Beccato a lavorare “in nero” ma è il cugino del titolare: riapre autofficina
1 Agosto 2025 - 13:47

Accolto dal Tar il ricorso presentato dal titolare contro l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Caserta
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TEVEROLA – La sesta sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, presieduta da Angela Fontana, si è pronunciata sul ricorso presentato da Pasquale Di Martino, titolare di una autofficina di Teverola, contro l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Caserta che ha disposto la sospensione dell’attività commerciale esercitata dal ricorrente a seguito di un sopralluogo della guardia di finanza presso l’officina nel corso del quale è stata riscontrata la presenza di una persona estranea “a manovrare il ponte di sollevamento delle autovetture posto all’interno dell’officina” e per la quale è stato accertato che non sussisteva un formale rapporto di lavoro
Avverso tale provvedimento ha proposto ricorso il titolare dell’autofficina lamentando la legittimità dell’atto impugnato. Nel caso di specie la persona ritrovata dalle fiamme gialle a manovrare il ponte di sollevamento sarebbe un cugino del ricorrente operaio della Stellantis Europe al quale, Pasquale Di Martino, aveva semplicemente richiesto di operare una verifica della propria auto.
Per il Tar il ricorso è fondato poichè “il verbale di sospensione dispone che quest’ultima produca effetti sino alla regolarizzazione del rapporto di lavoro con la persona illegalmente impiegata. Nel caso di specie il soggetto non può essere individuato come lavoratore irregolare poichè cugino del ricorrente e dipendente della Stellantis Europe. Ciò determina l’impossibilità del ricorrente di regolarizzare la posizione lavorativa del parente e ciò di per sè fa venir meno gli effetti della sospensione”.