CAMORRA. Nicola Del Villano, ras di Michele Zagaria, è completamente libero. Il giudice “gli ha tolto” la libertà vigilata
27 Marzo 2023 - 17:27
Il pronunciamento del magistrato del tribunale di sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere, Marco Puglia
CASAPESENNA – Venire a capo dell’intera biografia di Nicola Del Villano, assistito nell’occasione dall’avvocato Giovanni Cantelli, sulla carta imprenditore, ma sostanzialmente per anni e anni riferimento criminale del boss Michele Zagaria, soprattutto per quel che riguarda macchinette e slot machines, è complicato e, tutto sommato, neppure utilissimo.
Del Villano, che abbiamo incrociato qualche volta alcuni anni fa nell’ordinanza che coinvolse (successivamente almeno uno dei due è stato assolto) i noti fratelli Morico, originari di Grazzanise, ma per quanto riguarda Gianni, trapiantissimo a Santa Maria Capua Vetere, dove per anni è stato una sorta di re dei panifici, ha sicuramente incassato una pena definitiva nell’anno 2019 a 8 anni di reclusione.
Difficile stabilire quanto di questo tempo avesse già scontato nel corso delle custodie cautelari in carcere che hanno connotato tanto tempo della sua vita,
Oggi, lunedì 27 marzo, sappiamo come dato certo, apprendendolo dai suoi legali, che Nicola Del Vilano non è più un soggetto ritenuto socialmente pericoloso. Lo mette nero su bianco il magistrato del tribunale di sorveglianza Marco Puglia il quale, dichiarando, come detto, l’assenza di elementi di pericolosità sociale attuali, ha ritenuto che non vada applicata la misura di sicurezza della libertà vigilata.
Per cui, se oggi Del Villano è libero e per di più senza alcun vincolo di vigilanza, vuol dire che quella condanna definitiva del 2019 era stata già scontata, almeno in parte, per una durata di circa cinque anni probabilmente, nel corso delle diverse fasi cautelari a cui è stato sottoposto nel tempo.
Non siamo riusciti dagli appunti a stabilire la data con certezza, ma possiamo affermare che, con ogni probabilità, Del Villano è stato scarcerato nel 2022, dunque a tre anni dalla sentenza definitiva.
La misura della libertà vigilata sopravviveva da una sentenza molto datata, risalente, per la precisione, all’anno 2010, pronunciata dalla corte di Appello di Napoli.