CASERTA. Dirigenti scolastici: un successo il corso di formazione dell’Andis. Soddisfatta la presidente Serpico
19 Dicembre 2022 - 11:51
“Il dirigente scolastico e la comunicazione istituzionale” il tema del seminario di due giorni tenutosi presso il liceo tecnico Terra di Lavoro.
CASERTA Grande successo e piena soddisfazione della presidente dell’Andis di Caserta, Antonella Serpico, per il corso di formazione “Il dirigente scolastico e la comunicazione istituzionale” tenutosi il 16 e 17 dicembre presso il liceo tecnico “Terra di Lavoro”.
Un corso partecipato e che ha visto numerosi interventi (riportiamo in calce quello del prof Renato Candia). I lavori, coordinati proprio dalla presidente dell’Andis, Antonella Serpico, dopo i saluti istituzionali di Emilia Nocerino, dirigente del Terra di Lavoro, del sindaco Carlo Marino, del presidente della Provincia Giorgio Magliocca e del vice presidente regionale dell’Andis, Claudia La Pietra, sono proseguiti con la presentazione del seminario da parte di Gregorio Iannaccone e, di seguito, con gli interventi del dirigente scolastico in pensione Renato Candia, appunto, della responsabile regionale formazione Grazia Pedicino, della responsabile regionale Associativo Antonietta Pellegrino, della dirigente scolastica Alfonsina Corvino.
“Il dirigente scolastico alle prese con la comunicazione istituzionale è una questione che con sempre maggiore urgenza, ha a che fare con il quotidiano organizzativo, gestionale e di manutenzione di ogni scuola. Le ragioni di questa urgenza sono molteplici. Prima di tutto – ha spiegato Candia – i rapporti con l’utenza (famiglie, territorio, associazioni, enti locali ecc…), poi i rapporti con l’Amministrazione (in ingresso e in uscita: saper cogliere i contenuti di disposizioni prescrittive ma saperne anche cogliere il senso più generale relativo al contesto dei tempi e degli spazi, e saper essere ugualmente efficaci nel raggiungere i destinatari di quelle prescrizioni accompagnandone l’azione verso il raggiungimento degli obiettivi che quella stessa prescrizione si prefigge di ottenere). Ma vanno considerati anche i rapporti interni all’Istituzione scolastica che chiede di essere governata secondo principi che non rispondano al caso o alla contingenza del momento, ma che consentano a coloro che dentro questa Istituzione operano, di sapersi orientare e muovere esercitando responsabilità e professionalità (doveri e diritti) evitando rischi di conflittualità e/o disagio per ragioni ambientali. Infine, ovviamente, i rapporti con i principali destinatori del processo di apprendimento, ovvero alunne e alunni, studentesse e studenti, con i quali la scuola contrae, da sempre e da subito, un contratto di fiducia sull’importanza dell’accompagnamento dentro i processi di apprendimento stessi, che sono il principale investimento sul futuro di tutti i giovani in età scolare. La comunicazione istituzionale agisce all’interno di tutti questi confini e vive di questa eterogenea complessità di destinatori. Questo aspetto riconduce a due fondamentali considerazioni che si potrebbero utilmente costituire punti di partenza per una riflessione sulla questione di partenza.
1.)
2.) Inoltre, in considerazione della posizione apicale del Dirigente scolastico nel contesto dell’Istituzione scolastica, sarebbe opportuno che la regia generale del sistema della comunicazione istituzionale trovasse coerenza in una visione complessiva del sistema scolastico e della realtà territoriale che ospita l’Istituzione scolastica che il Dirigente governa, a maggior ragione ritenendo che per funzioni e ruolo sia proprio il Dirigente l’unica figura ad avere e mantenere la conoscenza più ampia delle varie e diverse componenti e delle varie e diverse situazioni che fanno la quotidianità di una scuola.
È necessario dunque poter mettere in ordine spazi e tempi della relazione comunicativa, a partire proprio dall’idea che la comunicazione diventa efficace quando è frutto di un contatto tra le parti coinvolte. La gestione del rapporto di relazione implica a sua volta la considerazione della collocazione sociale che gli interlocutori condividono all’interno dell’ambiente lavorativo di cui sono parte.
Se la prospettiva dell’atto comunicativo è vista dalla figura apicale del Dirigente, può risultare utile il ricorso a modelli di complessità come quelli definiti dalle discipline sociologiche. Uno dei modelli più utili può risultare quello della Piramide della comunicazione di Denis McQuail: il sociologo colloca in una progressione di piani di livello disposti in verticale le diverse tipologie di comunicazione sociale declinandole per complessità piuttosto che per quantità degli interlocutori partecipanti. Così al livello-base McQuail colloca la tipologia della comunicazione intra-personale, ovvero quella in cui l’individuo dialoga con se stesso. Per McQuail è chiaramente la situazione più complessa perché ha a che fare con aspetti non sempre espliciti dell’agire quotidiano, compreso l’inconscio. Ai livelli successivi McQuail colloca tipologie di carattere inter-personale dove però gli interlocutori si moltiplicano: livello interpersonale diade- coppia, livello all’interno del gruppo (famiglia, staff di lavoro), livello istituzionale aziendale (tutto il personale che lavora a vario titolo all’interno dell’istituzione), fino al livello macro- sociale (tutta l’utenza esterna). Ognuno di questi livelli, ciascuno con le sue specifiche, può essere applicato alle diverse componenti che compartecipano all’andamento dell’Istituzione scolastica. E di conseguenza appare piuttosto chiaro come ognuno di questi livelli richieda accessi e comportamenti caratterizzabili da competenze comunicative proprie e distinte.
Una considerazione importante riguarda il livello-base, della comunicazione intra-personale. È importante che in questa fase il Dirigente possa elaborare la propria visione del sistema, fatta anche di componenti emotive, che tuttavia dovranno essere calibrate adeguatamente quando il Dirigente, nell’attivare i diversi livelli di relazione con le componenti scolastiche, andrà a negoziare la propria visione del sistema, necessaria per dare coerenza al processo organizzativo- gestionale dell’Istituzione.
Nell’attuale società digitale è richiesta al Dirigente anche questo tipo di competenza, il proprio personale storytelling, una narrazione della sua visione del sistema, dove trovare sempre ragioni e motivazioni del proprio agire, che risultino chiare e comprensibili al maggior numero possibile dei suoi interlocutori”.