CAMORRA & MAZZETTE: È EN PLEIN. Tutte le società di Raffaele Pezzella “premiate” dalla Provincia di Caserta e scelte su invito dal solito Palmieri, soldato di Magliocca
13 Novembre 2023 - 16:28
Se noi in pochi giorni, spulciando nei pochi atti disponibili, siamo al secondo affidamento diretto a società ritenute nelle mani dell’imprenditore che il figlio di Sandokan aveva definito “di fiducia”, ci chiediamo se un’operazione ispettiva, la cosiddetta commissione di accesso della prefettura sia necessaria per individuare un’eventuale infiltrazione di businessman pesantemente coinvolti in inchieste che abbracciano camorra e appalti truccati
CASERTA (l.v.r.) – “Raffaele Pezzella ha la disponibilità di numerose imprese, alcune delle quali intestate a lui stesso e altre, quali la COMED S.R.L., CGS SRL, S.C. COSTRUZIONI S.R.L., intestate fittiziamente a terzi e direttamente a lui riconducibili.“
Per la DDA di Napoli, quindi, secondo quanto scrive il gip nell’ordinanza di arresto in carcere di Pezzella e Tullio Iorio, ai domiciliari, invece, l’ingegnere e tecnico di diversi comuni (tra cui Cesa e Caserta) Piero Cappello, erano molte le società gestite in maniera nascosta dall’imprenditore di Casal di Principe che per gli investigatori personaggio
Ma restiamo solo al caso delle tre citate, ovvero Comed, Costruzioni Generali Sud ed SC Costruzioni.
Dato che delle altre due abbiamo già scritto, sia per quanto riguarda gli appalti aggiudicati all’amministrazione provinciale di Caserta, sia per quanto riguarda il comune di Pignataro Maggiore (leggi qui per Comed e clicca qui per CGS), prendiamoci del tempo per raccontare qualcosa su questa SC Costruzioni.
L’impresa che per la DDA è riconducibile a Pezzella, almeno fino al 2020, era gestita dall’amministratore unico, il signor Francesco Di Fiore, 43 anni, che per gli investigatori non è altro che il titolare fittizio della SC, nella mani, invece, dell’imprenditore casalese, come i pm ritengono di aver ampiamente documentato in altri atti d’indagine citati nell’ordinanza.
Della SC Costruzioni, con sede sociale a Roma, ma presente in Terra di Lavoro in maniera importante, ne abbiamo letto proprio poche settimane fa, sempre analizzando gli atti pubblicati dall’amministrazione provinciale di Caserta, guidata da Giorgio Magliocca.
Parliamo dei lavori di messa in sicurezza per la realizzazione di una rotatoria sulla Provinciale 333, nel territorio comunale di Grazzanise.
Così come nel caso della CGS, sempre premiata dall’amministrazione provinciale, anche in questo caso si parla di un appalto con un valore inferiore a 150.000 euro, esattamente lavori dal valore di 120 mila euro.
Questo permette, quindi, al dirigente pubblico di scegliere un’impresa in maniera diretta, arbitraria. E anche in quest’occasione viene premiata un operatore economico nelle disponibilità di Pezzella, come segnalato dalla DDA di Napoli.
La lettera d’invito per i lavori arriva alla SC Costruzioni dall’ufficio provinciale guidato da Gerardo Palmieri il 18 settembre. L’impresa non sappiamo quando mandi la sua risposta (il 4% di ribasso), ma sappiamo che il 29 settembre scorso arriva l’aggiudicazione provvisoria con verbale di affidamento diretto.
Il verbale di affidamento, poi, definitivo sarà firmato il 6 ottobre scorso, un mese e due giorni prima dell’arresto in carcere di Pezzella e dell’esplosione dell’inchiesta che l’antimafia seguiva da oltre tre anni. A firmare la determina è sempre il dirigente del settore Viabilità, il citato Palmieri, che si è occupato anche di parte della procedura che ha visto premiato con affidamento diretto l’imprenditore arrestato mercoledì scorso, ovvero la CGS.
Ora, ci tocca, non possiamo non tirare una linea.
Raffaele Pezzella è in carcere, indagato per aver truccato con Piero Cappello e Tullio Iorio due gare milionarie al comune di Calvi Risorta. Sempre Pezzella e Iorio, poi, sono sotto processo a Santa Maria Capua Vetere, perchè ritenuti corruttori di funzionari dell’amministrazione provinciale. Procedimento che, in rito abbreviato, ha già visto l’emissione di una sentenza di condanna nei confronti del dirigente provinciale in pensione Alessandro Sandrino Diana. Questi due procedimenti, secondo la DDA di Napoli, sono stati compiuti agevolando il clan dei Casalesi, visto che il Pezzella, a detta di diversi pentiti, tra cui Nicola Schiavone, figlio di Francesco Sandokan, che nell’ottobre 2018 lo definisce “un imprenditore di fiducia del clan particolarmente affidabile”.
C’è un altro processo in corso a Benevento, però. In questo procedimento Pezzella è ritenuto corruttore di un funzionario pubblico, dirigente della Provincia di Caserta rimasto clamorosamente ignoto.
In questo quadro, noi di CasertaCE stiamo trovando negli atti dell’amministrazione provinciale di Caserta soprattutto, ma anche nei documenti pubblicati dagli altri enti di Terra di Lavoro, una pioggia di affidamenti, diretti come in questo caso, o tramite procedure di gara più aperte, a società e consorzi che per i procuratori antimafia hanno legami diretti o indiretti, oppure gestiti e gestite da Pezzella.
È possibile che siano tutti figli del caso, scaturiti da un destino beffardo? È possibile immaginare, ragionare sul rischio di una permeabilità dell’amministrazione provinciale di Caserta e di altre amministrazioni locali al potere corruttivo di Pezzella?
Il problema non è il Pezzella in sé, ma un insieme di nomi che, a metterli in fila, destano vera preoccupazione sul destino del denaro pubblico.
Comed, Costruzioni Generali Sud, SC Costruzioni, Co.Bi., Marrel, Gruppo Petrillo, Cogesa, Rilgeo, Infrastrutture srl dei Martino, Mastrominico, Antonio & Antonio Costruzioni S.r.l. dei Palmese.
Tutte queste imprese hanno ricevuto lavori e affidamenti in procedure di gara bandite dell’amministrazione provinciale di Caserta nell’ultimo anno. E tutte queste imprese, coinvolte direttamente o indirettamente, con amministratori indagati e non indagati, in operazioni quanto meno discutibili, se non oltre il limite di quanto prevede il codice penale, sono state citate in ordinanze relative a camorra, clan dei Casalesi oppure per “semplici” casi di corruzione.
Alla Prefettura di Caserta, guidata da Giuseppe Castaldo, ritengono che non ci siano motivazioni, fatti che possano provocare l’istituzione della cosiddetta Commissione di accesso, strumento che la rappresentanza del governo nei territori (ovvero la prefettura) utilizza per verificare la sussistenza di tentativi di infiltrazione o di collegamenti della criminalità organizzata nel contesto di un’amministrazione pubblica? La domanda, a nostro avviso, pare lecita.