CASERTA. Biondi dura meno di una settimana come dirigente dei vigili urbani. Marino ci mette Vitelli. Ok, ora sì, questo è integerrimo: ha “appena” un processo in corso per corruzione e concussione

19 Ottobre 2024 - 15:39

Ne abbiamo scritto decine di volte. Si tratta di un processo che riguarda il periodo in cui era a capo dell’Ufficio Lavori Pubblici a San Tammaro e, manco a dirlo, nel dibattimento è coinvolto colui che era a capo della polizia municipale di questo comune. La verità è che ormai gli uffici del capoluogo sono impraticabili e non più in grado di svolgere neppure formalmente uno straccio di potestà di amministrativa di governo

CASERTA (l.v.r.) – Il dirigente comunale Franco Biondi non sta vivendo certo una seconda metà del 2024 tranquilla, a partire dal 13 giugno.

Sembra che le cose non stiano girando dal verso giusto. Prima l’arresto legato all’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere sugli affidamenti pilotati e i casi di corruzione elettorale che vede coinvolti anche l’ex assessore Massimiliano Marzo e l’ex vicesindaco Emiliano Casale.

Poi, da qualche giorno, è emersa la notizia della richiesta di arresto, non applicata in considerazione della nuova riforma Nordio, nei suoi confronti, nei confronti del fratello e di altri soggetti, per appalti pilotati al comune di Caserta a quello di San Nicola la Strada.

Pochi giorni prima che venisse resa nota questa nuova indagine della procura di Santa Maria Capua Vetere, Carlo Marino, sindaco di Caserta, aveva affidato a Biondi l’incarico di dirigente deputato alla gestione della Polizia municipale.

La scelta, come detto, avveniva a pochi giorni dalla seconda richiesta di arresto nei suoi confronti e a quattro mesi dalla precedente che lo aveva portato alla reclusione domiciliare.

Chiaramente, la scelta di Carlo Marino aveva provocato facili ironie, considerato che la Polizia municipale svolge anche il ruolo di polizia giudiziaria utilizzata dal tribunale proprio per la notifica di atti a soggetti indagati.

Ma nel giro di una settimana, dopo le notizie su questa seconda inchiesta che dimostrerebbe, secondo le tesi della procura, una gestione criminale degli affidamenti degli appalti pubblici della città di Caserta, Carlo Marino ha deciso di togliere la delega a Franco Biondi, per affidare la polizia principale ad altro dirigente.

Da qualche ora, quindi, il nuovo dirigente della Polizia municipale è Luigi Vitelli, arrivato nel 2022 dal comune di San Tammaro.

Se Biondi ha i problemi che, ha visto che, oltre alle richieste citate, c’è anche il processo in corso per gli interessi del clan dei Casalesi sul parcheggio in via San Carlo che lo vede imputato, anche Vitelli non è rimasto intonso da accuse mosse dalla procura di Santa Maria Capua Vetere.

Nell’ordinanza di Sant’Antonio, quella degli arresti domiciliari a Biondi, Marzo e altri, Vitelli era stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di abuso d’ufficio. Con la cancellazione di questo reato dal codice penale, però, la posizione del dirigente è stata stralciata, ma certo i pubblici ministeri non sono stati impressionati in positivo dal lavoro di Vitelli.

E non solo. Se non ci siamo persi qualcosa, ma crediamo di no, Luigi Vitelli è ancora imputato, insieme al comandante della polizia municipale di San Tammaro, Giuseppe Vastante, per i reati di concussione e corruzione, quando i due erano insieme in servizio nel comune limitrofo a Santa Maria Capua Vetere.

Sono accusati di aver preteso dalla donna che al tempo gestiva il mercato del baratto di San Tammaro una somma di ventimila euro, in modo da definire le situazioni illegittime dal punto di vista urbanistico presenti sull’area del mercato e ricevendo, sempre secondo l’accusa, anche due orologi dal valore di 700 euro

Ma Carlo Marino non poteva scegliere dei dirigenti migliori? La domanda è anche sensata. Biondi è nella situazione che è, Giovanni Natale, il dirigente cognato del sindaco, venne anche lui arrestato a giugno e non lavorerà ancora per molto al comune, essendo andato in pensione e richiamato per un anno. Poi c’è il segretario comunale, Salvatore Massi, e infine c’è Maria Antonietta Carretta, dirigente però specializzata nell’area finanziaria.

E allora il sindaco non ha colpe? Non proprio. Se non vogliamo entrare in contatto con il concetto di “non potevano sapere”, imponendoci di restare nell’ambito della sua totale buonafede, non essendoci prove contrarie, resta in piedi un grave giudizio di incapacità.

L’incapacità di non aver capito cosa stesse avvenendo nelle stanze del comune che guida dal 2016.

Errori di gestione da parte di un politico esperto, di una persona che è stata a capo dell’assessorato dei lavori pubblici per anni e che ha rapporti con questi dirigenti e con chi ha scelto per la delega da lui ricoperta negli anni della sindacatura Falco e come suo vice.

E, ripetiamo, il sindaco Marino non è un soggetto che ignaro rispetto alla macchina degli appalti pubblici a Caserta. Ad esempio, si è interessato, secondo la procura antimafia in maniera illegale, del mega appalto da 116 milioni di euro sulla gestione del ciclo dei rifiuti a Caserta, aggiudicato alla Energetikambiente, grazie all’interesse di Carlo Savoia, motivo per il quale il primo cittadino è attualmente sotto processo.

Se non esiste alcuna prova di una sua consapevolezza o addirittura di una sua partecipazione alle dinamiche, secondo la procura, corruttive e fraudolenti avvenute nel ufficio tecnico del comune di Caserta, quantomeno a Carlo Marino va chiesto conto di una colpevole disattenzione intorno a ciò che avveniva nel comune capoluogo.

Sintetizzando, se è sacrosanto scrivere che di queste storie, fino a prova contraria, non poteva non sapere, a nostro avviso non poteva non notare.