Cocaina a fiumi targata Belforte nel night LE VENERY. Ecco chi la portava e l’alchimista Pasquale Buttone
1 Gennaio 2019 - 18:18
MARCIANISE (g.g.) – Quando si lavora alla lettura e all’analisi delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, s’incrocia spesso una parte molto interessante nel momento in cui un pentito accompagnata il riconoscimento di una foto all’interno di una serie di immagini che vengono mostrate con dei commenti e delle chiose che svelano dei retroscena dei fatti non conosciuti da chi racconta le vicende della camorra casertana, marcianisana in questo caso, da anni.
Non consideravamo il conosciutissimo night “Le Venery”, che si è affaccia da anni, richiamando i cultori di un certo tipo d’intrattenimento con i suoi neon lungo il Viale Carlo III, a San Nicola la Strada, sostanzialmente nella cosiddetta “Rotonda”, un luogo educande, però sul discorso della droga ci sono sempre state opinioni difformi. C’è chi diceva che il passo tra l’intrattenimento del night alla prostituzione e poi alla vendita interna degli stupefacenti era reale e strutturalmente presente in ogni serata organizzata in quel locale fino all’alba del giorno dopo e c’è chi credeva che si trattassero di ricostruzioni eccessive fondate su uno stereotipo che deve collegare ritualmente un locale di quel tipo alla criminalità organizzata.
La risposta definitiva, a meno che Giuseppe Grillo non racconti balle, cosa improbabile, ce la fornisce il nipote dell’imprenditore Angelo Grillo, anche lui in carcere da tempo e con pesanti condanne sul groppone, tra cui l’ergastolo.
“Gennaro Barca, detto Barcatella, vendeva la cocaina all’interno del locale (Le Veneri). So queste cose perché io personalmente in alcune occasioni gli ho consegnato la droga acquistata da Giovanni Pontillo”.
Ma non è solo quella di Gennaro Barca la foto che Giuseppe Grillo riconosce, ci sono altri nomi: Carmine Amoriello, Andrea Bizzaro, Amedeo Belvisto, Giulio Ciano, Simmaco Coppola, Pasquale Buttone. Per quanto riguarda la foto di Pasquale Marotta, pur visionandola afferma di non averlo mai conosciuto. Ci sono poi dei commenti su foto e immagini dei personaggi appena citati che potrete leggere soffermandovi qualche minuto sullo stralcio dell’interrogatorio.
Un altro passaggio che abbiamo ritenuto di dover segnalare è quello relativo a Pasquale Buttone, “molto abile – racconta Grillo – nel trasformare la cocaina in crack.” Pasquale Buttone veniva pagato in dosi di crack e prestava la sua attività su fronti criminali diversi da quelli ascrivibili a Grillo. Specificatamente con Giovanni Pontillo e Aniello Bruno, anche se la combriccola era sempre la stessa.
Anche su questo passaggio si può meglio approfondire col docume
nto che pubblichiamo in calce.