CAMORRA & POLITICA. Nicola Ferraro e Peppe Guida, che coppia: operazione senza precedenti per far entrare ad ARIENZO l’impresa protetta dall’imprenditore di Casal di Principe
28 Maggio 2025 - 11:26

Nella richiesta di applicazione delle misure cautelari viene riaffermato il disegno di mettere insieme i meccanismi ereditati dal clan dei casalesi con quelli dei Nuvoletta e degli Alfieri rappresentati da Domenico Romano e Vincenzo Agizza. Ma è proprio ad Arienzo che viene realizzata l’operazione più spregiudicata di tutte. Ferraro riesce anche a bloccare i propositi della camorra locale di Minuccio o’pazzaglione il quale aveva addirittura deciso di incendiare i mezzi di Ilario
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ARIENZO (g.g.) – Aniello Ilario prendeva e non restituiva in proporzione. Quello che è successo al comune di Arienzo rappresenta una sorta di paradigma del rapporto che si era costruito tra l’imprenditore caudino, che aveva ereditato tutto ciò che era stata l’azienda dei rifiuti Falzarano di Airola, e Nicola
Vincenzo Agizza, Domenico Romano erano insieme con Ferraro, il portato, il modus operandi dei casalesi da un lato e dei potenti clan Nuvoletta e Alfieri dall’altro lato. E è chiaro che ciò abbia rappresentato un polo di attrazione potente nel mondo imprenditoriale dei rifiuti e, più in generale in quello che concentrava i suoi interessi sugli appalti delle disinfestazioni banditi da Asl e da aziende ospedaliere, da sempre ampiamente partecipato, diciamo noi infestato, da soggetti intranei o vicini alla camorra.
D’altronde, Nicola Ferraro lo dice chiaramente a Domenico Romano quando gli propone di costituire una vera e propria società fondata sulla stretta di mano a matrice camorristica: Io sono credibile in questo mondo, sono in grado di mobilitare tante imprese pronte a lavorare con noi e per noi, in quanto mi sono fatto il carcere senza parlare, senza denunciare nessuno, mantenendo dunque la consegna dell’omertà”
Ilario però è un tipo particolare che si muove in maniera anche un po’ temeraria. Per farlo entrare ad Arienzo Nicola Ferraro con il sindaco Peppe Guida non si limita a truccare una gara. I due costruiscono infatti una trama molto più complicata. Guida trova Econova che la gara l’aveva aggiudicata prima del suo avvento alla carica di sindaco. In pochi avrebbero osato quello che Guida ha osato in nome e per conto di nicola Ferraro. Intanto va dal dirigente addetto al ramo e gli dice di iniziare una sorta di bombardamento di rilievi di contestazioni, andando “a sconcicare” quel capitolato e la convenzione conseguente che viene sistematicamente tradita in provincia di Caserta da ogni comune nel rapporto con le imprese che si occupano della raccolta degli RSU. L’accumulo di queste contestazioni determina un provvedimento che francamente non ha eguali. O meglio, è capitato in provincia di Caserta che qualche comune abbia revocato un affidamento ma ciò è capitato in quanto l’impresa in questione era finita sotto la lente d’ingrandimento della Prefettura per chiare inadempienze normative
Ad Arienzo no. Ed ecco perché noi consideriamo alla luce di un riscontro che non è logico, bensì inoppugnabilmente materiale, Peppe Guida uno spregiudicato. Nel pieno dell’esercizio di un servizio frutto di una gara vinta, Econova viene cacciata da Arienzo per far posto alla seconda classificata manco a dirlo la CZeta di Aniello Ilario
Guardando le cose dal suo angolo visuale, da suo punto di vista, non ha torto ad arrabbiarsi Nicola Ferraro nel momento in cui Ilario gli riconosce meno soldi di quanto era stato pattuito per questa spericolatissima e pericolosissima operazione. Econova, non aveva tra le altre cose subito in silenzio avendo denunciato il Comune di Arienzo in tutti i tribunali
Comprensibile, guardando sempre dal suo angolo visuale, il disappunto di Nicola Ferraro che fa sapere ad Ilario che lui, attraverso Peppe Guida, non solo ha cacciato con violenza a calci nel sedere Econova, ma ha anche fermato, evidentemente possedendo l’autorità e l’autorevolezza criminale, la camorra locale quella di Minuccio o’pazzaglione al secolo Carmine D’Addio che aveva deciso addirittura di incendiare i mezzi di CZeta, non si capisce se perché aveva avuto stipulato un patto con Econova che ora non valeva più nulla o se i primi appostamenti con l’impresa di Aniello Ilario erano andati male.
Tra gli elementi investigati raccolti dalla Dda di Napoli c’è una telefonata intercettata tra due dipendenti, tra due operatori ecologici i quali, col passaggio di cantiere erano stati assunti da CZeta, dopo essere stati dipendenti di Econova. Entrambi avevano problemi di assetto e di riassetto e allora parlando al telefono decino di rivolgersi a “Nicola” E ciò, secondo la Dda rappresenta un ulteriore riscontro alla tesi che Ferraro fosse, almeno in certi comuni, il soggetto che era in grado di determinare le cose attinenti agli interessi economici e imprenditoriali di CZeta