CASERTA. Marzo, Maietta, Giovine, Iannucci e Casella. Tutti arruolati a 433 euro al mese nel Servizio Civile del comune. Parentopoli? Nooooo😂😂😂

14 Aprile 2022 - 11:39

Ieri sera avevamo già pubblicato l’elenco. Ci fosse stato un coglione a segnalare questa cosa. A dimostrazione che non essendo la lettura in quanto tale un elemento neppure lontanamente nell’esistenza di questo pseduopopolo, lo stesso non può che essere destinato a diventare l’ultimissima ruota del carro, lo scarto dell’Italia intera

CASERTA – All’inizio degli anni Dieci di questo millennio, il Servizio Civile era ammantato da una sorta di negativa ombra. Spesso veniva criticato, o apprezzato in base alla posizione del conversatore, perché era diventato un modo semplice ai giovani di guadagnare qualcosa senza poi sudarsela più di tanto. Non si fa tanto, non si guadagna tanto, ma perlomeno qualcosa in tasca arriva.

Negli ultimi anni abbiamo notato una certa attenzione, invece, alle attività presenti all’interno dei bandi, come se si volesse recuperare una certa credibilità di questo istituto.

Ma quando non si rispettano anche i più minimi requisiti di trasparenza, la credibilità di cui sopra perde valore e va a farsi benedire. E allora ci viene a pensare che a Caserta dobbiamo sempre farci riconoscere. Anche la possibilità di portare dei ventenni o poco più nel mondo dell’amministrazione statale si trasformava in una gestione opaca dei dati, ragazzi che quindi imparano che la cosa pubblica, alla fine, non è neanche poi così pubblica, più privata.

Questo perché nelle graduatorie pubblicate dal comune di Caserta per 18 ragazzi selezionati per i progetti gestiti dal comune capoluogo sono stati pubblicati i relativi punteggi.

Infatti, affianco alla data di nascita di questi giovani si legge chiaramente che nella colonna del punteggio questo è “Riservato“.

La falla, però, non è solo la mancata pubblicazione del punteggio finale. Il comune ha deciso di non rendere noti i risultati sia dei titoli che dei colloqui degli idonei, come avviene sempre per tutti gli enti che si avvalgono delle procedure concorsuali per il servizio civile e come prevede il bando relativo a questo progetto nazione

Per l’appunto, l’articolo 7, oltre a chiarire come “l’ente (in questo caso il comune di Caserta), terminate le procedure selettive, compila le graduatorie dei candidati relative alle singole sedi di progetto in ordine decrescente di punteggio attribuito ai candidati, evidenziando quelli utilmente selezionati con riferimento ai posti disponibili“, specifica come lo stesso ente deve rendere noti i risultati del colloquio e dei titoli durante il consorzio.

Quindi, ad esempio, se un ragazzo è risultato idoneo ma non selezionato, quindi arrivato dietro ad altri che hanno vinto questa procedura, non potrà mai sapere il perché, non potrà mai capire quali sono stati i punteggi attribuiti al suo colloquio e a quello di chi gli è finito davanti.

Perché inserire il termine Riservato, piuttosto che compilare la graduatoria come tutti gli altri enti hanno fatto? Perché non pubblicati i risultati dei titoli e dei colloqui, circostanza prevista dalla normativa?

Niente, al comune di Caserta non si riesce a portare a termine un qualsivoglia progetto senza che venga intaccato il basilare diritto alla trasparenza della cittadinanza. Sarebbe il caso che comune pubblicasse tutti i numeri, relativamente a titoli e colloqui, perché, e lo potete notare anche voi, all’interno del graduatorie ci sono cognomi noti, conosciuti, legati a amministratori della città. Rendere questa procedura trasparente, non solo lo prevede la legge, ma anche il buon senso.

In passato ci saremmo indignati e avremmo pubblicato uno dei nostri articoli alla nitroglicerina: “vergognatevi…scandalo…ci vogliono i forconi“. L’incedere del tempo, tra i tanti guai che provoca, contiene anche dei lati positivi. Ad esempio, si riesce, con il cammino dell’età a sciogliere la rabbia, l’indignazione della mosca bianca che crede nel diritto, dell’onestà dei rapporti personali, professionali, a trasformarsi in pacifico, forse rassegnato, sicuramente rasserenato disincanto.

L’esperienza e tutto quello che abbiamo trascorso e vissuto nell’esercizio della nostra professione ci ha fatto capire che con questi popoli autoctoni meridionali, ma poi con quello casertano in particolare, vai fuori registro, vai fuori sintonia nel momento in cui ritieni che un fatto gravissimo che sindaco, assessori, consigliere, dirigenti, impiegati, nani e ballerine, sequestrino letteralmente la cosa pubblica e riempiano militarmente l’elenco dei prescelti del servizio civile di parenti, più che di affini. Perché questi non sono affini, sono parenti.

Il cammino dell’età ci permette di dire che incazzarsi, dire che è uno scandalo significa parlare da soli, abbaiare alla luna, perché i casertani non la pensano così. Chi legge queste notizie pensa, invece, che dritti questi qua, speriamo che un giorno o l’altro possa andare anche io sopra ala comune e piazzare mio figlio, mio fratello, la nipote, la commarella.

E allora, se gridiamo andiamo fuori registro, fuori sintonia. Ma se non gridiamo, possiamo fare appello al disincanto, ad una ricchezza interiore acquisita con una ricchezza da mescolare con una tonificante goliardia. Concedeteci, almeno, di farci due risate dato che queste non fanno del male a nessuno.

LE DUE GRADUATORIE:

ARTE E CULTURE

RINNOVAZIONE URBANA