CASERTA. LA COMMISSIONE D’ACCESSO e le COINCIDENZE. 400 mila euro di appalti cancellati da Biondi e Vitelli per delle “discrepanze”. Ma durante la gara…

19 Settembre 2024 - 13:55

Entrambi indagati (Biondi arrestato e scarcerato, Vitelli poi “stalciato”) per la corruzione al comune di Caserta, in qualità di commissari di gara non avevamo notato nulla. A pochi giorni dall’arrivo della commissione d’accesso che potrebbe portare allo scioglimento per camorra del comune capoluogo, da rup e dirigente, compiono una “attenta verifica”

CASERTA (l.v.r.) – “[…] da attenta verifica degli atti di gara sono emerse alcune discrepanze tra il Capitolato Speciale
D’appalto e la lettera di invito-disciplinare di gara, determinate da meri errori materiali che si ripercuotono sulla correttezza della procedura con riferimento alla corretta indicazione della tipologia dei lavori da effettuarsi
“.

Questa breve frase segnatevela, potrebbe essere un qualcosa che leggerete spesso per i prossimi mesi. Sì, perché, come già espresso in altre occasioni, il comune di Caserta guidato da Carlo Marino, pur di sembrare una specie di luogo al limite della santità, dopo anni e anni di procedure opache, agli occhi della commissione d’accesso voluto dal ministero degli Interni, che potrebbe portare allo sciogliomento per infiltrazione criminale dell’amministrazione, le sta provando tutte.

Ne abbiamo già raccontate diverse in queste settimane e sempre con un pizzico di ironia, visto che dopo anni di battaglia di questo giornale contro la trasparenza trasparente dell’amministrazione Marino, l’impossibilità di leggere atti pubblici chiari, precisi e totalmente aderenti alle leggi sulla Trasparenza, dall’arrivo della Commissione, invece, si è cambiato registro. Un esempio per tutti: il comune di Caserta ha pubblicato i permessi a costruire e dei subappalti sull’albo pretorio, documenti che erano rari come un pentafoglio, il trifoglio a 5 che porterebbe ancora più foglie porta fortuna.

Torniamo un attimo all’inchiesta che nello scorso giugno ha visto scattare le manette ai polsi a Gioacchino Rivetti, imprenditore e padre di Pasquale, dipendente del comune agli ordini di Franco Biondi nell’Ufficio Tecnico, che ora dovrebbe essere passato alla Provincia, lo stesso Franco Biondi, l’altro dirigente e congiunto del sindaco Giovanni Natale, l’assessore Massimiliano Marzo, il noto Gennaro Rondinone, il dipendente del comune Giuseppe Porfidia (tutti poi scarcerati), ma che ha portato anche all’iscrizione nel registro degli indagati il vicesindaco Massimiliano Casale, l’imprenditore Raffaele Nunziante, il dirigente Luigi Vitelli, uscito dalla vicenda perché abolito il reato di abuso d’ufficio.

Sostanzialmente, per la procura di Santa Maria Capua Vetere Marzo, Natale, Biondi, Vitelli, Nunziante, Casale, Rivetti (papà) erano al centro di un giro di favori elettorali, mazzette e affidamenti di lavori sul comune di Caserta. L’Ufficio Tecnico, in pratica, una sorta di stamperia di affidamenti, atti che sarebbero la prova di accordi corruttivi (ma anche dell’abuso d’ufficio, assurdamente abolito pochi mesi fa).

Gli arresti avvenivano ai primi di giugno, ma noi dobbiamo spostarci a qualche mese prima, al 19 febbraio 2024.

In questo giorno vengono aggiudicate due gare da 140 mila euro e 252 mila euro. La prima riguarda lavori di riqualificazione urbana in largo Martiri di via d’Amelio e viene aggiudicata tramite affidamento diretto, possibile solo perché il progetto fu ridimensionato nei costi e, fino a prova contraria, il caso lo portò sotto la somma minima per la scelta diretta di 140 mila euro, alla ditta della signora Vincenza Conte, la C.M. Edilizia di San Marcellino.

L’altra procedura, invece, fu una garetta. Lo stesso comune invitò sette ditte a rispondere. Per i lavori di Villetta Giaquinto di miglioramento del decoro urbano il comune non rese noto chi partecipò e quali offerte arrivarono (ah, se la commissione fosse stata qui prima…) e ad aggiudicarsi i lavori fu la New Verde di Quarto, del signor Andrea Verde.

Questo succede a febbraio, poi arriva giugno, gli arresti, il caos, la commissione d’accesso. E il 9 settembre scorso, con i funzionari del ministero degli Interni che stanno studiando le carte soprattutto dei settori Verde Pubblico, Viabilità e dell’intero Ufficio tecnico, il rup delle due gare Franco Biondi e Luigi Vitelli, dirigente, scoprono che da “un’attenta verifica degli atti di gara sono emerse delle discrepanze tra la trattativa diretta e il capitolato con riferimento alla corretta indicazione della tipologia dei lavori da effettuarsi“.

E non fanno mica una variante al progetto o un aumento dei costi, che in un periodo pre commissione era qualcosa di frequente, bensì annullano la gara.

Ora, onestamente, è possibile ritenere credibile, anzi, verosimile che questo annullamento sia legato alla presenza dei commissari del Ministero?

Pare almeno credibile che Franco Biondi e Luigi Vitelli possano aver deciso per l’annullamento in autotutela di questi due lavori da quasi 400 mila euro per la pressione, diretta o causata solo dalla presenza, della commissione d’accesso.

Il comune di Caserta del sindaco Carlo Marino è stato gestito in maniera opaca e sciatta per chi vi scrive, criminale per la procura di Santa Maria Capua Vetere. Un annullamento del genere, a sette mesi dall’aggiudicazione, non ci pare possa essere figlio di un’attenta verifica improvvisa, a campione, un controllo incidentale, una coincidenza, frutto del lavoro di Biondi e Vitelli.

Anche perché, volendo aggiungere, Biondi era il responsabile dei progetti e Vitelli il dirigente, questa attenta verifica andava fatta prima e non dopo. E, inoltre, Biondi e Vitelli facevano parte della commissione di gara per i lavori di Villa Giaquinto.

E allora, ci chiediamo, i due, durante la gara e prima, su cosa avevano acceso la loro attenzione?