CAPUA. E basta con sti’ Zenga: oggi Francesco, quello delle caldaie cognato della vicesindaca Giacobone, se n’è uscito con un messaggio cifrato sugli infissi del Comune mentre si parlava degli infissi della Pier Delle Vigne

1 Agosto 2023 - 19:00

Ma cosa c’azzecca la questione della ditta se la polemica di oggi riguarda la scelta politica dell’opposizione di votare contro all’intervento sulla scuole capuana, in un momento in cui siamo lontani dalla procedura dell’affidamento che dovrebbe avvenire con una gara d’appalto? Perchè questa evocazione su altri lavori? Bohh magari ce lo può spiegare il sindaco Adolfo Villani

CAPUA (g.g.) E’ chiaro che quando, nei social, esterna un parente e/o un affine di una persona direttamente coinvolta nell’Amministrazione Comunale, la cosa fa più notizia. Ben inteso, non è che uno in quanto parente o affine del sindaco, del vicesindaco, di uno degli assessori o di un qualsiasi consigliere comunale debba vedersi limitato nel suo diritto di esprimere la propria opinione. Quando, però, a intervenire è la famiglia Zenga/Giacobone, pur riconoscendo il pieno diritto di ognuna di queste persone di manifestare il proprio pensiero in maniera totalmente libera, il discorso va affrontato con un angolo visuale un po’ diverso.

Ciò perchè i fratelli Zenga sono stati dentro alle notizie e alle cronache giornalistiche sin dal primo giorno di vita dell’amministrazione capitanata dal sindaco Adolfo

Villani e dalla vicesindaca Marisa Giacobone. Il coinvolgimento degli Zenga non ha riguardato, però, l’espressione del loro pensiero, ma fatti materiali, riguardanti, il primo di questi, l’ assegnazione diretta a dir poco inopportuna di lavori consistenti in azioni di manutenzione delle caldaie, degli impianti di riscaldamento di un paio di scuole capuane, dietro significativo corrispettivo, naturalmente attinto completamente dalle casse comunali.

In poche parole, mentre Marisa Giacobone era già vice sindaca, di cui è titolare il fratello del marito e con la quale di fatto anche il marito collabora, otteneva, grazie ad una decisione monocratica e assolutamente discrezionale di un dirigente comunale l’affidamento per manutenere impianti di un paio di strutture pubbliche di proprietà del Comune, di quello stesso Comune in cui contemporaneamente la cognata del titolare e la moglie del fratello di questi svolgeva, esattamente come svolge oggi, l’incarico di vicesindaco.

Il secondo caso è quello più recente e riguarda, formalmente, una società. la Ciemme Group Immobiliare SAS di Carmine Zenga e C., di cui fanno parte sia Carmine Zenga che, direttamente, sua moglie nonchè vicesindaca Marisa Giacobone. Si tratta di una storia costituita da una certezza e da un paio di incertezze. La certezza indiscutibile è che una coppia di coniugi indigenti entrambi afflitti anche da problemi di salute, hanno abitato, per diverso tempo, in un appartamento, di Vico San Vincenzo I di proprietà della società di Carmine Zenga e di sua moglie.

Questo è il fatto certo. Mentre sono incerti altri due fatti. Partiamo dal primo: è incerto il racconto di uno dei due coniugi, precisamente della moglie, che ha sostenuto di aver pagato fitti in nero e di aver incrociato un netto rifiuto quando avrebbe chiesto a Carmine Zenga o a un suo rappresentante di ottenere un contratto di locazione, che sarebbe servito a lei e al marito per accedere a un sostegno finanziario, monetario di tipo sociale. Incerta, è per noi, la ricostruzione di questa donna, della coniuge, che però, non in quanto è afflitta da un disagio nervoso debba necessariamente raccontar fandonie così come affermano alcuni componenti della maggioranza di Adolfo Villani e Marisa Giacobone.

Parimenti incerta è la risposta che Carmine Zenga, ascoltato dalla guardia di finanza, avrebbe fatto mettere a verbale dicendo che lui e la moglie, quest’ultima al tempo dei fatti già assessore comunale, per altro proprio ai servizi sociali, in quel caso dell’amministrazione presieduta da Luca Branco, avevano concesso quell’appartamento ai due coniugi in via completamente gratuita, per un atto di generosità e di solidarietà.

Per cui, proprio in relazione a questi motivi, a questa speciale e peculiare visibilità che la famiglia Zenga-Giacobone ha acquisito ultimamente, ogni loro esternazione, quand’anche rara, va sottoposta all’analisi di una speciale lente d’ingrandimento.

Nella polemica, scaturita dalla decisone dei consiglieri comunali di centro destra di votare contro alla delibera che poi ha approvato un intervento di 175.201,09 euro a fondo perduto per l’acquisto e l’impianto di nuovi infissi di tipo trasparente dell’edificio che ospita I.C. Pier delle Vigne. La maggioranza ha accusato l’opposizione di aver utilizzato, per scopi politici, un intervento, finanziato dal Ministero dell’Ambiente PON Imprese e Competitività, sulla pelle e sugli interessi di bambini, di alunni capuani. In attesa della replica del centro destra, ci siamo imbattuti in diversi commenti in linea con l’argomento al centro della polemica. All’improvviso, ne abbiamo incontrato un altro, proprio a firma di Francesco Zenga, per gli amici Franco. Della serie “bell e’ buon‘” Zenga se n’è uscito con una frase criptica, allusiva, insomma una roba per addetti ai lavori, un segnale di fumo tra iniziati, cioè tra gente che si intende, spesso con il registro dell’ aumm aumm, di appalti e forniture. Commento, firmato Francesco Zenga, pubblicato sotto ad un post, inserito dall’immancabile Graziano Di Gianni, consigliere comunale di maggioranza e, a questo punto (CLICCA E LEGGI IL NOSTRO ARTICOLO DI QUALCHE GIORNO FA) , abbiamo finalmente capito quale mestiere esercita: lui è, in realtà, il portavoce del sindaco, del vice sindaco, degli assessori e degli altri consiglieri di maggioranza, visto che interviene su tutto e tutti.

Ma cosa scrive Francesco Zenga, cioè il titolare di quell’ impresa che, con la cognata già vicesindaca, conquistava già affidamenti diretti dal Comune di Capua ? “La ditta che ha montato gli infissi al palazzo municipale é di Capua?”

Noi che conosciamo poco la storia del Comune non capiamo cosa c’azzecchi la citazione se pur non precisa, di una ditta, che riteniamo qualche anno fa, si è occupata dell’impianto degli infissi al palazzo Comunale, con tutt’altri infissi, quelli appena deliberati dal consiglio in una procedura che è ben lontana dall’attraversare la fase della gara d’appalto visto e considerato che i 175mila euro costituiscono una cifra superiore ai 150mila euro entro i quali la recente riforma del codice degli appalti attribuisce ai Comuni la possibilità di maneggiare a loro piacimento, al di la dei buffi inviti delle 5 ditte o delle “pesche miracolose” all’interno del Mepa, di eludere, anzi di evitare la gara d’appalto e di procedere, invece, ad un affidamento di fatto diretto.

E’ come se Francesco Zenga, almeno in apparenza, conoscesse qualcosa che noi e i cittadini capuani, al contrario non conosciamo. Siccome nella procedura relativa all’intervento sulla Pier Delle Vigne, di tutto si è parlato eccetto che di ditte, perchè Francesco Zenga interviene introducendo questa specifica categoria argomentativa, quella della ditta che a suo tempo fece i lavori di impianto degli infissi al Palazzo Comunale?

Ma Adolfo Villani, che sulla carta, dovrebbe essere un politico navigato ed abituato ad altri palcoscenici, queste cose le legge o non le legge? Ritiene che sia unitile intervenire per dare una calmata a questi Zenga e a questi Giacobone che danno l’idea (non a caso si sono affiliati al Consigliere Regionale Giovanni Zannini) di ritenersi una sorta di padroni della città di Capua?