CAMORRA & MOZZARELLA. “Gli spezzo le gambe, si guardasse le corna sue e del padre”, così l’uomo di Walter Schiavone minacciava l’imprenditore caseario che vendeva i suoi prodotti anche ad un altro acquirente

9 Agosto 2021 - 13:34

Nei due stralci delle recente ordinanza, evidenziamo ancora una volta la figura di Antonio Bianco, da un lato testa di legno, all’altro dipendente di fatto e pesantemente operativo a tutela del regime di monopolio criminale camorristico del figlio di Sandokan

 

CASAL DI PRINCIPE – (g.g.) Abbiamo messo insieme due fatti, due episodi apparentemente sconnessi tra di loro per evidenziare, da un lato, la centralità della figura di Antonio Bianco, all’interno del meccanismo imprenditoriale, commerciale, che faceva riferimento a Walter Svchiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan, il quale aveva instaurato un regime di monopolio criminale nell’agro aversano, per quel che riguarda l’attività di distribuzione della mozzarella di bufala e di tanti altri prodotti della filiera lattiero casearia.

Antonio Bianco è l’interlocutore unico di due coniugi di Villa di Briano, C.A e G.M., i quali fittano un locale che Bianco adibisce a deposito per l’attività de I Freschissimi. Sulla carta, Bianco, con I Freschissimi non c’entrava nulla, visto che l’azienda in cui il suo nome compariva era la Bianco Latte srl. Però, faceva comunque tutto lui, a dimostrazione, spiega il gip nell’ordinanza recente che ha portato all’arresto di Walter Schiavone e di altri componenti del clan dei casalesi, che Bianco era il plenipotenziario dello Schiavone, riducendo il ruolo di Nicola

Baldascino, sulla carta legale rappresentate de I Freschissimi, ad autentica firma di amministrazione.

Perchè, neppure di testa di legno si può parlare. O meglio, si può parlare di testa di legno con lui se si va a coniare per Antonio Bianco un nuovo termine che riproduca il ruolo che lui svolgeva: testa di legno amministrativa per Bianco Latte, ma dipendente, controllore di fatto delle attività di quest’azienda ma anche dell’altra, quella che teoricamente faceva riferimento a Baldascino, in nome e per conto di Walter Schiavone.

I coniugi di Villa di Briano vengono interrogati e dichiarano di aver fittato quei locali per fronteggiare un problema di necessità economica. Lo stesso Bianco quando, per altri motivi, Baldascino su arrestato, battè in ritirata, cercando di far sparire l’attività più esposta de I Freschissimi nel territorio dell’agro aversano.

I coniugi chiesero il pagamento di tutti i fitti, alla fine arrivarono ad un accordo per il quale si trattennero la cosiddetta caparra, in questo caso, una mensilità anticipata.

Lo stesso Bianco lo ritroviamo protagonista, assolutamente scatenato, quando viene a sapere che un fornitore della provincia di Napoli, cioè Melchiorre Acampora, detto Marco, anzi Marchetiello, sta caricando, allo svincolo di Frignano, lungo la Nola-Villa Literno, in carico di suoi prodotti, a bordo di un Doblò.

Bianco si infuria e minaccia Marchetiello: “Gli spezzo le gambe“, “Gli spacco la testa“. In sostanza, Marco Acampora, il quale “si guadagna” anche altri insulti sulle presunte infedeltà coniugali di sua moglie e della madre (“tutte quelle puttane…inc…una famiglia di puttane…meglio che guarda le corna che ha lui e il padre…inc”), aveva “osato” infrangere il patto di monopolio, stipulato con Bianco e con Walter Schiavone: nell’agro aversano solo Bianco Latte e I Freschissimi avrebbero potuto acquistare, dunque in esclusiva, i prodotti di Zi’ Monaco, evidentemente il nome del negozio e del centro di produzione di Acampora.

Quindi, l’operazione che evidentemente quest’ultimo fa sottobanco, a favore di un certo Letizia che poi Bianco definisce un proprio parente, viene considerato uno sgarro, meritevole quantomeno di una sonora lezione corporale. Inutile dire che ciò muove il pensiero del gip verso una considerazione di uno stato di controllo criminale delle attività economiche, con tanto di contrazione, se non addirittura di cancellazione di un corretto regime di concorrenza, attraverso l’utilizzo dell’intimidazione camorristica e della paura che incuteva ancora il clan dei casalesi.

 

QUI SOTTO GLI STRALCI DELL’ORDINANZA

A definitiva dimostrazione del carattere meramente fiduciario del ricorso al Baldascino, si riportano le dichiarazioni dei coniugi C. A.  e G.M., proprietari del deposito ubicato in via Pietro Nenni di Villa di Briano, scelto da BIANCO e DIANA per ampliare le attività,  a dimostrazione ancora una volta di come fossero questi ultimi due i veri ‘domini’, sempre per conto dello SCHIAVONE, dell’attività:

 

“Le s.i. di C. A., escusso il 15.6.2018:

 

“ ….Omissis…. A.D.R: circa un mese fa si è presentato a casa mia BIANCO Antonio “detto Mammut” abitante in via Ugo la Malfa di Villa di Briano in compagnia di un altro giovane che poteva essere o tale Armandino o Nicola Baldascino, al momento non ricordo. Antonio BIANCO mi chiese di prendere in affitto un locale di mia proprietà ma intestato a mia moglie G. M., sito in Villa di Briano in via Pietro Nenni. Poiché avevo momentaneo bisogno economico abbiamo concordato l’affitto e nella circostanza Antonio BIANCO disse che avrebbe intestato il contratto alla società con la quale lui lavorava ovvero i Freschissimi di BALDASCINO Nicola. Concordammo la cifra di 1000 euro mensili fino a dicembre di quest’anno e da gennaio in poi 1.250 con l’anticipo di due mensilità. In effetti alla stipula del contratto Antonio BIANCO ha versato in contanti due mensilità. Qualche giorno fa si è ripresentato da mia moglie Antonio BIANCO comunicandole che non poteva più proseguire l’affitto del locale e voleva rescindere il contratto di locazione. Mia moglie l’ha invitato a rispettare il contratto anche perché ne derivava un danno economico. Alla fine abbiamo concordato che non avremmo restituito una delle mensilità anticipate e tutto poteva concludersi nella data di ieri 14.06.2018, come da risoluzione che vi consegno in copia.

ADR: In effetti il contratto era a nome di BALDASCINO Nicola, ma il vero gestore dell’attività, almeno per questo mese ovvero da metà maggio ad ieri, è sempre stato Antonio BIANCO.

Ho saputo che BALDASCINO Nicola è stato arresto per possesso di droga solo in data 12 giugno nell’occasione in cui mia moglie si è recata da Bianco Antonio per la riscossione della mensilità ed il Bianco non poteva più proseguire a pagare l’affitto.

ADR: Ho anche saputo che  BIANCO Antonio  ha munito il deposito di un impianto di telecamere.

ADR: Mi sono incontrato ieri pomeriggio con BIANCO Antonio  e mi ha riferito della perquisizione che voi Carabinieri avete effettuato nel deposito.

L’ufficio dà atto di acquisire in copia:

           Contratto di locazione uso commerciale  datato 10.05.2018 a firma di G. M. e BALDASCINO Nicola registrato in data 11.05.2018 presso l’Agenzia delle Entrate ufficio Territoriale di Aversa.

           Risoluzione anticipata del contratto di locazione datata 14.06.2018 a firma di G. M. e BALDASCINO Nicola.

           Registrazione della risoluzione contrattuale datata 14.06.2018

Omissis.

(Cfr. all. n. 78).

 

Le s.i. di G. M., escussa il 15.6.2018:

 

“ …OMISSIS….A.D.R: Agli inizi del mese di maggio si presentò a casa mia BIANCO Antonio “detto Mammut” abitante in via Ugo la Malfa di Villa di Briano, la strada parallela al deposito di mia proprietà ubicato in via p. Nenni. BIANCO venne perché evidentemente aveva notato la tabella AFFITTASI apposta davanti la deposito. Venne da solo e mi disse, presente anche mio marito C.A., che voleva prendere in affitto il deposito. In quell’occasione mio marito gli rappresentò che vi era anche un’altra persona che era interessata al locale. Disse ciò per prendere tempo, infatti appena BIANCO andò via mio marito mi mise in guardia sul personaggio. Nel senso che mi disse che BIANCO Antonio era persona pregiudicata che già era stato in galera e che in paese si diceva che faceva “la droga”. Concordai con mio marito che qualora avessimo regolarizzato il contratto nulla potevamo temere. L’unica cosa che pretese da BIANCO Antonio era che nella mia proprietà non volevo per alcun motivo la presenza dei fratelli C. G., R. e L., persone che io ho denunciato per varie ragioni.

ADR Ho conosciuto BALDASCINO Nicola in una sola occasione  ovvero quando è venuto a casa mia accompagnato da Bianco Antonio per apporre la firma sul contratto d’affitto. Ho saputo solo il giorno 13 giugno u.s. che quest’ultimo era stato arrestato. L’ho saputo da mio marito nell’occasione in cui si è presentato da BIANCO Antonio per consegnargli la ricevuta di pagamento dell’affitto. In tale occasione BIANCO Antonio raccontò a mio marito che a seguito dell’arresto di BALDASCINO voleva rescindere il contratto di affitto.

ADR Il contratto prevedeva la cifra di mille euro mensili fino al prossimo mese di dicembre e poi da gennaio la somma di milletrecento cinquanta più due mensilità anticipate. Quindi BIANCO Antonio mi consegnò all’inizio di maggio la somma in contanti di tremila euro, pari alle due mensilità anticipate e all’affitto del mese di maggio. Io all’inizio avevo chiesto a BIANCO Antonio di pagare l’affitto con bonifico bancario, ma egli mi rappresentò che aveva al momento delle difficoltà e preferiva pagare in contanti.

ADR Il 13.06.2018 quando mio marito è stato informato da BIANCO che voleva rescindere il contratto hanno concordato che null’altro  mi avrebbe dovuto.

ADR Ho sentito telefonicamente BIANCO Antonio circa dieci giorni fa quando gli chiesi di anticipare l’affitto ed egli mi rispose che era impossibilitato. 

Omissis.

(Cfr. all. n. 79)”.

 

-CAPI 1), 4).

 

Sussistono gravi indizi di colpevolezza anche per quanto afferisce al capo 4) della contestazione provvisoria, evocata nel presente procedimento dal P.M. (e al connesso capo 1).

Di seguito, è utile riportare, sempre ai fini di un’esaustiva e compiuta ricostruzione delle vicende in questione, tra il ‘virgolettato’ l’eccellente attività di indagine espletata dalla Pg, cui seguiranno le autonome valutazioni da parte di questo GIP in punto di sussistenza del suddetto comandio indiiario, opportunamente evidenziate, come sempre, con il presente carattere ed accorgimento grafologico:

 

“§   5.6.             I rapporti commerciali della società di Walter Schiavone con le imprese “Zi’ Monaco”, “Caseificio fior di Sorrento” e l’azienda casearia “Iemma” e le relative imposizioni illecite.

 

Dall’attività d’indagine si rileva che BIANCO Antonio abbia rapporti commerciali, per la fornitura di prodotti caseari con la ditta “Zi’ Monaco” di Agerola (NA), attraverso il distributore di zona ACAMPORA Melchiorre, detto Marco. In particolare, è emerso che i prodotti della citata ditta, in  provincia di Caserta, a partire dall’anno 2013 vengono forniti esclusivamente all’impresa del Bianco, il quale si è imposto come rivenditore unico, nei confronti dell’Acampora, al quale è stata impedita la possibilità di ricercare altri rivenditori in favore della ditta rappresentata.

Ritenendo che detta esclusiva potesse essere compromessa, il 6 aprile 2018 Antonio Bianco decide di intervenire nei confronti di Melchiorre Acampora, per chiedere chiarimenti circa alcune informazioni di mercato da lui richieste ad un suo concorrente, notizia questa fornita al Bianco da Nicola Baldascino. Le fonti cognitive sulle circostanze indicate sono date da due conversazioni ambientali registrate in data 6.4.2018, alle ore 6.00, a bordo del veicolo Fiat Panda del Diana Armando, momentaneamente in sosta all’interno del deposito di pertinenza dell’impresa degli indagati”.

 

Le frasi profferite dal Bianco ed evidenziate in grassetto non lasciano adito a dubbi, a parere anche di questo GIP:

 

“Conversazione ambientale registrata sul veicolo FIAT PANDA in uso a DIANA Armando

nr.1005 del 06/04/2018 ora 06:00:00  – R.I.T. 462 /2018 – ( crf all. nr.80)

 

Davide e Nicola rientrano al deposito dopo aver effettuato le consegne dei vari prodotti. Auto in sosta presso il deposito ubicato in San Marcellino, Taversa di Corso Europa…

Lat: 40.997483 / Lon: 14.16 – San Marcellino (Caserta)

INTEGRALE dalla posizione 06.56.02

ANTONIO BIANCO: …adesso viene Marco…questo serve a Marco…che sta fuori la superstrada a Frignano, adesso mi deve dire che sta facendo fuori alla superstrada a Frignano, sta dando la roba ad uno con un Doblò…l’ultimo tipo…si crede che i cristiani non mi chiamano per dirmelo a me…eee…tu solo per me vieni qua, adesso sta dando la roba a qualcuno a Frignano…adesso vediamo a chi la sta dando…pure vuole essere paliato sto cazzo di Marchetiello, vuole essere paliato proprio…vedi…adesso si nega tutto, vuoi vedere

NICOLA BALDASCINO: …inc…

ANTONIO BIANCO: l’ultimo tipo…

NICOLA BALDASCINO: bianco

ANTONIO BIANCO: bianco…inc…

NICOLA BALDASCINO: solo quello lo tiene il furgone…inc…

ANTONIO BIANCO: no…inc…

NICOLA BALDASCINO: inc…comunque ci sta il cognato che sta a cacare il cazzo “torno torno…”

ANTONIO BIANCO: si sta prendendo la roba da Marchetiello?

NICOLA BALDASCINO: non lo so…

ANTONIO BIANCO: la manda direttamente a Marchetiello…si vede che lui glielo ha portato…sà che è cliente mio…se lo ha portato a quello rimane morto lui…tanto quaranta pezzi e quaranta pezzi stiamo prendendo la …inc…me li faccio portare da Marco la mattina vedi facciamo scambio merci…come sta facendo una cosa di queste…adesso stesso dico vattene, vai cammina …inc…tu e lo scemo dello masto tuo…non siete buoni ne tu ne lui…inc…si crede di essere furbo…si crede di essere furbo…io gli spacco la testa…sull’ospedale inc…forse non lo ha capito...tutte quelle puttane…inc…una famiglia di puttane…meglio che guarda le corna che ha lui e il padre…inc…

INTEGRALE DALLA POSIZIONE 06.58.03

ANTONIO BIANCO: adesso lo chiamo glielo dico…dico quando hai finito di fare tutti i cazzi tuoi…dici vieni pure da noi qua la mattina vedi…ah vuoi fare il pazzo Marchetiello…te lo faccio fare io il pazzo a te e questi quattro scemi che conosci vedi…

NICOLA BALDASCINO: inc…

ALLA POSIZIONE 06.58.38 Antonio Bianco contatta al telefono Marco

ANTONIO BIANCO: Marchetiello buongiorno…quando hai finito di fare …inc…ma che aspettate stavi fuori alla superstrada a Frignano…Marchetiello stavi dando la roba ad uno con un Doblò…che hai scassato…la stai dando a Letizia la roba? la stai a dare? a quel ragazzo…al parente mio la stai dando la roba…con il Doblò bianco…scusa a chi la stavi a dare tu la roba?…aeh il ragazzo di Pomigliano veniva a Casale…dai Marchetiello…va bene dai…va bene va bene…va bene dai sto aspettando vedi…ciao…inc…Pomigliano!

 

Conversazione ambientale registrata sul veicolo FIAT PANDA in uso a DIANA Armando

  1. 1006 del 6/4/2018 ora 07:00:00 – R.I.T. 462 /2018 – ( crf all. nr.81)

 

Si ascolta Antonio (Bianco Antonio) in modalità ambientale parlare con Marco (ACAMPORA Melchiorre) che è giunto al deposito…….

 

Antonio gli dice: ne’, tu hai rotto il furgone o stavi dando la roba (prodotti caseari) a qualcuno?…….

Marco risponde: no, stavo a ……

Antonio dice: e che stavi a fare, fuori alla superstrada a Frignano, ne Marco?………Basta che non sono miei paesani, perchè se sono miei paesani mi fai “prendere collera”…….

Marco dice: non ti preoccupare………….

Antonio dice: lo sai che la roba qua, la devi dare solo a me………ho il numero di targa di quel furgone, io dopo me lo chiamo, non ti preoccupare, se è quello di Vincenzo Letizia allora non…..inc……mi prendo collera se è quello, te lo dico in partenza, ditemelo voi…….

Marco dice: no, non ti preoccupare………

Antonio dice: perchè da qua a Casale lo sapete che la devo vendere solo io, se no che me la date a fare…………   

….Omissis….”

 

Si è al cospetto, anche stavolta, a giudiio dello scrivente, di conversazioni, oggetto di attività captativa, particolarmente importanti e sintomatiche, ancora una volta, della presenza capillare sul territorio del cinsesso criminoso in questione: un consesso che obbliga gli altri commercianti a vendere la mozzarella soltanto ad afiliati del clan, tanto che il BIANCO si ‘prende collera’ se i prodotti caseari vengono venduti da ‘Marchetiello’(Acampora Melchiorre) ad altri, poiché egli deve essere l’unico rivenditore autorizzato sul territorio, in particolare nell’agro casertano.

Ed invero, il BIANCO evoca chiaramente i “i cristiani” amici suoi che controllano il territorio e gli danno le notizie sul fornitore “ribelle”, prospetta di picchiare l’Acampora e poi lo minaccia chiaramente nell’incontro di persona  (<<se è quello di Vincenzo Letizia allora non…..inc……mi prendo collera se è quello, te lo dico in partenza, ditemelo voi>>).

Del resto il controllo del territorio evidenziato nelle condotte poste in essere dal Bianco, teso a preservare i suoi interessi criminali, trova riscontro anche in altra circostanza, laddove i fidati collaboratori Davide NATALE e Nicola BALDASCINO, in occasione di una consegna, avendo nutrito il sospetto che i prodotti della ditta “Zi Monaco” potessero essere stati commercializzati attraverso un canale diverso dal loro, si interrogano se il Bianco ne fosse a conoscenza: anche in questo caso le frasi dei due interlocutori sono chiarissime, basti considerare la seguente: <<chi è che ti porta il fior di latte di Zi’ Monaco? così gli spezzo tutte le mani a Marchetiello  Agerola…>>:

 

“Conversazione ambientale registrata sul veicolo FIAT PANDA in uso a DIANA Armando

  1. 2304 del 30/5/2018 ora 09:00:00 – R.I.T. 462 /2018 – (cfr. all. n. 82)

 

Auto ferma presso distributore benzina

Lat: 41.101633 / Lon: 14.252683 – Via Galatina  – Santa Maria Capua Vetere (Caserta)

Integrale dalla posizione 09.05.19 quando Nicola e Davide entrano in auto…

 

DAVIDE: il caffè lo hai pagato?

NICOLA: la porta sempre lui guagliò! …devono parlare con me…

DAVIDE: eh…è cosi?

NICOLA: eee…

DAVIDE: non deve parlare con noi?

NICOLA: eee…

DAVIDE: ahah…

NICOLA: inc…devono parlare con me…

DAVIDE: chi è che ti porta il fior di latte di Zi’ Monaco? così gli spezzo tutte le mani a Marchetiello  Agerola…

NICOLA: e…eee…e…chi glielo porta adesso…

DAVIDE: sempre noi…adesso gli abbiamo portato questo qua economico…inc…è perso! sta zozzosa qua!

NICOLA: a chi glielo porta…inc…

DAVIDE: a nessuno! chi glielo deve portare!

NICOLA: aeh! nessuno…

DAVIDE: e chi glielo porta…e gli portano il fior di latte di Zi Monaco? ma quando mai! non esiste…

NICOLA: guagliò prima che glielo portavamo noi, quella già lo prendeva…glielo portavano inc…

DAVIDE: e chi glielo porta?

NCOLA: inc…

DAVIDE: e glielo hai detto ad Antonio questo tu?

NICOLA: lo sa…

DAVIDE: e Antonio quell’altra volta ci parlò…disse Marchetiello se lo dai a qualcuno non ti pago più…

NICOLA: inc…

DAVIDE: inc….ottomila! fai un mese che carichi carichi…carichi un quintale al giorno, lo vendi a cinque euro al chilo…un quintale? quello adesso carica un quintale!…

NICOLA: …inc…”.

 

A giudizio di questo GIP, si tratta anche stavolta di conversazioni, oggetto di attività captativa, particolarmente siginificative ed eloquenti, in quanto sintomatiche del predominio che, attuando un’evidente illecita concorrenza, i Casalesi avevano nella zona dell’agro casertano nella distribuzione dei prodotti caseari, in riferimento alla quale imponevano, infatti, ai produttori di mozzarella la rivendita soltanto a loro per la successiva distribuzione nel territorio.