CASERTA. CHE PACCHIA per D’Artagnan e i Tre Moschettieri. Ribasso “da sogno” del 7%: così è stata aggiudicata la gara (si fa per dire) per la super pista ciclabile

22 Settembre 2023 - 19:27

La riforma del Codice degli Appalti che in Italia – e in particolare al Sud – andava vietata, magari con un voto dell’Onu, ha abbassato drasticamente le cifre dei ribassi che portano alle aggiudicazioni degli appalti. Senza voler associare assolutamente al caso specifico che tratteremo e neppure, fino a prova contraria, rispetto a quello che sta avvenendo nella centrale gare dell’Area Nolana, questa diminuzione dei ribassi nell’ordine del 300/400% è chiaramente criminogena in un contesto afflitto dalla corruzione diffusa nella pubblica amministrazione. Perché oltre a provocare spese aggiuntive per le casse pubbliche, forma fondi e riserve utilizzabili per oliare gli ingranaggi, distribuire mazzette in maniera ancor più potente e diffusa rispetto al periodo pre-riforma

CASERTA (g.g. e l.v.r.) – Ricordate (cliccate qui se non ricordate) l’ordinanza con cui un gip del tribunale di Napoli, accogliendo più o meno completamente la richiesta dei pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia, arrestò i vari Carlo Savoia, Marcello Iovino, Pippo D’Auria eccetera, e dalla quale sapemmo che il sindaco della città capoluogo risultava indagato per il reato di turbativa d’asta in relazione supergara da 116 milioni di euro per l’appalto settennale del servizio di raccolta rifiuti della città di Caserat e che vide coinvolti altri centri della provincia?

In quell’ordinanza, il gip, riportando in maniera pedissequa uno stralcio della richiesta di applicazione delle misure cautelari formulata dal pm Giovanni Vanorio, scriveva tutto il male del mondo sui signori Franco Biondi e Giovanni Natale i quali, pur essendo chiamati a svolgere una funzione di controllo nella procedura di sorteggio dei componenti della commissione aggiudicatrice, si mostravano quantomeno, ma proprio quantomenomeno, distratti rispetto ai giochini messi in piedi da Iovino, da anni e anni loro collega di tante cose.

Ora, alla luce del liberitutti, del “facciamo finta che tutto vabben…” deliberato dalla recente modifica al Codice egli Appalti che consente ai dirigenti dei comuni (e non solo dei comuni) di evitare di imbastire una vera gara ad evidenza pubblica che avviene solo nel caso in cui l’importo iniziale sia superiore alla soglia europea di 5.4 milioni, ci si può fidare del signor Francesco Biondi il quale, dopo aver collaudato per anni e anni il sistema delle cinque imprese invitate nelle procedure di importo limitato e superiore ai 40 mila euro, ora si è visto recapitare questa autentica manna dal cielo che gli permette di fare la stessa cosa per affidamenti molto più alto?

Questioni di punti di vista. Noi di CasertaCe non ci fidiamo.

E non ci fidiamo a maggior ragione proprio del fatto che Biondi, poco prima della grande beneficiata del PNRR – lui e il sindaco Carlo Marino, il quale non lo dimentichiamo mai, ha ricoperto per diversi anni la carica di assessore ai Lavori Pubblici, al tempo con le insegne di Forza Italia – due soggetti che, a nostro avviso, destano preoccupazione per quello che è stato il loro vissuto remoto e recente.

Il primo è Raffaele De Rosa, Lello per gli amici, fratello, ma tanti dicono sia lui il sindaco di fatto, del primo cittadino di Casapesenna, nonché assessore alla Viabilità della provincia di Caserta, ma soprattutto ex vicesindaco di Casapesenna ai tempi in cui imperava da latitante residente nel proprio comune Michele Zagaria, durante la consiliatura del forzista Fortunato Zagaria, di cui l’allora nominalmente diessino Lello De Rosa era il numero due.

Il secondo, invece, è il signor Luigi Vitelli, ancora oggi, perché non abbiamo avuto alcuna notizia della conclusione del processo di primo grado in corso al cospetto dei giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, imputato per concussione, perché assieme all’allora comandante dei vigili urbani di San Tammaro avrebbe preteso regali preziosi, soprattutto orologi, se non ricordiamo, da un’operatrice del grande mercato ortofrutticolo che si trova e che si affaccia lungo la Statale 7 Bis.

Non ci convincono. Non ci convince Carlo Marino proprio perché la sua testa sembra costantemente rivolta al contesto specifico dei lavori pubblici che, a questo punto, sembrano essere la sua unica passione. Non ci convincono Lello De Rosa, Luigi Vitelli e Franco Biondi.

Sapete qual è la cartina tornasole dello stato grazia che si sta vivendo proprio a seguito di una riforma del Codice degli appalti, buona per la Svizzera o la Svezia e non per l’Italia e specificatamente la città di Caserta. Se facciamo una media dei ribassi che hanno portato l’aggiudicazione di appalti rispetto alla media pre riforma, vi renderete conto cari lettori di CasertaCe (noi ce ne siamo accorti da un pezzo) che questi ribassi sono diminuiti, con un decremento del 300-400%.

Noi abbiamo focalizzato l’attenzione sulla famigerata Centrale di committenza dell’area Nolana e sull’aggiudicazione di lavori da un milione e mezzo e anche da due milioni di euro per i comuni di San Marcellino, Gricignano, Sant’Arpino, non ne parliamo neppure se ci trasferiamo al confine della provincia di Napoli, cioè Giugliano, con ribassi dal 3 al 7% massimo a conclusione di procedure che, a fronte di inviti a 10 imprese, hanno visto presentarsi anche una sola. Una pacchia per costruttori e per i professionisti, tra i quali, manco a dirlo, ha colpito i nostri occhi il nome e il cognome dell’ingegnere Federico Pitocchi, figlio di cotanto padre, Gennaro Pitocchi, e di cui sicuramente saranno fiere sua moglie e sua suocera e, magari, dalla località protetta in cui si trova, o dal carcere blando in cui si trova, anche suo zio acquisito Antonio Iovine O’Ninno.

Ma la questione dei ribassi non riguarda solo la Cuc Nolana. Per comprenderlo vi basterà guardare l’aggiudicazione del comune di Caserta per i lavori per la realizzazione di una super pista ciclabile che coprirà via G.M. Bosco, Piazza Cattaneo, Piazza Pitesti, Via Leonardo Da Vinci, Viale Vincenzo Gallicola, Via Roberto Lodati e Viale Michelangelo. Una gara con una base d’asta da 209 mila euro alla quale sono state invitate cinque imprese sorteggiate, scrivono dal comune.

Una gara partita oltre un anno e mezzo fa e che solo ieri, 21 settembre, ha visto la sua conclusione, con un periodo di latenza, dall’aggiudicazione proposta dalla commissione di gara a quella definitiva, di oltre un anno.

Quindi, in questa vicende ci sono le imprese sorteggiate, che a Caserta non hanno una bella storia, ma anche un ribasso da allarme, da red flag. La gara, infatti, è stata aggiudicata all’impresa Catalano di Saviano, in provincia di Napoli, con un ribasso striminzito del 7%.

L’assenza di fiducia appena esplicitata verso il Trio dell’Ufficio Tecnico del comune di Caserta e il suo sindaco viene alimentata anche da un particolare abbastanza importante: non c’è nessuna informazione su come è andata la gara. Zero verbali pubblicati, nessun nome delle imprese che sono state invitate e di quelle che hanno partecipato. In pratica sulla piattaforma online delle gare del comune di Caserta questa gara da 200 mila euro non esiste.

Ribadiamo lo stesso concetto quando ci siamo imbattuto ultimamente sui mini-ribassi: questa riforma calata in Campania e in provincia di Caserta è prima di tutto criminogena. Non ci riferiamo al caso specifico chiaramente, ma visto che ci riferiamo ad una dei territori più corrotti d’Italia – non lo diciamo noi, bensì eminenti magistrati, – questi ribassi versione small possono portare a un tesoretto, riserve e fondi neri che possono anche trasformarsi in una cassaforte per erogare mazzette.

E poi c’è un altro problema. Questi ribassi di 3, 5, 7 percento creano danni per i comuni. Non conosciamo le dinamiche tecniche che sviluppano questo finanziamento ed esattamente come l’amministrazione pubblico lo utilizzo, ma è ovvio che un ribasso normale, del 15-20%, comporterebbe un risparmio per le casse dello Stato.

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