CASERTA Abbattuto palazzo storico tra via Renella e via Unità Italiana: in arrivo un nuovo condominio multilivello

26 Maggio 2022 - 18:12

Del cartello di cantiere, prescritto per legge ai fini di pubblicità, non c’è ancora traccia. Ma al suo posto potrebbe sorgere uno stabile gemello a quello che ha preso il posto delle ex Officine Om di via Roma

 

 

CASERTA (p.m.) Un altro fabbricato del nucleo storico casertano va a terra nell’indifferenza generale. E’ quello all’angolo di via Fulvio Renella con via Unità Italiana (nelle foto che pubblichiamo, le attività di abbattimento in corso), di cui prevedemmo facilmente tale sorte in un articolo del 19 luglio dell’anno scorso (leggilo qui), sull’esempio della fine che stava facendo un altro stabile gemello, quello delle ex officine OM di via Roma.

La palazzina in via di abbattimento

Supponiamo che anche in questo caso, al palazzetto tipico da un piano rialzato verrà sostituito un imponente e svettante condominio multivello. Diciamo “supponiamo”, perché del cartello di cantiere, prescritto per legge ai fini di pubblicità, non abbiamo visto traccia, per capire che cosa si stia realizzando.

D’altro canto, come i lettori più attenti sanno da CasertaCe.net, l’anodino albo pretorio comunale, il quale, anziché garantire una reale trasparenza dell’azione amministrativa, sembra fatto per far tenere lontano il naso dagli atti pubblici, non aiuta per niente. In particolare per le licenze edilizie rilasciate, esse vengono pubblicate sotto lo stesso oggetto anonimo ed indistinto di “Permesso

a costruire n. XX del gg/mm/aa”, sia che si tratti di un’opera di grossa lottizzazione che della realizzazione di un banale vano garage. Ad inizio legislatura, il novizio consigliere comunale di opposizione di “Prima Caserta” Donato Aspromonte aveva tentato di mettere mano a questo incredibile stato delle cose, denunciando “la sistematica violazione degli obblighi di pubblicazione” degli atti amministrativi e parlando di corsie preferenziali inaccettabili con riguardo al rilascio dei permessi a costruire da parte degli uffici del comune. Hai detto niente. Materia per un intervento immediato della prefettura e della magistratura penale. Nulla se ne sa e nulla pare cambiato e forse Aspromonte, per quanto tra i consiglieri comunali più attivi e vigili, dovrebbe meditare maggiormente – se consente, ferma la stima per quanto sta tentando, poiché siamo convinti che quando si è aggirato negli uffici comunali con le sue richieste sarà stato visto come il classico marziano a Roma di flaiana memoria – la lezione  del “Non chi comincia ma quel che persevera”.

Sta di fatto che nessuno si preoccupa dei tanti interventi edilizi che, con la giunta Marino uno e due e ancor più dei suoi predecessori, stanno sfigurando il nucleo urbanistico cittadino. Interventi che, arricchendo i pochi, pongono sulla cittadinanza intera una ipoteca perenne  sulla vivibilità e sulla architettura del tessuto urbano più tipico. Sulla vivibilità, perché si stipano di maggiori abitanti i nuovi palazzi dai volumi ingenti, in sostituzione di piccoli edifici di poche persone, e si edifica occupando gli spazi verdi residui, fossero anche i cortili ed i giardini interclusi nei caseggiati storici, scampati finora alla speculazione. Sull’architettura, che non ha ormai nessun carattere che non sia il massimo profitto dell’impresa edilizia. Palazzi modulari, forse accettabili e di valore in nuove zone, in nuovi quartieri, in nuove aree di espansione edilizia, stanno spuntando come funghi, avulsi dal contesto, dall’impianto otto-novecentesco proprio di Caserta, la quale ormai non presenta alcuna attrattiva architettonica peculiare, quella che nell’illusione del sindaco dovrebbe richiamare al centro turisti a frotte.

Il colmo per la città di Vanvitelli, in questo senso più che dileggiato. Ora, all’architetto massimo, si vorrebbe dedicate un cenotafio, sebbene già ci sia nella chiesa di San Francesco in Casagiove. E senza considerare il chi sarà capace di una tale opera, applicandosi all’uomo l’epitaffio che è del Machiavelli Tanto nomini nullum par elogium.

L’iniziativa, apprezzabile perché nata originariamente da uno spassionato gruppo di studiosi locali, diventa intollerabile ora che, per propaganda politica, se ne è appropriata la giunta comunale. Con quale faccia, visto quello che sta combinando al capoluogo.