CASERTA. Arrivano i turisti e parte l’occupazione selvaggia della strada con tavoli e sedie. De Simone e Casale, siete sicuri sicuri che tutti i bar e i locali rispettino le regole?

20 Giugno 2022 - 11:15

Abbiamo voluto fare un primo articolo di analisi delle regole, delle norme che la stessa città capoluogo si è data attraverso il regolamento votato dal consiglio comunale il 24 aprile del 2021. Tre i punti principali: quanto spazio ogni locale ha il diritto di avere, le proporzioni tra dentro e fuori e l’annullamento dell’autorizzazione ai dehor in caso di mancato rispetto delle prescrizioni. Non c’è alcuna volontà di puntare il dito contro un locale rispetto ad un altro, ma, essendo le aree a maggior vocazione turistica, bisognerà necessariamente partire dalle zone intorno alla Reggia e Piazza Vanvitelli

CASERTA (l.v.r.) – Il comune capoluogo è una città che, tecnicamente, a vocazione turistica. Cioè, esistono delle bellezze storiche che danno a questo territorio un’anima votata al turismo, alla bellezza. Chiaramente, il centro nevralgico delle attività economiche turistiche di Caserta è la Reggia vanvitelliana che a torto o a ragione nei metodi, sta aumentando dei suoi visite.

Se aumentano le visite al Palazzo Reale, contestualmente aumentano anche i turisti città. Questa è una buona notizia per chi, ad esempio, a bar, chioschi, locali, tutti quei luoghi di somministrazioni di cibi e bevande che in estate, con i turisti, ci campano.

E fortunatamente viviamo in un luogo dove tendenzialmente le condizioni meteorologiche non sono mai avverse, come diceva una canzone, questo è il paese del sole, questo è il paese del mare. Un cielo quasi sempre sereno che dà l’opportunità a chi viene nel capoluogo di poter approfittare di sedute tavoli all’aperto dei vari locali.

Il problema è che dopo due anni di pandemia pare che rispettare le regole, trovare lo spazio adatto, normativamente coerente rispetto ai tavolini all’aperto è diventato un po’ più complesso. Anche se chi, sommessamente, fa notare che il problema dei tavolini all’aperto, degli spazi dei dehor dei locali, ristoranti, bar, chioschi, è una vicenda che da anni mostra tratti di illegalità.

Sono diversi gli spazi in cui sarebbe necessario che la polizia municipale e gli uomini dell’ufficio Attività Produttive inizino a lavorare, a porre la loro attenzione, con metro e regolamento degli spazi pubblici alla mano, per risolvere alcune perplessità relativamente agli spazi utilizzati dai locali e al modo in cui questi spazi sono gestiti nel rispetto della regolamentazione.

Non c’è alcuna volontà di puntare il dito contro un locale rispetto ad un altro, ma, essendo le aree a maggior vocazione turistica, bisognerà necessariamente partire dalle zone intorno alla Reggia e Piazza Vanvitelli.

Le attività che decidono di chiedere l’autorizzazione per avere uno spazio nel loro locale all’aperto devono rispondere a determinati requisiti e in primis devono fare richiesta al comune che, in teoria, dovrebbe rispondere dando il via libera a tavoli e sedie all’aperto, secondo quanto previsto dalle regole comunali.

Il regolamento è quello votato dal consiglio comunale il 24 aprile del 2021, con il quale l’amministrazione Marino ha cercato di mettere un raziocinio alla gestione degli spazi intorno ai locali, spesso legati ad un occupazione selvaggia delle aree.

Vediamo alcune caratteristiche devono avere questi dehors. Il limite massimo di superficie richiedibile che esercizio non può superare il 75% della superficie interna del locale, escludendo servizi, depositi e tutti quegli spazi non aperti al pubblico. Cioè, se io ho un baretto di 30 metri quadri, non posso poi mettere in piazza, sul marciapiede 18 tavolini, devo rispettare la proporzionalità tra area interna e spazi esterni.

Si prevede, poi, che nelle zone di rilevanza storico ambientale, il centro storico e l’area intorno alla Reggia, l’occupazione dei marciapiedi è possibile solo se viene lasciato uno spazio alla circolazione dei pedoni pari a 1,50 metri.

Interessante, poi, il passaggio dell’articolo 8 comma 2, relativo alle strutture esterne. Infatti, viene specificato che queste non devono superare la proiezione orizzontale delle mura. Per capirci, se hai un locale le cui pareti sono circa 4 metri, fuori potrei avere solo 4 metri di spazio in larghezza, senza mai superare quel 75% di cui sopra.

Ora, conoscendo la base normativa possiamo affermare che tutti i locali del centro di Caserta rispettino questi requisiti? A nostro avviso, non è esattamente così.

Analizzeremo nei prossimi giorni con maggiore attenzione i casi più interessanti, perché l’autorizzazione per somministrazione all’esterno del locale, dobbiamo ricordarlo, decade nel caso in cui queste prescrizioni non siano osservate. I locali, quindi, perderebbero il diritto ai tavolini all’esterno.

All’interno del regolamento del comune di Caserta viene inoltre segnalata la posizione in cui possono essere installati tavoli e sedie nelle zone centrali, nelle piazze della città. È un prima avviso pare evidente che, sfortunatamente, queste prescrizioni non vengano rispettate proprio da tutti i commercianti il capoluogo.

E’ importante per questo avvenga per una serie di motivazioni.

Se la prima, la più banale, può essere quella del rispetto della legge in uno Stato di diritto, ne vanno segnalate altre che andremo a semplificare tramite un banale esempio.

Se io sono proprietario del Bar Ics e dinanzi a me si trova il Bar Ipsilon e la mia gestione dell’area esterna non rispetta la normativa, quindi installando il mio dehors in una zona dove tavoli e sedie non ci possono stare, non solo sto violando il regolamento, ma sto facendo un danno ad un altro soggetto che, in teoria, avrebbe il diritto a inserire quei tavoli o quantomeno, avrebbe il diritto a veder rispettate le regole non solo per lui, ma anche per me.

E a questo punto dobbiamo fare un paio di domande al comandante dei vigili urbani, coloro che avrebbero il compito di controllare il rispetto della legge dei regolamenti in città, Luigi De Simone, e l’assessore alle Attività Produttive, Emiliano Casale, rispetto a questa faccenda.

A Caserta, nel centro e nella periferia, siete sicuri siano rispettate le prescrizioni previste dal regolamento comunale? I tavolini e le sedie dei bar, dei chioschi e dei ristoranti sono dove devono essere? Oppure le maglie dei controlli si sono allargate lasciando potere arbitrario di decidere agli stessi imprenditori che, chiaramente, dinanzi ad un bivio sceglieranno di guadagnare il più possibile tramite la loro attività, rispetto al seguire pedissequamente il regolamento?

Ci sono dei casi in città, nel centro del comune capoluogo, nel cuore di Caserta, di cui potremmo iniziare a stilare questi dubbi relativamente al rispetto delle aree esterne, così come regolamentate dall’amministrazione. Ma, per ora, non crediamo sia il caso. Questo perché la nostra trattazione non è risponde ad una crociata contro il bar y, il chiosco x, bensì ci chiediamo se in un comune a vocazione turistica, si stia facendo quanto è nelle responsabilità degli uffici pubblici e degli uomini della polizia locale affinché le regole vengono rispettate e il decoro della città non finisca travolto da sedie e ombrelloni.