CASERTA. La città persa tra retorica, slogan e clientelismo ed un VIDEO. Marino crede di essere il sindaco di Bolzano e non della depressa Caserta che lui governa da anni…
18 Dicembre 2024 - 17:04
Caserta (p.m.) – Alla retorica vuota ed inconcludente che questa amministrazione spande a piene mani, principalmente per voce di Carlo Marino, che, ad ognuno dei molti convegni a cui va, pare che sia il sindaco della civile ed evoluta Bolzano e non della depressa Caserta che lui governa da anni, non possiamo che opporre i fatti e la realtà vera.
Non ci riferiamo tanto all’appena pubblicata indagine annuale de Il Sole 24 Ore sulla Qualità della Vita 2024, pure tangibilissima, che spinge Caserta ancora più in basso al 101 posto (su 107) della relativa graduatoria, con un peggioramento di 3 posizioni rispetto al 2023. Sappiamo che il primo cittadino, come ci ha abituati per tutti i report degli organismi indipendenti che immancabilmente mettono la città tra le ultime, svicolerà in tutta improntitudine sostenendo che – se ci si passa la metafora sanitaria – è il termometro che è rotto e non già la provincia a cominciare dal capoluogo che ha la febbre.
Vogliamo avere riguardo, invece, alle cose che la cittadinanza sperimenta direttamente, in prima persona. Ed eccone un pot-pourri, un fior fiore delle gesta carlomarinesche.
Sulla mistificazione della vocazione turistica del capoluogo oltre la Reggia – a cui, per vero, ai casertani piace insensatamente sentirlo dire – il sindaco si è inventato una lunare tassa di soggiorno. Ma la città manca di tutto sul piano dell’accoglienza per la parte pubblica ed è impresentabile per il resto, tanto che le associazioni di tutela dei consumatori dovrebbero impugnare l’imposta perché non ha corrispettivi. Propina di continuo l’idea, facendo finta di non sapere che i visitatori arrivano esclusivamente per visitare il monumento di Vanvitelli, di voler attrarre fiumane di turisti nel centro storico, quello che, già originariamente piuttosto modesto, egli sta svilendo con la sua dissennata politica urbanistica di abbattimento dei palazzi identitari della città. Si inventa, con idea vetero-dirigistica, l’uscita dei visitatori della Reggia in corso Giannone perché, pecorilmente, percorrano via Mazzini e le limitrofe in specie di steccati. Affinché capiscano quanto è bella, anzi bellissima la città in se stessa, ma finora disdegnata. Dal teatro Parravano, degno dell’Opéra Garnier di Parigi, a piazza Vanvitelli, con la sua architettura modernista, che ha sperimentato la sostituzione degli antichi palazzi nobiliari e storici con quelli dozzinali degli ultimi decenni. Se tra i visitatori ci sarà chi vorrà fare esperienza del bruttismo, fanno al caso loro lo stesso palazzo comunale e la settecentesca Locanda della Posta rifatta. Trovandoci in tema, pubblichiamo un recente video postato in rete, che mostra la pista ciclabile di via Giannone completamente occupata da macchine in plateale e continuo divieto di sosta. Uscendo sulla strada, come si immagina di obbligarli, dalla visita alla Reggia, i turisti potranno cogliere appieno il grado di civiltà cittadino, che è in definitiva uno scopo del viaggiare ossia fare esperienza di altre culture ed altri modus vivendi anche deteriori. Ma Marino ci sembra si sia superato in questi giorni dell’avvento. Mancando ogni minima iniziativa da parte del comune per le feste natalizie, è andato a mettere il suo cappello su quelle promosse e con successo dai privati a Casertavecchia come in altri luoghi della città. E ricicciando con una app turistica ed un tavolo del turismo, già sperimentati in passato in modo fallimentare. Chi si ricorda più dell’UCE, l’amebico e poi spirato ufficio coordinamento eventi, già alle dipendenze dirette del sindaco, che oltre che assorbire risorse e conferire incarichi non pare abbia fatto molto.
Al contrario, forse perché impegnato in questa pantomima casertana, il sindaco, per solito verbosissimo, non dice una parola sulle scuole comunali che mancano del riscaldamento. Ugualmente, quando abbiamo cercato di sentire sulla cosa, attraverso l’email istituzionale, l’assessora competente Maria Gabriella Grassia,non abbiamo avuto risposta. In effetti come si fa a spiegare credibilmente che da giugno non sono stati capaci di assicurare il funzionamento dei termosifoni nei plessi scolastici? Ne abbiamo scritto (qui la nota dedicata) evidenziando l’incredibile e l’intollerabilità della vicenda, che tuttavia non fa né caldo né freddo al governo della città, alle prese, più che con il gelo delle aule, con la istituzione della Fondazione del Belvedere di San Leucio. Un altro inutile baraccone clientelare che si apparecchia e che finirà per pesare sulla fiscalità cittadina.
Passiamo ad altro. Al capitolo dello stato pietoso in cui si trovano le strade. Non c’è niente da fare. Nessuno è in grado di intervenire concretamente, almeno perché siano appianati gli avvallamenti più rischiosi ed insidiosi che sono ovunque. In omaggio alla concretezza che prediligiamo, ecco una foto che ci ha inviato un lettore a riguardo di una consistente buca che si è aperta da tempo lungo la chiesa di S. Anna. Per far capire la profondità pericolosissima e le proporzioni dell’incavo, ha ritratto un suo piede messo all’interno. Se non c’è uno sprofondo di almeno 30 centimetri, buono per la frattura delle tibie o dei malleoli più robusti, poco ci manca.
E, per non allungarci troppo, finiamo con il verde pubblico. Anche qui, l’azione comunale consiste essenzialmente nella propaganda e nelle parole in libertà. Ogni intervento finanziato sul patrimonio arboreo è puntualmente e motivatamente contestato dalle associazioni ambientaliste, che denunciano gravi errori botanici e consumo di suolo, nella logica dell’incetta di ogni appalto. Taciamo sul Macrico, tema di populismo e di demagogia di ogni forza politica. Per come è stata squassata di cemento la città, l’unica destinazione corretta di esso sarebbe quella a foresta urbana. Un’ovvietà per chi conosce i termini della questione e le numerose mire speculative sull’area. Invece, lo scopo vivissimo dell’amministrazione comunale e dei soggetti che le sono contigui è quello di metterci le mani sopra. Nel recente convegno Come sarà Caserta nel 2050, promosso dai movimenti cittadini Caserta Decide e Speranza per Caserta, i maggiorenti del PD e del Movimento 5 Stelle Graziano e Santillo, tenendosi sul più vago del vago, hanno fatto intendere che ben altre idee hanno sul terreno diocesano. In linea, evidentemente, con quelle manifestate per il passato, quando si discorreva di un campus universitario, un polo sportivo, un centro culturale. Tutte occasioni per nuove e dispendiose strutture pubbliche, superflue perché pletoriche, non dettate da criteri di efficienza e razionalità, ma capaci di alimentare il clientelismo degli incarichi, degli affidamenti, delle consulenze, delle forniture, su cui si regge il sottogoverno politico di questa provincia. Altrimenti i voti da dove arriverebbero, giacché ogni idealità “l’è morta” ?
Il video della pista ciclabile di corso Giannone invasa dalle auto in sosta abusiva. Lo spettacolo che la città offrirà ai turisti obbligati ad uscire al nuovo varco della Reggia