CAMORRA E BUSINESS DEI TAMPONI COVID Interdittiva antimafia per la società controllata da Orlando Diana. Il consigliere regionale Schiano, coinvolto con la moglie, nega e allora noi pubblichiamo lo stralcio

31 Maggio 2022 - 17:00

Avremmo gradito e apprezzato una nota dell’esponente politico di Fratelli d’Italia che, al contrario, soprattutto insieme al suo sodale dell’agro aversano, Gimmi Cangiano, popolarissimo soprattutto sulla piazza di Villa Literno, hanno negato, ovviamente, distribuendo contumelie assortite di questo giornale, colpevole di riportare pedissequamente il contenuto di un atto giudiziario ufficiale, senza confezionare sentenze preventive di condanna.

 

 

CASERTA (g.g.) E’ un dato di fatto, perché la notizia l’abbiamo controllata, verificata più volte, che Campania Emergenza srl, società con sede a Mondragone e di cui è legale rappresentante Maria Santopaolo, ma di fatto gestita dal figlio Leonardo Mirti, è stata colpita da interdittiva antimafia.  Dunque, comincia ad allungarsi l’elenco delle società coinvolte nell’indagine che la Dda sta compiendo insieme alla Squadra mobile della questura di Caserta sulla dinamica ampia e complessa degli appalti pubblici relativi all’erogazione dei cosiddetti servizi sociali, o servizi alla persona che dir si voglia.

Al riguardo Campania Emergenza non c’entra con i servizi sociali, ma è comunque stata indagata, in quanto collegata direttamente, secondo la Dda, a Orlando Diana, imprenditore e già politico di San Cipriano d’Aversa (è stato assessore ai tempi di una delle giunte del sindaco Enrico Martinelli) marito e ovviamente grande elettore (più di 600 voti di preferenza personali) di Giuseppina

Barbato, oggi semplice consigliera comunale, ma fino a gennaio presidente del consiglio comunale di San Cipriano, carica dalla quale si è dimessa proprio a gennaio, poche settimane dopo l’esplosione del caso giudiziario che ha coinvolto suo marito.

Si può dire che Campania Emergenza srl sta dentro ad un filone collaterale dell’indagine. Ma egualmente molto interessante, riguardando, così come abbiamo scritto in un precedente articolo, datato 12 marzo (clikka e leggi) un appalto che l’Asl Napoli3 (zona sud, Torre Annunziata, Torre del Greco, Castellammare, ma anche Nola e qualcosa del Vesuviano) neanche un mese dopo l’esplosione della pandemia del Covid.

Correva l’anno 2020 ed era dunque, il mese di aprile. Orlando Diana aveva in mano, lo sa lui come e perché, questo affidamento d’oro e c’era bisogno di una società che, secondo la ricostruzione fatta dalla Dda, gli facesse da schermo. Dunque, quell’appalto fu aggiudicato proprio a Campania Emergenza, ma gestito dallo stesso Orlando Diana. Essendo emersi rapporti strettissimi, dunque, dalle indagini tra questa persona fisica e questa persona giuridica, la Prefettura ha emesso, come già scritto all’inizio, un provvedimento di interdittiva antimafia.

In questa vicenda viene coinvolto anche il nome di un noto politico campano. E qui, a due mesi e mezzo di distanza dalla pubblicazione dell’articolo in cui, citando testualmente gli atti giudiziari, già prodotti dalla Dda al momento delle perquisizioni del 9 e 10 dicembre scorsi (documenti, peraltro messi tutti correttamente a disposizione degli avvocati difensori degli indagati), riteniamo, prima di tutto opportuno, ma poi, a pensarci bene, addirittura doveroso, precisare un concetto: ci rendiamo perfettamente conto che Michele Schiano di Visconti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, possa essersi infastidito in conseguenza della lettura di quel nostro articolo. Ripetiamo, questo lo possiamo comprendere e, dunque, oggi come allora, rimaniamo a sua disposizione qualora volesse precisare qualcosa o dire comunque la sua nel merito della notizia. Perché quella era una notizia nuda, cruda ma soprattutto assolutamente vera. E se Michele Schiano è infastidito dal fatto che Casertace l’abbia diffusa, noi siamo ancora più infastiditi da un altro fatto, e cioè che lui e un po’ di comparielli assortiti che lo circondano, soprattutto in agro aversano (vero Gimmi Cangiano?) sputino veleno, e fin qui nulla da dire, ci siamo abituati, ma anche sciocchezze (ed è questo che ci infastidisce, la manipolazione della verità) mettendo in dubbio la fondatezza della notizia. Lo dice a chiacchiere, però, Schiano, perché se lui fosse stato convinto che Casertace fosse il diffusore di un’informazione falsa, avrebbe già presentato querela, anche se va detto, i 90 giorni canonici per formalizzarla scadono il prossimo 12 giugno, per cui c’è ancora tempo e, tutto sommato, invitiamo Schiano a presentarla all’autorità giudiziaria, così certi documenti li andremmo già a leggere in un’aula di tribunale.

E allora, quel riguardo che abbiamo usato il 12 marzo nei confronti di Michele Schiano e di sua moglie Palmira Fele, quest’ultima beneficiaria, secondo la Dda e non certo secondo Casertace, dell’attività che consentì a Orlando Diana, attraverso Campania Emergenza, colpita, ripetiamo, in questi giorni da interdittiva antimafia, di far quattrini processando tamponi, a quel tempo solo molecolari e anche significativamente invasivi, in un’attività frutto di una gara d’appalto vinta alla Napoli 3 con molte delle azioni esecutive e, dunque, operative svolte, invece, nel perimetro dell’Asl Napoli2, quella governata, nella sede centrale di Frattamaggiore, dai due ben noti manager normanni, il direttore generale Antonio D’Amore da Aversa e “l’ottimo” direttore amministrativo Francesco Balivo da Trentola Ducenta, Franco per gli amici. In questa storia dei tamponi viene fatto anche il nome dell’ex medico dell’ospedale di Nola Leonardo Antonio Napolitano e quello di Raffaella Zagaria, ex consigliera provinciale ed anche ex consigliera comunale di Casapesenna, imparentata con Orlando Diana ma coinvolta (solo) per un tampone ottenuto con corsia preferenziale che però nell’aprile 2020, quando di analisi sul Covid se ne facevano ancora pochissime, non costituiva un fatto del tutto irrilevante.

 

QUI SOTTO LA COPIA ORIGINALE DELLO STRALCIO DEGLI ATTI GIUDIZIARI, NOTIFICATI AI DIFENSORI, IN CUI SI LEGGONO I NOMI DI MICHELE SCHIANO, DELLA MOGLIE PALMIARA FELE, DEL MEDICO IN PENSIONE DELL’OSPEDALE DI NOLA E DELL’EX CONSIGLIERA PROVINCIALE RAFFAELLA ZAGARIA