CAMORRA&POLITICA. Dal settimo all’ultimo. I rapporti diretti della vicesindaca arrestata Veronica Biondo con l’uomo di fiducia del boss Domenico Nuzzo Mimmariello. Gli assegni per la sua campagna elettorale e la transazione del cimitero
25 Ottobre 2025 - 18:52
Nell’articolo di ieri abbiamo analizzato i primi sei motivi, oggi ci occupiamo degli altri sei su cui i magistrati hanno chiesto la misura cautelare riscontrata positivamente dal GIP nei riguardi di Veronica Biondo. Abbiamo focalizzato subito le accuse nei confronti di quello che è diventato il personaggio più importante di questa indagine della Dda, in quanto tra squilli di tromba e spot luminescenti, aveva cominciato in grande stile la sua campagna elettorale per un posto in consiglio regionale nella lista di Forza Itala
S. MARIA A VICO (g.g.) – Vi avevamo dato appuntamento ieri pomeriggio alla giornata odierna per concludere l’illustrazione della carrellata delle contestazioni formulate dalla Dda nei confronti della vicesindaca, al momento sospesa, di Santa Maria a Vico, Veronica Biondo, tra le altre cose candidata fino a martedì scorso, giorno del suo arresto, nella lista di Forza Italia per le elezioni regionali del 23 e 24 novembre prossimi.
Ieri (CLICCA E LEGGI) abbiamo approfondito 6 o 7 di questi motivi. Ora ci dedichiamo agli altri, in modo da chiudere questa prima tranche su quello che è diventato sicuramente il personaggio più importante, più intrigante, finanche più del sindaco ugualmente sospeso Andrea Pirozzi, di questa inchiesta giudiziaria. Perché è inutile girarci intorno, la candidatura alle regionali e la grande esposizione mediatica che la Biondo ha cercato nelle scorse settimane, fanno sicuramente la differenza, in quanto a peso specifico del soggetto coinvolto.
Partiamo dal settimo punto, invitandovi di nuovo a collegarvi con il nostro articolo di ieri (CLICCA QUI PER LEGGERLO) per conoscere i primi sei elementi di contestazione.
SETTIMO MOTIVO: in questo caso, Veronica Biondo non parla con la camorra locale attraverso Clemente De Lucia, ma direttamente. Contatta infatti Gennaro Iannone e la loro conversazione è oggetto di una conversazione telefonica. Nella chiacchierata tra i due emerge con chiarezza il sostegno elettorale alla Biondo, la quale ricordiamo riporta 1522 preferenze personali, un numero record soprattutto se rapportate alle 471 preferenze nel 2015. Ma è palese anche il supporto elettorale da parte di Domenico
Insomma, in questo caso , la presa di coscienza del voto di camorra è diretto da parte di Veronica Biondo, la quale non può non sapere che la persona con cui sta parlando è un camorrista, dato che si tratta di un suo concittadino. O meglio sarebbe dire, di un suo compaesano, visto che Santa Maria a Vico non è un centro popoloso, e le persone soprattutto quando si tratta di politici, si conoscono tutte.
OTTAVO MOTIVO: abbiamo già sottolineato come la Biondo raccolga il triplo dei voti rispetto a cinque anni prima. Un dato che, considerate le conversazioni molto frequenti che l’ex vicesindaca ha con Clemente De Lucia – quest’ultimo ritenuto dalla Dda intraneo al clan camorristico locale, e con il quale la Biondo stabilisce modi e anche distribuzione territoriale dei voti che dovranno uscire dall’urna – è collegato alla conversazione diretta appena citata con il camorrista Gennaro Iannone che parla per se stesso e, in maniera esplicita, parla anche di Domenico Nuzzo Mimmariello. Una relazione, quella tra Iannone e Nuzzo, certificata da diversi atti giudiziari diventati inconfutabili atti processuali.
In questo ottavo motivo, viene fatto riferimento ad una conversazione intercettata tra Mimmariello e sua moglie Antonietta Verlezza, in cui i due il giorno 22 settembre, cioè ad elezioni finite commentavano i risultati elettorali proprio di Veronica Biondo e Marcantonio Ferrara, evidentemente i due candidati su cui avevano focalizzato il loro sostegno.
NONO MOTIVO: l’intercettazione ambientale coinvolge questa vola Clemente De Lucia e Giuseppe Nuzzo, altro esponente di punta della lista di Andrea Pirozzi. I due parlano degli assegni utilizzati per la campagna elettorale in favore di Veronica Biondo.
DECIMO MOTIVO: questo è un punto importante, perché si va a collegare ad un’indagine rimasta a nostro avviso per troppo tempo isolata e fine a se stessa, cioè quella che ha portato a suo tempo all’arresto dell’ex vicesindaco di Santa Maria a Vico ed allora vicepresidente della Provincia, Pasquale Crisci, insieme all’imprenditore di San Cipriano trapiantato a Caserta, Giacomo Caterino.
Una conversazione ambientale che coinvolge Veronica Biondo, Marcantonio Ferrara e Domenico Nuzzo. Attenzione: qui la gola profonda dei carabinieri di Santa Maria a Vico, di cui abbiamo scritto il girono degli arresti, ha già avvertito Andrea Pirozzi che a suo carico e a carico dell’amministrazione c’è un’indagine aperta da parte della Dda e della Guardia di Finanza. In più ci sono degli esposti più o meno anonimi.
L’idea è che la Biondo e Ferrara debbano fare marcia indietro rispetto alla richiesta formulata da Domenico Nuzzo affinché il comune trovi un punto d’intesa – attraverso una transazione – con l’imprenditore Giacomo Caterino. Il fronte tra l’amministrazione comunale e Mimmariello è troppo caldo, come ha avvertito la talpa dei carabinieri, e quindi va raffreddato. Per quanto riguarda questo punto, le accuse della Dda sono corroborate dalle spontanee dichiarazioni fatte da Giacomo Caterino e da suo padre Paolo Caterino, rispetto all’operazione della transazione per l’ottenimento dei lavori di ampliamento e gestione del cimitero, il cui appalto era stato revocato dal comune.
L’affare interessava anche l’altro boss della camorra locale, Raffaele Piscitelli detto ‘o Cervinaro. Con la chiusura della transazione lui sperava di incassare una tangente intorno ai 200mila e 300mila euro insieme a Domenico Nuzzo dalla famiglia Caterino in ragione della mediazione verso l’amministrazione comunale.
UNDICESIMO MOTIVO: la decisione elettorale di base di Domenico Nuzzo, detto Mimmariello, andava a premiare Marcantonio Ferrara. Ma Clemente De Lucia tranquillizza Andrea Pirozzi, in quanto garantisce che lo stesso Domenico Nuzzo, utilizzando la possibilità della doppia preferenza di genere, caricherà sui voti del Ferrara anche quelli per Veronica Biondo. Stesso discorso, Clemente De Lucia lo faceva per se stesso: nel suo caso il candidato maschio sarebbe stato Peppe Nuzzo, ma la femmina sempre e comunque Veronica Biondo. E per chiudere il quadro dei voti di camorra, il grande “broker” tra politica e criminalità organizzata, rassicurava ancora il sindaco Andrea Pirozzi, garantendogli che avrebbe potuto contare anche sui voti della famiglia di Raffaele Piscitelli.
DODICESIMO MOTIVO: comprensibilmente torna la questione degli assegni, focalizzando la loro attenzione sull’altro asse di relazione, quello tra De Lucia e Peppe Nuzzo. Evidentemente quando poi più avanti, nell’ordinanza, incroceremo i tesi delle intercettazioni che oggi, come è noto, non si possono più pubblicare integralmente a causa, ripetiamo a causa, di una legge liberticida quale è il Decreto Costa dato che un giornalista può benissimo rispondere nel caso di intercettazioni private su fatti privati, cosa che CasertaCe non si è mai permessa di fare, affronteranno la questione degli assegni. Probabilmente, si capirà che nella conversazione tra Clemente De Lucia e Peppe Nuzzo sono stati affrontati, al riguardo, argomenti distinti da un punto di vista della valutazione giuridica degli stessi. Comunque, ribadiamo, si tratta degli assegni utilizzati proprio per la campagna elettorale di Veronica Biondo e che dovevano essere monetizzati.
Fin qui, i 12 motivi, suddivisi come abbiamo scritto più volte, in due articoli. Uno pubblicato ieri, venerdì, e questo di sabato.
