da li si capirà se l’argomento della relazione con questa donna avesse alzato il livello di tensione tra due persone che comunque si conoscevano, come dimostra il fatto che lo Scarano è entrato tranquillamente e probabilmente bussando nella casa di Paolo Menditto anche se c’è qualcuno che ipotizza che la docile apertura della porta di quell’appartamento sia stata legata proprio al fatto che Menditto fosse sicuro che dietro alla stessa ci fosse quella donna. Importante sarebbe anche il ritrovamento dell’arma del delitto. Non è escluso che Scarano, incastrato dalle immagini delle telecamere, decida di collaborare con gli inquirenti e lo faccia ritrovare. Certo è che nel momento in cui risultasse chiaro che, lui, quel coltello, lo ha portato con se entrando nella casa di Paolo Menditto, il rischio di una incriminazione per omicidio premeditato sarebbe molto alto.

Continueremo a seguire questo caso a partire dalla questione del movente su cui si articolano molte supposizioni ancora prive di dettagli che l’analisi di eventuali telefonate e di eventuali messaggini WhatsApp, Telegram o inviati attraverso altri canali di messaggeria potrebbero chiarire sull’asse costituito da Paolo Menditto, tra le altre cose nipote di Gennaro Sfoco, pregiudicato per usura con metodo camorristico, e da Paolo Scarano ma anche su quello he entrambi hanno potuto avere con al presunta donna contesa.