CAMORRA & CEMENTO. Ecco come un pentito ha salvato la vita a un imprenditore, condannato a morte dal nuovo boss

10 Aprile 2025 - 13:50

Palumiello aveva deciso, anche in contrasto con i maggiori referenti del gruppo Bidognetti. I cantieri di Lusciano, l’estorsione ad un altro imprenditore, stavolta di Villa di Briano, che lavorava in connessione con l’obiettivo del clan dei Casalesi

CASTEL VOLTURNO/LUSCIANORaffaele Iuliano, 52 anni, di Aversa, e Mirko Traettino, 37enne di Villa di Briano, sono i due imprenditori maggiormente coinvolti come vittime delle attività criminali del gruppo dei bidognettiani, colpito dalla recente ordinanza di custodia cautelare, firmata da un gip del tribunale di Napoli, su richiesta della DDA, a seguito delle indagini realizzate dal reparto Investigativo del gruppo carabinieri di Aversa, che ha portato all’arresto di sei persone, tra

cui il noto imprenditore Antonio Lupin Fusco.

Iuliano e Traettino erano collegati nelle loro attività professionali. Il primo ha rischiato di essere ucciso per ordine di Nicola Pezzella, detto Palummiello, soggetto che, secondo il collaboratore di giustizia, Antonio Lanza, si era costruito una forte reputazione criminale grazie agli anni passati in carcere senza batter ciglio.

Le propalazioni di Lanza, il quale ha deciso di collaborare con la giustizia, sono servite ad evitare che l’incolumità dell’imprenditore Iuliano fosse messa a serio rischio.

Nel momento in cui il pentito racconta ai magistrati della DDA di Napoli di essersi allontanato da Nicola Pezzella, con il quale aveva stabilito un contatto diretto nel corso di una riunione, tenuta in un non meglio precisato luogo di Lusciano (il nome dell’ospitante è omissato), decise di allontanarsi da Palummiello, divenuto il referente degli Schiavone proprio quando venne a sapere del piano omicidiaro di quest’ultimo.

E questa, in effetti, è una vicenda che rovescia che modifica le storiche attitudini del clan dei Casalesi, nel quale i bidognettiani come Lanza hanno sempre avuto posseduto una stimmate di violenza superiore a quella degli Schiavone.

Fatto sta che subito dopo le dichiarazioni rilasciate da Lanza il 2 febbraio del 2023, l’imprenditore Raffaele Iuliano è stato messo sotto scorta.

Iuliano è sempre stato un osso duro per il clan dei Casalesi, se è vero come è vero che l’uomo già nel 2021 aveva denunciato un tentativo di estorsione

Per quanto riguarda i rapporti tra Iuliano e Traettino, anche quest’ultimo oggetto di estorsione, l’imprenditore di Aversa era il committente dei lavori a Lusciano che la società del 37enne stava operando.

Ed è proprio sul cantiere in questione che due uomini, secondo la denuncia presentata da Traettino, la mattina del 25 ottobre 2022 hanno detto agli operai di fermare i lavori perché bisognava “mettersi a posto”. Dopo aver cercato questi due soggetti, Mirko Traettino aveva poi raggiunto a Parete Nicola Garofalo, detto Badoglio, esponente storico dei Bidognetti, coinvolto anche nella vicenda dell’estorsione ai parcheggiatori dei lidi di Castel Volturno con Antonio Lanza.

Sempre analizzando quanto denunciato da Traettino, Badoglio inizialmente faceva capire che di questa storia non sapeva nulla, per poi dire all’imprenditore che il clan ha deciso che “devono pagare tutti quanti e quindi anche le imprese edili“.

Nel pomeriggio, poi, Traettino e Garofalo si rincontrano e il camorrista gli conferma che deve pagare, aggiungendo un dettaglio inquietante che, poi, probabilmente è stato la causa scatenante che ha portato il 37enne a denunciare.

Badoglio spiega che si deve pagare perché Gianluca Bidognetti, figlio di Cicciotto e ormai boss del clan, è in carcere e chiede soldi. Ma non solo, viene specificata una cifra a grandi linea, ovvero 5-6000 mila euro. E Garofalo spiega che “bisogna pagare” perché “se uno non paga rischia di essere sparato” o di avere qualche dispetto sul cantiere e sui mezzi. “Gli operai non stanno sereni“. Evidente il concetto: paga quanto chiesto.

Traettino il giorno dopo avrebbe dovuto incontrarsi, presumibilmente per pagare quanto richiesto, con Garofalo e Nicola Gargiulo, il referente dei Bidognetti a Lusciano e anche lui arrestato lunedì. L’appuntamento non ci sarà perché Traettino deciderà di denunciare tutto ai carabinieri.