CASERTA. E’ uno schifo: l’amministrazione taglia 15 mln di euro in beni e servizi e il consiglio comunale approva tutto in 10 minuti

18 Febbraio 2019 - 09:45

CASERTA (gianluigi guarino) – Non ci dovete rompere i coglioni. Noi non daremo più la dignità di una semplice menzione, ma anche di un’espressione di attacco a un consiglio comunale delegittimato sotto ogni punto di vista. In nessuna città d’Italia può capitare che in un riequilibrio di bilancio legato strettamente a una seconda dichiarazione di dissesto, nel giro di 7 anni, duri mezz’ora, manco si trattasse di ratificare una delibera relativa alla carta igienica da comprare nelle scuole primarie della città.

Caserta è morta e putrefatta. E lo ha dimostrato, ancora una volta, venerdì quando al netto di qualche consigliere comunale, quale Mario Russo che certo in passato non ha incrociato la nostra benevolenza  ma a cui bisogna dare atto di avere un rapporto connotato da una significativa indipendenza di pensiero nei confronti delle scelleratezze dell’amministrazione comunale, comunque meno vergognose del modo con cui questo consiglio di ignoranti affronta questioni cruciali per il futuro di Caserta, anche se Caserta, ignorante come i consiglieri che ha eletto, non lo sa. E se lo sa, se ne fotte.

Ecco perché venerdì non abbiamo dedicato una sola sillaba a quella seduta del consiglio comunale. Oggi, però, qualcosa la dobbiamo scrivere. Ma solo per stare bene con la nostra coscienza, non perché questo riuscirà a smuovere la dignità oltraggiata della città capoluogo.

Dunque, nel presunto riequilibrio approvato, il capitolo delle spese correnti, quello che serve alla città per esprimere un minimo di decoro (non gli investimenti) passano dagli 85 milioni 343.726, 99  euro del 2018 ai 70 milioni 568.135,54 euro del 2019, fino ad arrivare a 67 milioni 713.321,99 euro nel 2020. Per chi non l’avesse capito, siamo davanti a un taglio lineare di circa il 20% delle risorse messe a disposizione per i servizi ai cittadini. Ampiamente superato questo 20% confrontando la spesa del 2018 con quella prevista del 2020.

Quindi, cittadini casertani, se pensate che nel 2018 il Comune abbia speso tanto, poco, oppure il giusto, sappiate che nell’anno appena iniziato vi saranno tolti 15 milioni che diventeranno 18 e rotti nel 2020. Siccome queste cose non ve le spiega nessuno, perché a nessuno viene in mente di studiarsi mezza riga sulla finanza locale, ve lo diciamo, subito dopo la conclusione dei racconti banalissimi che si leggono a destra e a manca e che non sono in grado di mettere a fuoco un solo punto essenziale di quest’altra scellerata storia.

Ora, qualcuno potrebbe legittimamente domandarsi: “Però, un bilancio lacrime e sangue, il sacrificio dei tagli, se è funzionale a un risanamento strutturale dei conti della città, che sarà utile a far vivere meglio di noi i nostri figli e i nostri nipoti, okay, facciamolo questo sforzo e mobilitiamo il meccanico almeno due volte al mese per riparare o cambiare braccetti e semiassi delle auto reduci dalla riproposizione quotidiana di un Camel Trophy in salsa casertana“.

E no. Perché questa non è una chiamata a un sacrificio collettivo della serie: mettiamo un punto alle schifezze compiute negli ultimi 20 anni e ripartiamo da zero con una programmazione economica seria, oculata e rispettosa del valore del pubblico denaro. Perché i signori del comune (e ci fosse un consigliere a sottolineare questo aspetto, dei giornali non ne parliamo neanche perché tanto è inutile) non useranno i soldi tagliati all’erogazione di beni e servizi ai cittadini per ripianare i debiti del dissesto, ma per questo (tanto a loro che frega delle generazioni future, basta poter inciarmare fino all’ultimo giorno lì sopra) faranno ulteriori debiti accendendo un ulteriore mutuo alla Cassa Depositi e Prestiti, stavolta di 26 milioni di euro.

Ciò significa che il finto rientro dal debito del dissesto viene attuato spostando il gravame finanziario da un’altra parte e caricando il comune, e tutti gli altri cittadini, di una salatissima rata che peserà su di loro, i loro figli e i loro nipoti per i prossimi 30 anni. Niente emerge e nulla viene detto e fatto per realizzare finalmente un analisi seria dei motivi dei dissesti, nulla viene detto sulla vergogna di un rapporto tra comune ed Eco.Car., sviluppatosi negli anni attraverso conti e documentazioni farlocche che forse ancora oggi fanno uscire dalle casse della città soldi per un importo funzionale ai 180 dipendenti che la Eco.Car. non ha più e che sono diventati a malapena 160.

Insomma, si continua a nascondere la polvere sotto al tappetto. E allora, se Matera ha conquistato la ribalta del continente ottenendo la nomination a capitale europea della cultura, Caserta guadagnerà la ribalta mondiale battendo il primato del globo in termini di default economico.

Si apra, dunque, il sipario sul dissesto ter.