CAPUA ALLE ELEZIONI. Caruso, Giugno, Sperino e le mosse di ieri e di oggi di Fernando Brogna. l casi Modugno e De Cecio

11 Marzo 2022 - 13:27

CAPUA (g.g.) Nella classifica delle liste civiche che nel 2019 furono determinanti per la vittoria di Luca Branco, va citata sicuramente quella di “Insieme Per Capua”, la quale non raggiunse le cifre dell’altra civica , “Capua  3 luglio” di cui ci siamo occupati nell’articolo di qualche giorno fa (clikka qui e leggi

) ma che, comunque, riuscì a portare  al mulino di Branco un bottino ragguardevole.

Il più votato fu Pietro Caruso, eletto in consiglio comunale con 160 voti di preferenza. Caruso non si recò dal notaio per determinare la caduta di Branco ma da allora ha assunto una posizione indipendente rispetto a quella del sindaco detronizzato. Oggi, viene segnalato già nella squadra  di Fernando Brogna. Non si sa ancora se scenderà in campo lui direttamente o  se lo farà attraverso il figlio. Sicuramente non si candiderà la figlia, che lavora nello studio di Fernando Brogna. Una circostanza per il noto ristoratore capuano, questa, significativa se non determinante,  la scelta di posizionamento di colui che fu il primo eletto nella lista “Insieme per Capua” alla Comunali del 2019.  A pensarci bene, però, il rapporto tra Pietro Caruso e Fernando Brogna aveva la medesima consistenza di oggi anche nel 2019, quando l’avvocato capuano riflettette a lungo sulla propria discesa in campo, decidendo alla fine di soprassedere.

Se è vero che, ufficialmente, Brogna annunciò il voto a favore di Angelo Di Rienzo, è anche vero che Pietro Caruso, ma non solo Pietro Caruso, tra le persone vicine a Brogna , si schierò con Luca Branco. Facciamo un più robusto passo indietro: Branco era dato nettamente per favorito, nessuno era disposto a scommettere un euro sulla vittoria di Angelo di Rienzo che già  portando il suo rivale  al ballottaggio si prese una bella soddisfazione.

Ora, Fernando Brogna tutto è fuorchè uno nato ieri, men che meno un fesso, così come ha ampiamente  dimostrato nella sua vita professionale che ha fatto progredire partendo  dal complicato settore delle assicurazioni. La mossa che probabilmente Brogna  compì al tempo e che quel “bambacione” (diciamo scherzosamente e con affetto) di Luca Branco non capì o non volle capire, insieme al fratello don Gianni Branco, molto più furbo di lui, il quale, però, pensò di poter spostare nella sua sfera di influenza quel plotoncino di Consiglieri Comunali, ognuno di loro in campo con Luca Branco solo perchè in campo non c’era Fernando Brogna. Pietro Caruso, Michele Giugno, Luigi Sperino, sono stati il pulsante, probabilmente nelle mani, sin dal primo momento, di Fernando Brogna per tenere in vita o per far cadere Luca Branco, scegliendo , sostanzialmente, il omento in cui vi era più utile programmare le elezioni.

É o meno, infatti, casuale che Pietro Caruso, Michele Giugno e Luigi Sperino si candideranno  o comunque appoggeranno tutti  Fernando Brogna? Qualcuno potrebbe obiettare che Pietro Caruso, dal notaio, non ci è andato. Quel bottone, Fernando Brogna, l’ha utilizzato con sagacia. Noi siamo, infatti,  convinti che, se quel giorno fosse saltata la nona firma già concordata, nell’ufficio del notaio sarebbe arrivato provvidenzialmente e all’ultimo momento anche Pietro Caruso.

Ritornando al discorso relativo alla lista “Insieme per Capua”, in seconda posizione si classificò Saviano Mingione con 148 voti di preferenza che gli valsero la nomina ad assessore, propiziata proprio da Pietro Caruso, unico consigliere comunale eletto della lista Insieme per Capua e che rimase più prudentemente agganciato al posto sicuro nel parlamentino della città.

Saviano Mingione sta ragionando, a sua volta, con Fernando Brogna. A quanto si dice, però, ci sarebbe qualche difficoltà. Dipendesse da Pietro Caruso, Saviano Mingione sarebbe già candidato in appoggio all’avvocato civilista capuano. Ci dicono, che questi, però nutra qualche riserva. Non ne conosciamo la natura ma cercheremo di informarci meglio nei prossimi giorni.

La seconda  dei non eletti della lista Insieme per Capua,  con 140 voti personali, fu Raffaelina Gravante. Al momento la gravante che opera a Sant’Angelo in Formis in appoggio alle stanze e alla risoluzione dei problemi degli anziani, non si è ancora pronunciata. ma anche in questo caso andremo a dirvi qualcosa di più preciso nei successivi articoli.  Tra i non eletti di questa lista va annoverato anche il nome ma soprattutto il cognome non irrilevante di Nicoletta Modugno, figlia del noto imprenditore Raffaele Modugno e sorella di Gianmaria Modugno, su cui più di una perplessità e più di una critica stiamo sollevando in merito alla gestione del Teatro Ricciardi, monumento vincolato dalla sovrintendenza.

Quando parliamo di imprenditori e del loro impegno in politica, è sempre bene andarci con cautela. Nel senso che i 134 voti, raccolti nel 2019 dalla figlia di Raffaele Modugno, rappresentarono, evidentemente, la fotografia reale del rapporto, non certo strettissimo e non certo empatico,  che l’imprenditore ha con il popolo capuano. Luca Branco lo chiese espressamente a Raffaele Modugno anche in considerazione del fatto che sua figlia era, com’è ancora oggi, la fidanzata di Gianmaria Modugno, dunque la futura cognata di Nicoletta Modugno nonchè la futura nuora di Raffaele Modugno. Senza Luca Branco in campo, non è improbabile che i Modugno stiano alla larga dalla prossima campagna elettorale. Poi, chissà, nella vita non si può mai dire: e al grido dove c’è gusto non c’è perdenza, magari “don Raffaele” potrebbe  partecipare alla campagna elettorale con più mezzi e con un maggiore impegno materiale. Tutti questi discorsi li facciamo in quanto non abbiamo ancora avuto il tempo per decriptare l’attacco perentorio, che ai Modugno ha indirizzato, pur senza nominare mai questo cognome, Paolo Romano durante la conferenza stampa di presentazione della sua candidatura. Ci sono intrecci complicati da studiare riguardanti anche il tempo in cui i Modugno appoggiarono Carmela del Basso in occasione delle elezioni vinte dal generale Centore.  Oggi Carmela Del Basso non si è piegata al repentino giro di valzer della famiglia Catone che l’ha lasciata a piedi preferendo “il figliuol prodigo” Paolo Romano e si è candidata a sua volta. In conclusione, sempre scorrendo la lista di Insieme per Capua la quale, come avete notato non presentò casi fenomenali ma comunque espresse un gruppo di candidati tutti compattamente attestati  a fare densità attorno ad una cifra media di 150 preferenze, diamo un occhiata anche alla posizione di Giuseppe De Cecio , imprenditore nel settore delle pulizie. I suoi 111 voti di preferenza raccolti poco meno di tre anni fa non gli permisero di spiccare il volo dato che gli valsero solo la sesta posizione dunque quinto dei non eletti, roba che il Consiglio Comunale non lo  avrebbe visto neppure col binocolo. De Cecio, però si è guadagnato questa nostra citazione perchè, qualche tempo fa, è diventato il responsabile politico cittadino del movimento Noi Campani, che ha in Clemente Mastella il suo leader, in Luigi Bosco,  ex Consigliere Regionale, oggi Assessore Comunale  a Caserta, l’attuale segretario regionale e nella marcianisana Maria Luigia Iodice la Consigliera Regionale eletta ad epilogo del contestatissimo testa a testa con l’altro candidato Steve Stellato.

Chi ha scelto Giuseppe De Cecio? Perchè se l’ha scelto Maria Luigia Iodice, (improbabile a nostro avviso al di là delle dichiarazione ufficiali), è  tutto un altro conto se lo ha scelto, come invece è probabile, Luigi Bosco, il quale, com’è noto,  è anche una sorta di vice presidente di fatto dell’Amministrazione Provinciale di Caserta, in strettissimo contatto di collaborazione, e non solo, con il presidente Giorgio Magliocca. É un altro conto, sia  in relazione ad un convinto posizionamento politico  di Noi Campani alle prossime elezioni comunali di Capua, sia, più specificamente,  in funzione della scelta del candidato sindaco da appoggiare. Fino ad  oggi, Maria Luigia Iodice e suo marito Nicola Scognamiglio sembrano essersi accontentati della gloria legata alla carica assunta. Ma la politica, le scelte, la selezione della classe dirigente l’ha fatta Bosco e l’ha fatta in armonia a cartello di potere da lui costruito insieme al già citato Magliocca, a Giovanni Zannini e a Nicola Caputo. Se, come riteniamo, il destino del simbolo di Noi Campani sarà nelle mani di Bosco , è molto probabile che ce lo ritroveremo accanto a Paolo Romano, titolare di una genetica molto adattabile al concetto di politica (si fa per dire) così come questa viene concepita dal quartetto Zannini- Bosco- Magliocca e Caputo.

Il format di Giuseppe de cecio sembra essere già un segnale di un impostazione dettata dal volere di bosco. Non a  caso , fino a qualche settimana fa,  De Cecio era segnalato in posizione di dialogo anche con Fernando Brogna, (clicca e leggi il nostro articolo con tanto di foto di un post cena) mentre il toto candidature di oggi lo vede decisamente virare verso Paolo Romano.