CASERTA. La rivolta di Peppe a’ tigre, parcheggiatore abusivo colpito da Daspo. E “La Zanzara” lo chiama in diretta

26 Settembre 2018 - 19:14

 

 

Caserta (Pasman) – Nell’epoca dei social media, dell’esibizionismo eletto a filosofia di vita – digito, ergo sum – non sorprende che un parcheggiatore abusivo casertano, che si professa dichiaratamente tale, colpito dal DASPO del questore, non ci trovi niente di male a postare un suo video (lo potete visionare in calce) in cui recrimina insensatamente su quello che gli succede. In soldoni, di non poter agire liberamente, nella sua attività irregolare di guardamacchine, allo stesso modo in cui viene consentito agli stranieri immigrati della città, rivendicando al riguardo una sorta di abusivismo di necessità.

Immersi come siamo nella cultura del narcisismo (delineata dallo storico e sociologo statunitense Christopher Lasch nel suo saggio del 1979), il filmato non poteva diventare che virale, come usa dirsi, tra lo sghignazzo pubblico. E di questo passo – se condotte simili a quella del nostro non configurano una sorta di apologia dell’illegalità e come tali non saranno perseguite – attendiamoci che anche a qualche ladro o a qualche rapinatore possa venire in mente di fare lo stesso per le proprie gesta, giustificate da un presunto bisogno.

La singolare e paradossale iniziativa non poteva passare inosservata e difatti Giuseppe Cruciani, il conduttore della famosa trasmissione satirico radiofonica La Zanzara in onda su Radio24, ha intervistato telefonicamente, nel suo consueto modo sarcastico, il parcheggiatore casertano, Peppe Rinaldi, detto “A Tigr”.

Proponiamo ai nostri lettori l’audio della conversazione tra i due, la quale in alcuni momenti assume i toni dell’irrealtà, tra Cruciani che afferma che quello del parcheggiatore abusivo non è certo un mestiere e Rinaldi che sembra non capire.

Ma la questione che ci riguarda è un’altra. Il nostro concittadino, che non si dorrà se lo chiamiamo funzionalmente in causa per quanto vogliamo sostenere ed a cui, anzi, esprimiamo la piena solidarietà per le sue asserite difficoltà economiche, sostiene nella sua conversazione radiofonica di avere ben dieci figli, di non avere lavoro nè entrate e di non beneficiare di alcun sostegno pubblico: “…non prendo un sussidio, non prendo la carta REI, nun piglio niente proprio…”.

Se così realmente fosse, sarebbe gravissimo, perché vorrebbe dire che il nostro sistema di protezione e sostegno sociale alle fasce deboli della popolazione è allo sfascio totale, se non assicura nessuna forma di aiuto in una situazione così estrema.

E che i servizi comunali di assistenza alle famiglie povere ed alle persone svantaggiate sono solo dei simulacri burocratici inutili, che chissà come impegnano il loro tempo e le risorse che pure sono ad essi assegnate.

Indipendentemente dalla questione della indigenza incolpevole o meno di taluno, è possibile – ci chiediamo – che i numerosi figli di Rinaldi, molti dei quali immaginiamo minori o appena adolescenti, debbano sopportare la penuria economica, quando, come correttamente ha osservato il padre, ad ogni straniero persino clandestino lo Stato si fa scrupolo di riconoscere un minimo vitale di 35 euro ? E’ evidente, allora, che c’è qualcosa che non torna.

Non c’è un assistente sociale di Palazzo Castropignano che possa seguire ed assistere questo nucleo famigliare casertano in evidenti condizione di difficoltà ?

Però se operano solo formalmente come fanno, per esempio, come abbiamo denunciato più volte, con i barboni italiani e stranieri malamente buttati nelle strade della città, stiamo freschi.

Ci si limita a dire che essi rifiutano di essere ospitati nei centri di accoglienza e li si lascia bivaccare sui marciapiedi in pieno centro, dove potranno permanere, pare di capire nell’ottica municipale, a loro piacimento fin quando vorranno.

Ma d’altro canto è il nuovo spirito del tempo: come per l’obbligo di vaccinazione flessibile – la superstizione demenziale elevata a norma di legge – c’è il divieto di bivacco flessibile, ossia ognuno fa come caspita vuole.