CAMORRA, RIFIUTI E POLITICA. Ecco i primi sette NOMI di chi rischia l’arresto

22 Maggio 2025 - 18:23

Affronteranno lunedì l’interrogatorio preventivo di garanzia dinanzi al gip del tribunale di Napoli

CASERTA (g.g.) – Avevamo scritto bene in un primo momento, ieri pomeriggio. Chissà perché, avendo considerazione, non del livello giornalistico, bensì della precisione impiegatizia di altri organi di informazione, soprattutto quando c’è da interrogare diligentemente gli avvocati, abbiamo cambiato versione.

E ci siamo sbagliati perché, come avevamo scritto in larga esclusiva alle 15 di ieri, le richieste di arresto relative alla vicenda delle presunte mazzette sugli appalti dei rifiuti in diversi comuni delle province di Caserta e Benevento, e per il servizio di disinfestazione nelle due ASL tra Caserta e Napoli, non sono quindici, bensì 28 e corrispondono a tutti i nomi che abbiamo elencato nell’articolo,

attingendoli da quelli che il 4 ottobre 2023 avevamo pubblicato nel racconto dei decreti di perquisizione, firmati dall’allora pubblico ministero della DDA di Napoli, Maurizio Giordano, e che vi ribadiamo, per evitare ulteriori confusioni immediatamente.

Nicola Ferraro, suo fratello LuigiVincenzo Agizza, un altro che in passato ha contato tantissimo nel settore dei rifiuti, Domenico Romano, Paolo Onofrio, il commercialista e presunto faccendiere capuano Antonio Moraca, l’ex consigliere regionale, attualmente segretario regionale di Azione, il casapullese Luigi Bosco, Crescenzo Castiello, l’ex sindaco di San Giorgio del Sannio Angelo Ciampi, Carlo Ciummo, Vittorio Ciummo, Dario De Gregorio, Davide Gallo, l’imprenditore di Capua con sede a Pastorano Antonio Montanino, Vincenzo Solaro, Francesco Buonanno, Virgilio Damiano, Vittorio Fuccio. Gabriele D’Annunzio, Antonio Innocente, Pietropaolo Ferraiuolo, zio di Nicola Ferraro, nonché medico di Casal di Principe e in passato a sua volta consigliere regionale di Forza Italia, quando arrivò ad occupare anche la poltrona di vicepresidente dell’assemblea del Centro Direzionale, Felice Foresta, l’attuale sindaco di Arienzo, nonché coordinatore provinciale di Forza Italia Giuseppe Guida, Peppe per gli amici, fotografato più volte mentre si recava a far visita a Nicola Ferraro, che da diversi anni abita ad Arienzo.

E ancora gli imprenditori dei rifiuti caudini Aniello Ilario e Carlo Ilario. L’elenco prosegue con i nomi di Eugenia Iemmino, Nicola Mottola, Giuseppe e Luigi Rea, nativi di Lusciano ma trapiantati a Caserta, e nella cui abitazione fu sequestrata la cifra mostruosa di quasi 1 milione e mezzo di euro in contanti, con banconote nascoste dappertutto, finanche nel cestello della lavatrice, Giuseppe Rubino e Massimo Sibilio.

In poche parole, il pm Giordano vuole che tutti e 28, tra cui Luigi Bosco, ex consigliere regionale, ex sindaco di Casapulla ed ex assessore di Caserta, ora coordinatore di Azione, e Peppe Guida, sindaco di Arienzo e coordinatore provinciale di Forza Italia, vadano in carcere, assieme ad altre 26 persone. Non ai domiciliari, ma proprio in carcere.

Chiarito questo punto, il gip del tribunale di Napoli, il quale ha la disponibilità delle quasi seicento pagine della richiesta di applicazione di misure cautelari, firmate dal magistrato Giordani, da 10 mesi, ossia dal luglio 2024, è intervenuto su questo elenco, stabilendo che 15 dei 28 indagati sono “arrestabili in breve tempo” per effetto di una decisione che assumerà dopo gli interrogatori di garanzia che, in certi casi, devono essere realizzati prima di un’eventuale decisione afflittiva del gip, in modo che questi possa, eventualmente, anche cambiare idea.

E gli altri 13? Boohh. Qui si può lavorare utilizzando solo la categoria delle ipotesi. Premettiamo che si ha l’idea che, nel momento in cui il gip ha convocato per lunedì e martedì prossimo 15 dei 28 indagati, possa aver escluso i reati di camorra, dato che, riforma Nordio alla mano, quando di mezzo ci sono i reati di camorra e quando questi reggono nel confronto che un gip fa con una richiesta di applicazione di misure cautelari, formulata da una DDA, non c’è l’interrogatorio di garanzia, ma il giudice per le indagini preliminari è chiamato a decidere se arrestare, se rigettare in pieno la richiesta, non arrestando, oppure applicando una misura meno afflittiva di quella chiesta dal pubblico ministero.

Ecco perché diciamo che il gip può aver escluso i reati di camorra, convincendosi però che 15 indagati abbiano comunque compiuto reati degni di essere sanzionati con una misura cautelare che limita la libertà personale.

Sugli altri 13, francamente, non si capisce. Il gip ha ritenuto insussistenti le ragioni addotte dal pm, anche in merito alla contestazione dei reati ordinari, ossia non aggravati? Non si sa. Questo si capirà lunedì, quando i primi indagati avranno diretto contatto con il giudice.

In conclusione, siamo in grado di darvi i primi sette nomi di coloro che rischiano l’arresto, in quanto già lunedì dovranno essere interrogati.

Si tratta di Nicola Ferraro, dell’imprenditore caudino dei rifiuti, Aniello Ilario, dell’ex sindaco di San Giorgio del Sannio, Angelo Ciampi, di Francesco Buonanno, di Virgilio Damiano, di un altro Ilario, ossia Giuseppe Ilario, e di Vittorio Fuccio. Speriamo di poter recuperare anche i convocati di martedì, in modo di conoscere l’identità di chi rischia un imminente arresto.