CASERTA. Ma quali 6 mesi. Per la garetta dei rifiuti, pronti 12 milioni più Iva. Biondi, dove sono capitolato e disciplinare?

4 Aprile 2019 - 18:49

CASERTA(g.g.) Quando ci si occupa, soprattutto al comune di Caserta, di una determina che fa da cornice ad una gara d’appalto, se non si perde tempo, poco ci manca. O meglio, se conosci il “biondese”, cioè la lingua dell’onnipotente dirigente Franco Biondi, allora puoi provare a dedurre qualcosa, altrimenti anneghi letteralmente nell’incontinenza di una narrativa scritta apposta per farti stancare di leggere e per non farti assorbire, in maniera corretta e con la cognizione di causa di chi magari deve scriverci un articolo sopra, la parte finale contenente la determinazione o determina che dir si voglia, in senso stretto.

Questa roba che leggerete qui sotto, ci strappa un sorriso. Ma riusciamo ad avere un’emozione perchè noi conosciamo o siamo stati costretti a conoscere tutti gli antefatti di questa vicenda, caratterizzata da possibili e forse probabili profili criminali che hanno portato la dda, nei mesi scorsi, ad un blitz realizzato attraverso il Noe dei carabinieri con cui sono stati messi sottosopra case, studi e cassetti (capito, funzionario appena promosso, Pippo D’Auria? Cassetti!) del sindaco Carlo Marino, dell’ormai ex dirigente che Marino aveva riassunto come super consulente, Marcello Iovino, dell’imprenditore-faccendiere Carlo Savoia, e del già citato Pippo D’Auria.

Finalmente abbiamo capito che la gara della vergogna, quella della presunta turbativa d’asta, organizzata a favore di un’impresa, la Energetika Ambiente, collegata direttamente a Carlo Savoia, a sua volta sospettato di rapporti con i clan mafiosi e camorristici, è stata revocata.

Perchè, fino ad oggi, non l’avevamo capito. Leggiamo testualmente dal testo della determina, scritta da Biondi: “Con nota Pec n. 32785 del 18.03.2019 la scrivente Stazione Appaltante, nell’ottica di una nuova analisi dei costi/benefici, e in virtù anche della costituzione e operatività del Consiglio d’Ambito, ha sospeso le attività procedurali finalizzate all’aggiudicazione della gara.

Ecco qua: non abbiamo neanche cominciato e già dobbiamo correggerci perchè il prestidigitatore Biondi non ha in realtà ancora revocato la gara ma l’ha sospesa perchè siccome il quadro di riferimento è cambiato, con la nascita dell’Ato rifiuti e del sotto ambito di Caserta, occorre muoversi in una nuova ottica di analisi costi-benefici, perchè evidentemente i costi e i benefici già concordati, pardon, definiti nella gara di Carlo Savoia, non sono più utilizzabili.

La determina informa solo del fatto della sospensione della gara principale. Altro non dice. Ad esempio, sarebbe interessante capire se il procedimento che ha portato a questa sospensione, sia stato o meno completato e se si sia manifestato in un’altra determina e in comunicazioni formali ai partecipanti alla citata gara.

Nella narrativa-Biondi, questo non si capisce assolutamente. Nell’albo del comune capoluogo, deserto dei tartari.

Veniamo alla garetta: la determina inaugura la procedura e afferma che l’affidamento durerà 6 mesi con allungamento eventuale di altri 6 mesi, applicati a discrezione del comune.

Discrezione, una cippa: Caserta, infatti, stanzia 12 milioni di euro più Iva. Ciò vuol dire che una rimessa mensile da corrispondere al vincitore esprimerà un valore monetario superiore a quello corrisposto ad Ecocar, azienda che ha incassato un milione e qualche spicciolo al mese, compresa l’Iva, su una base di poco superiore ai 950 mila euro. Dunque il comune ha già programmato di stanziare una cifra che copre un anno intero e non i 6 mesi. Per cui, il discorso della discrezionalità rappresenta solo una presa in giro. Il solito espediente di dialettica burocratista che nasconde le vere intenzioni di chi sta pianificando questa operazione.

Vi facciamo sconto e grazia di tutte le formulette che giurano fedeltà alla legge che impone la copertura completa dei costi, con le somme incassate in entrata dal gettito Tarsu. Qui siamo alla faccia di bronzo, visto e considerato che ad oggi l’espediente vergognoso, anti economico della immissione iniziale in bilancio dei ruoli che poi si sono già tradotti, al massimo, in un incasso reale del 50%, ha già determinato uno squilibrio superiore ai 40 milioni di euro, così come ha dichiarato anche l’ex assessore alle finanze e al bilancio Nello Spirito, nella video intervista che gli abbiamo fatto nei giorni scorsi (CLICCA QUI PER VEDERLA). Di questi 40 milioni, una buona parte è già finita nel super passivo, dichiarato dal comune nel consuntivo del 2017, di circa 55 milioni di euro.

Un finale serio e utile: nella determina sono contenute grandi e nobili dichiarazioni di intenti. Viene detto che di questa garetta, la quale naturalmente verrà aggiudicata col sistema, reso turpe dall’applicazione che ne hanno fatto gli enti locali nazionali e indigeni, dell’offerta economicamente più vantaggiosa, sarà tutto reso trasparente dalla pubblicazione su ogni albo pretorio dell’universo, a partire da quello del comune di Caserta-amministrazione trasparente, da quello dell’Asmecomm, da quello del ministero e magari, aggiungiamo noi, anche da quello dell’Onu.

Ma le chiacchiere stanno a zero. Ad oggi, infatti, ad una settimana di distanza dalla pubblicazione della determina, non si scorge traccia da nessuna parte, del capitolato speciale di gara e del disciplinare. Nella sezione amministrazione trasparente, area Ambiente, l’ultima immissione risale a 8/9 mesi fa. Roba contemporanea, insomma.

Amiamo terminare ogni articolo con un pensierino su Carlo Marino: sindaco, poi dice che noi siamo contro di lei. Come la dobbiamo avvisare. Che linguaggio dobbiamo utilizzare ancora? Ci aspettiamo, al massimo entro un paio di giorni, che il disciplinare e il capitolato, che non possono non essere già redatti altrimenti la determina non poteva essere pubblicata, vengano messi a nostra disposizione. Non del popolo casertano, tanto quelli sono una banda di scemi, altrimenti non avrebbero votato voi.

CLICCA PER LEGGERE LA DETERMINA FIRMATA DA FRANCO BIONDI