OSPEDALE DI CASERTA. “Complimenti” a Gubitosa. Appalto covid da 350 mila euro assegnato all’unica impresa partecipante con l’amministratore arrestato e rinviato a giudizio per corruzione

12 Marzo 2021 - 19:23

CASERTA (l.v.r.) – Che se parlassimo solo di una delibera scritta in maniera un po’ confusa, non sarebbe poi così un grande problema. Infatti, tante ne abbiamo viste del livello di quelle di cui vi parleremo tra poco, ma poi, in realtà, anche peggiori.

In questi giorni l’ospedale di Caserta ha messo nero su bianco l’affidamento per la costruzione di tre sale dedicate ai malati di terapia intensiva. Un lavoro dal valore di 350 mila euro, a cui vanno aggiunti circa 30 mila € affidati alla società di ingegneria che gestirà la direzione dei lavori.

Facciamo un passo indietro di qualche mese. Il presidente di regione Vincenzo

De Luca è il commissario per l’emergenza covid in Campania. Ancora una volta un accentramento di poteri verso la figura del governatore che stride con le inchieste che stanno colpendo Palazzo Santa Lucia e i massimi dirigenti regionali nella gestione dell’emergenza covid. Nel suo primo atto, De Luca ha nominato come soggetto attuatore del progetto di potenziamento delle strutture sanitario vergato dalla Regione per l’ospedale di Caserta, il direttore generale del Sant’Anna e San Sebastiano Gaetano Gubitosa. Ed è lo stesso Gubitosa a firmare le delibere 74 e 195 dell’ospedale casertano, dedicate ai lavori per le tre sale di terapie intensiva.

Gubitosa ha seguito pedissequamente le parole scritte da De Luca nella prima ordinanza da Commissario covid, quel del 14 ottobre scorso, in cui il governatore dava l’opportunità di scegliere ditte con cui già ci sono rapporti in essere per eseguire i lavori. E questo è ciò che il direttore generale dell’ospedale di Caserta ha fatto sia con i professionisti che si occupano della direzione dei lavori, un raggruppamento di architetti e ingegneri composto dallo Studio Fochesato Striolo, la Pool Engeneering, l’Arethusa srl e l’architetta Giulia Pentella, sia con chi si occuperà del lavoro più pratico e manuale, ricevendo la commessa più importante: cioè un altro raggruppamento temporaneo, formato dalle società Siram e Graded. Le due aziende hanno offerto un ribasso del 30% su un base di partenza di 498 mila euro e in considerazione del fatto che già si occupano, sempre al Sant’Anna di servizi integrati di gestione e manutenzione, hanno ricevuto l’affidamento per creare le tre stanze di rianimazione (no, non è specificato se solo le stanze o anche i macchinari).

E fino a qui, tutto bene. Non proprio. Non c’era nessun obbligo di riferirsi ad una ditta che ha già in carico altri lavori, senza quindi dare il via ad una procedura d’appalto trasparente per questi lavori così importanti, eppure è stato scelto da Gubitosa proprio il percorso meno chiaro, meno trasparente e più sospetto in una visione pessimistica del rischio clientelare o addirittura corruttivo.

Ma non è solo la semplice visione pessimistica a spingerci verso un commento negativo dell’operazione portata avanti da Gaetano Gubitosa, il dg scelto da De Luca come soggetto attuatore del piano per l’ospedale del nostro capoluogo di provincia. Infatti, è da circa un anno che proprio la Siram è al centro di inchieste giornalistiche e con suoi uomini chiave implicati in vicende giudiziarie

Partiamo da Crescenzo De Stasio, il 50enne di Chiaiano direttore unità business centro sud della società. Indicato come procuratore speciale della Siram, lo scorso maggio è stato arrestato perchè accusato di aver pagato una tangente di 100 mila euro verso funzionari pubblici siciliani, un’ordinanza di custodia che fa parte della grande inchiesta sugli appalti relativi alla sanità della Trinacria che ha visto finire in manette anche il commissario dell’emergenza Covid dell’isola. La procura di Palermo ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per De Stasio e altri 9 imputati e il businessman napoletano è l’unico ad aver scelto il rito ordinario, mentre nel frattempo altri imprenditori sono stati condannati, dopo aver patteggiato.

Ma il gruppo italo-francese Siram+Veolia è anche quello che ha svolto i lavori di preparazione sull’area dove è sorto l’ospedaletto covid a Napoli, in zona Ospedale del Mare. Un affidamento che si è portato dietro un mare di polemiche e al centro di un’indagine della procura di Napoli sugli appalti covid in regione.

Come detto, con la delibera 335 del 27 marzo 2020, sono stati assegnati dall’Asl Napoli Uno i lavori per la preparazione per il modulare alla Siram – Veolia. Il 24 marzo, l’Asl Napoli 1 aveva contattato la Siram, chiedendo di formulare un’offerta per la realizzazione dei lavori, perché l’azienda sanitaria guidata da Ciro Verdoliva (indagato nell’inchiesta portata avanti dalla procura napoletana) aveva scelto di non indire una procedura d’appalto, scegliendo un affidamento diretto, così come avvenuto a Caserta in questo caso. Poche ore dopo la richiesta, la Siram risponde con una proposta da circa 700 mila euro e il 27 marzo l’ASLNA1 assegna i lavori alla Siram. Ma qualcosa stride con questo racconto: infatti, domenica 22 marzo un’azienda subappaltatrice della Siram, la BDC Group, pubblica sulla sua pagina Facebook l’inizio dei lavori, 5 giorni prima della delibera.

La scelta di affidare in maniera diretta, utilizzando il chiavistello dell’emergenza covid, una commessa da 350 mila euro a questa società pare, a nostro avviso, una scelta discutibile (non la prima) compiuta dal dg dell’ospedale di Caserta Gubitosa.