ESCLUSIVA ORE 21:11. CAMORRA & POLITICA. Il boss Salvatore De Santis si è pentito: dovrà dire chi lo ha ingaggiato alle elezioni comunali di Teverola per sostenere la lista di Gennaro Caserta e Biagio Lusini
7 Aprile 2025 - 12:01

Il suo avvocato e difensore di fiducia è stato revocato. Grandi movimenti delle forze dell’ordine vicino alle abitazioni dei suoi congiunti e un quadro di pene, quelle già scontate, insieme a quelle pesanti che dovrà scontare, al punto da fargli ritenere utile questa decisione
TEVEROLA (g.g.) – Il suo avvocato, Vincenzo Motti, è stato improvvisamente revocato e sostituito da un legale non noto di una tipologia tipica degli avvocati assegnati ai collaboratori di giustizia.
Attorno alle abitazioni dei congiunti è stato notato un gran movimento di auto delle forze dell’ordine.
Lui “si è fatto” già quasi una quindicina d’anni non in un carcere qualsiasi, ma nell’Ucciardone di Palermo.
Su di lui pende anche un’accusa per il tentato omicidio della compagna, investita con la sua automobile e schiacciata contro un cancello, per poi essere tenuta un mese a casa con una grave frattura del bacino e delle anche, salvo poi essere portata in ospedale.
A settembre è stato riarrestato in occasione della retata del clan Picca-Di Martino che ha fatto piazza pulita a Teverola e a Carinaro.
Insomma, dopo i quasi quindici anni di Palermo, la prospettiva è di farsene almeno altrettanti, per di più con un figlio 17enne, arrestato a sua volta per atti di violenza, recluso nel carcere minorile di Nisida.
Tutti i fatti messi insieme, a partire da quello principale, dal vero e proprio elemento spia della revoca del suo avvocato di fiducia, ci inducono ad affermare con certezza quasi matematica, che Salvatore De Santis fino a settembre scorso boss a Teverola in nome e per conto dell’incarcerato Nicola Di Martino, ha deciso di collaborare con la giustizia.
Ora, il pensiero va immediatamente alla nota vicenda delle elezioni comunali, quando sfrontatamente De Santis presidiò per diverse ore i seggi elettorali per far voti a favore della lista capitanata da Gennaro Caserta e specificatamente, con ogni probabilità, per Ellen Di Martino che con i suoi 468 voti di preferenza è stata assolutamente determinante per la lista Teverola Futura appoggiata a pancia a terra anche dall’ex sindaco Biagio Lusini, il quale due mesi dopo la retata Picca-Di Martino-De Santis è stato a sua volta arrestato.
Quella presenza davanti ai seggi fu segnalata, denunciata, al punto che sul posto arrivarono in forze i carabinieri. Dunque sul fatto fisico, quello della partecipazione di De Santis alle elezioni e al suo contributo alle sorti della lista di Gennaro Caserta e Biagio Lusini non esiste alcun dubbio, e niente di più o di meno si potrà apprendere dalle propalazioni che probabilmente De Santis farà da collaboratore di giustizia.
Invece, molto potrà chiarire sui motivi e sulla ragion d’essere di quella sua presenza invadente. Chi lo ha chiamato? Chi lo ha ingaggiato? Confermerà di aver svolto la sua funzione intimidatrice per la lista Teverola Futura? Confermerà di aver fatto votare per Ellen Di Martino, ripetiamo solo per Ellen Di Martino, o aggiungerà qualche altro nome che noi di CasertaCe abbiamo notato già dalle accoppiate uscite soprattutto dall’urna della sezione numero 4?
A quel punto, riteniamo che anche la sonnolenta Prefettura di Caserta qualcosa dovrà pur fare per risolvere questo sperpetuo, quello di un’elezione chiaramente determinata dalla camorra, schieratasi in prima linea, così come scritto anche nell’ordinanza sul clan Picca-Di Martino, quando questa si occupa di Salvatore De Santis.
Mai in tanti anni avevamo visto una situazione così imbarazzante e per la quale, a distanza di 10 mesi, la Prefettura risulta essersi girata letteralmente dall’altra parte, alimentando per giunta anche i sospetti su presunte protezioni su cui Gennaro Caserta starebbe contando all’interno del Governo, in quanto componente dell’assemblea nazionale di Fratelli d’Italia.