CASERTA. Nella triade dello scioglimento del comune c’è anche il vice della commissaria Nicolò, arrivata dopo la caduta di Pio Del Gaudio. Il buon inizio, poi il “fascino” di Franco Biondi…
23 Aprile 2025 - 10:39

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Potremmo dire “irretita” dalle capacità (mai negate, sul loro uso però…) del dirigente che divenne perno della gestione commissariale nel 2015. Ma ora sono cambiate – e di molto – le carte in tavola. Anatriello ha un compito ancor più importante delle sue colleghe di commissione
CASERTA – Ha destato una certa sorpresa il nome di uno dei tre commissari che guideranno il comune di Caserta per i prossimi 18 mesi, dopo lo scioglimento deciso dal Consiglio dei Ministri relativamente relativamente alle infiltrazioni al condizionamento camorristico che ha colpito l’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Marino.
La prefetta di Caserta, Lucia Volpe, ha ha affidato la gestione ad una triade composta da Antonella Scolamiero, ex prefetta in pensione, la quale ha guidato gli uffici territoriali del governo di Viterbo e di Salerno.
Lei sarà la presidente della commissione e speriamo che non sia stata influenzata negli anni salerniatni dal modus operandi di chi ha governato per decenni la città di Salerno e la Campania, ovvero Vincenzo De Luca.
Anche l’ex vice prefetta Daniela Caruso, pure lei cessata dal servizio, originaria della provincia di Cosenza sarà all’interno della triade commissariale del comune capoluogo.
La sorpresa ci ha colpito quando abbiamo visto chi sarà l’ex dirigente in pensione del ministero degli Interni, nominato dalla prefetta Volpe: parliamo del romano Agostino Anatriello.
Si tratti di un soggetto che di certo ha le carte in regola per ricoprire questo ruolo, visto il curriculum di tutto rispetto, fatto di incarichi al ministero degli Interni, in tante strutture dello Stato, oltre che all’Europol, senza contare il suo lavoro da commissario a seguito dello scioglimento del comune di Anzio sempre per infiltrazione mafiosa.
Ma Agostino Anatriello a Caserta ha già lavorato. Era il 2015, infatti, quando il prefetto di Caserta, Carmela Pagano, nominava quale commissario prefettizio Maria Grazia Nicolò, a seguito dello scioglimento del comune, legato alle dimissioni di 18 consiglieri comunali il 28 maggio del 2015.
Al tempo il sindaco era Pio Del Gaudio, oggi consigliere comunale. La vicenda dell’ex primo cittadino è nota. Arrestato il 14 luglio 2015, la sua posizione verrà poi stralciata e sarà archiviata su richiesta stessa della DDA qualche anno dopo.
Un mese prima di quell’arresto, il comune di Caserta era stato sciolto con decreto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non per infiltrazione camorrista, come nel caso dell’amministrazione di Carlo Marino, ma proprio per le dimissioni rassegnate da 18 consiglieri su 32.
Il commissario straordinario Maria Grazia Nicolò, dopo la nomina ricevuta dalla prefetto Pagano, scelse quale suo subcommissario proprio Agostino Anatriello che si sarebbe occupato delle questioni finanziarie e dei tributi.
Della gestione commissariale della Nicolò si ricorda un buon inizio, con un’attività di controllo che fece ben sperare sulla gestione dell’ente, travolto anche dallo scandalo dell’arresto dell’ex sindaco, successivo, come detto, alle dimissioni e allo scioglimento.
CasertaCe era presente in quegli anni. Dopo aver scritto positivamente del lavoro della Nicolò, cambiamo punto di vista. Non per qualche motivo in particolare, ma perché la commissaria prefettizia si affidò quasi completamente nelle mani del dirigente Franco Biondi, che tornò ad essere centrale nelle dinamiche di gestione di Palazzo castropignano come lo è ancora oggi.
Va detto che sul dirigente Biondi nessuno ha mai messo in dubbio le capacità, la sua preparazione. Qualche critica (e usiamo un eufemismo), nostra e anche della procura antimafia, oltre che di quella di Santa Maria Capua Vetere, viene sollevata per il modo e i fini in cui mette a regime la sua competenza. Evidentemente, nello sperpetuo che la dottoressa Nicolò si trovò davanti, ritenne di affidarsi nella gestione delle procedure a Biondi, una scelta che la storia sembra giudicare come errata.
Agostino Anatriello, quindi, conosce bene Franco Biondi, sa che corpo dirigenziale si troverà davanti. Ma questa volta lui e la triade commissariale non dovranno seguire le orme della commissaria prefettizia Nicolò.
Infatti, è proprio un’indagine che ha il dirigente portato agli arresti domiciliari, poi revocati, ad essere stata la causa scatenante di tutto, ovvero dell’arrivo della commissione d’accesso che poi ha trovato le infiltrazioni criminali sul comune di Caserta.
Anatriello, al nostro avviso, un compito più importante rispetto alla commissaria Caruso e alla presidente Scolamiero.
Lui a Caserta c’è stato, dieci anni fa, lui conosce già la città. E allora potrà leggere meglio le insidie che la triade avrà davanti a sé nei prossimi 18 mesi. E se avrà bisogno di una mano per rinfrescarsi la memoria, potrà sempre leggere l’archivio di CasertaCe degli ultimi 5/6 anni.