CAPUA. Lo strano caso della “distrazione fiscale” dei fratelli Loris e Danilo Galluccio. Il marito della Presidente dell’Ordine degli Avvocati Angela Del Vecchio doveva, al 2022, più di 5mila euro di bollette non pagate al concessionario Antonio Fiore

24 Dicembre 2024 - 20:39

All’interno leggerete anche la cifra dovuta dal fratello Loris che non ha pagato dal 2005 ad almeno fino al 2022 mentre per Danilo il periodo è dal 2007 e sempre fino al 2022, poi c’è stata la diffida e non sappiamo come sia andata a finire. Ora se oltre a questi casi, di cui possediamo già documentazione, ce ne siano altri la proroga di 3 anni, ormai coperta amministrativamente da Adolfo Villani della concessione trentennale, manco a dirlo attivata nel lontano 1991 dallo stesso Adolfo Villani quando era assessore del sindaco Nicola Lacerenza diviene un problema ancora più grosso di quello costituito dalla citata proroga, per la quale se fosse attivata l’Anac, fulmini e saette si abbatterebbero sul Comune di Capua

CAPUA – (g.g.) Rappresenta una questione seria l’evasione fiscale o anche l’elusione fiscale per uno Stato, per una Regione, per un Comune? Decisamente sì. Perché meno si raccoglie dal gettito fiscale e meno servizi si possono erogare ai cittadini. Il problema non riguarda solamente i casi, ormai rarissimi, di un prelievo effettuato direttamente dagli uffici comunali, ma riguarda anche il caso, ormai ampiamente in uso, in cui il prelievo viene realizzato da un’azienda privata a cui il Comune affida le varie forme di acquisizione delle risorse attraverso il pagamento delle tasse, delle imposte e dei tributi comunali.

Per cui, come stiamo facendo anche in altri Comuni, abbiamo applicato la nostra attenzione e le nostre energie anche a quello che succede al Comune di Capua.

Sapete perché Capua? Perché qui c’è uno dei contratti più vecchi, vetusti,  tra l’Ente pubblico e un’impresa privata. Pensare che fu proprio un uomo di sinistra che di nome faceva Adolfo Villani il quale godeva già di un potere indiscutibile nella sinistra locale quando svolgeva la funzione di assessore, nella giunta capitanata dall’allora sindaco Nicola Lacerenza, fa un po’ specie. L’imprenditore privato era ed è un napoletano, precisamente un pozzolano in dialetto un puteolano in italiano: Antonio Fiore da Pozzuoli.

QUANDO LA SINISTRA RENDE RICCA UNA PROPRIETA’ PRIVATO

Lacerenza realizzò un affidamento sontuoso per gli interessi del privato, della durata di ben 30 anni. Era precisamente il 30 ottobre del 1991, e un mese dopo Lacerenza non fu più sindaco di Capua in un ordinamento che non prevedeva ancora l’elezione diretta entrata in vigore con la leggi 81 del 1993 ma l’elezione del sindaco da parte del consiglio comunale che dunque li cambiava sovente. E una giunta di sinistra che per definizione dovrebbe difendere sempre la gestione pubblica dei servizi, firmava un contratto che garantiva a un privato una rendita che definire vita natural durante non è affatto azzardato

Come in una sorta di gioco dell’oca, Antonio Fiore ha attraversato tutte le stagioni, i diversi colori, i piccoli e i grandi ostacoli della vita politico -amministrativa degli ultimi 33 anni: centrosinistra, centrodestra, centro centro.

Attenti, non fatevi scappare la cifra numerica appena citata che va messa insieme alla frase relativa al vitalizio vita natural durante. Perché, non sono bastati i 30 anni per sancire la fine di un contratto che scadeva alla mezzanotte del 29 ottobre 2021. Antonio Fiore è diventato una sorta di istituzione per cui altre due amministrazioni di sinistra, quella di Luca Branco che cadeva proprio nello stesso periodo della suddetta scadenza contrattuale del concessionario, e poi, alla fine del gioco dell’oca, corsi e ricorsi storici, e quella di Adolfo Villani. I due sindaci di sinistra hanno garantito altri 3 anni di proroga che francamente ad uno che ha avuto già una concessione trentennale e beh, se non siamo ad un diritto feudale, garantito sorprendentemente dalla sinistra, poco ci manca

Trentatré anni e dal Comune di Capua non si hanno notizie su quella che dovrebbe essere una ricostituzione del diritto ossia di un nuovo bando per la concessione.

Non a caso abbiamo fino a questo punto dell’articolo evitato di sottolineare quale sia il servizio erogato da Antonio Fiore. Ci serve, infatti,  per lanciare nostre ulteriori riflessioni.

Dunque la Antonio Fiore &C. società in accomandita semplice, dunque una società di persone blindata in una famiglia, eroga con gli anni in cui ha vissuto nostro signore Gesù Cristo, il pubblico servizio di acquedotto nel Comune di Capua. Se ci fosse un solo cittadino che si rivolgesse all’Authority Nazionale Anticorruzione segnalando tre anni di proroga su una concessione trentennale, dall’Anac arriverebbero fulmini e saette all’indirizzo del Comune di Capua. Con tutto il rispetto dell’ingegnere Antonio Fiore, questa è una vergona, una rendita da antico signorotto garantita adesso in proroga dallo stesso Villani che, insieme a Lacerenza, fu protagonista di quell’aggiudicazione avvenuta nel penultimo giorno di ottobre del 1991, cioè più di una generazione fa

Ma come ha operato l’Antonio Fiore s.a.s in questi 30 anni? Mediamente – e ci sarebbe pure mancato – ha garantito un buon gettito al Comune di Capua. Ma dal punto di vista dell’equità ossia di una riserva attiva e attenta delle sacche di evasione e di elusione ossia dell’affermazione di un altro bastione ideologico della sinistra ossia la cosiddetta equità fiscale Fiore ha trattato tutti allo stesso modo? Questo non lo possiamo stabilire ma noi siamo ambiziosi e ci piace compiere ricerche con la meticolosità dell’archeologo, qualche caso lo abbiamo trovato. Con la speranza che si tratti di casi isolati.

LA VICENDA DELLE “DISTRAZIONI” DEI FRATELLI GALLUCCIO

Siamo venuti in possesso, ad esempio, di due avvisi di distacco della fornitura idrica per morosità. Il primo a carico di Loris Galluccio, cittadino capuano, il secondo a carico di suo fratello Danilo Galluccio, di professione avvocato, con una moglie eccellente, molto nota che si chiama Angela Del Vecchio ed è l’attuale presidente provinciale dell’ordine degli avvocati.

Diciamo che fino a prova contraria i due Galluccio hanno dimenticato di pagare le bollette dell’acqua per diversi anni. Loris Galluccio, come risulta da documentazione ufficiale venuta, ripetiamo, in nostro possesso, è risultato moroso fino al momento della spedizione dell’avviso, per una cifra di 2.168euro e 17 centesimi, conseguenza dei mancati pagamenti dal 2005 fino al 28 marzo 2022; Danilo, invece, è risultato moroso dal 2007 al luglio del 2022 per l’importo di 5mila 272 euro e 17centesimi. Peraltro, queste reiterate distrazione dei fratelli Galluccio risultano poco comprensibile anche alla luce del fatto che la moglie di Loris Galluccio, non sappiamo se quando è diventata moglie o già da prima, lavorava da legale negli uffici di Antonio Fiore. Insomma, non è una gran bella figura distrarsi in questo modo quando, bene o male, c’è anche un tuo diretto congiunto che opera nella squadra del concessionario prima di operare, a matrimonio, diciamo così, completato – qua siamo tutti separati e divorziati, quindi c’è poco da far battute su queste cose – ha intrapreso un’altra strada professionale avendo registrato una improvvisa diversità di vedute con il suo titolare.

I MOTIVI DELLA CITAZIONE COMPLETA DEI NOMINATIVI

Comunque il nome di Loris Galluccio rappresenta, a nostro avviso, un‘estensione della situazione specifica, riguardante suo fratello Danilo, personaggio pubblico soprattutto in quanto marito del presidente provinciale degli ordini degli avvocati. Quando un personaggio è pubblico non vi è alcun obbligo di trattenere le sue generalità o di esprimerle solo attraverso le proprie iniziali. Nel momento in cui anche il suo direttissimo congiunto, ossia il fratello Loris, versa nella stessa condizione non si può non rendere pubblico, trattandosi di una estensione concettuale, anche il nome di quest’ultimo perché solo in tal modo si va ad evidenziare un fatto riguardante una sola famiglia in cui c’è la presenza di personaggi pubblici, molto rilevanti, su una vicenda che inerisce alla questione cruciale, fondamentale, cardinale per ogni istituzione pubblica che eroga servizi ai cittadini, dell’elusione e/o dell’evasione fiscale

Ora, può anche darsi, anzi lo consideriamo probabile, che la trasmissione della lettera di diffida al pagamento, peraltro interruttiva dei termini di prescrizione ancora in corso, ad opera della Antonio Fiore s.a.s abbia colto l’obiettivo di rinfrescare la memoria e di affrancare la distrazione dei due fratelli messisi in regola. Non può non essere così anche se noi non possediamo alcuna prova che sia così.

Ma l’esempio da noi formulato dei Galluccio non è un’informazione finalizzata a evidenziare degli specifici fatti di evasione o di elusione fiscale ma è la conseguenza casuale dei documenti che già abbiamo acquisito in attesa di assorbirne molti altri, per cui, solo casualmente, si inizia da loro

Antonio Fiore non può giustificarsi affermando che poi lui li ha diffidati entrambi. Non può giustificarsi in tal modo perché questo atto è arrivato un anno, un anno e mezzo fa, forse due anni fa per inadempienze partite nel 2005 per uno e nel 2007 per l’altro. Per cui, esiste anche una responsabilità del concessionario che se dovesse verificare anche in merito alle posizioni fiscali di altri cittadini/utenti, creerebbe una situazione ancor più grave nel momento in cui non solo il Comune di Capua non ha in qualche modo super visionato in passato determinate situazioni ma, addirittura, tiene Fiore in proroga, ossia in uno status che sia l’Anac ma ogni altra magistratura penale, civile, amministrativa, hanno sempre stigmatizzato considerando l’istituto della proroga un fatto super eccezionale.

FIORE, VILLANI, I GALLUCCIO E LA DEL VECCHIO: CASERTACE PRONTA A OSPITARE REPLICHE

Naturalmente, com’è costume di questo giornale, rimaniamo a disposizione di Antonio Fiore, dei fratelli Galluccio della presidente Del Vecchio e di qualsiasi altro abbia da dire, da precisare, da contestare qualcosa presente nei contenuti di questo articolo, di contattarci ma soprattutto di scriverci una replica che noi pubblicheremo com’è nostro dovere etico, prima ancora che giuridico, nella sua versione integrale