CASERTANA. Per Carlo Marino la costruzione del nuovo stadio da 50 milioni di euro serviva agli “sviluppi sportivi della squadra”. I dubbi sul destino dei rossoblù e del Pinto

2 Luglio 2021 - 19:47

La squadra del patron Giuseppe D’Agostino non riuscirà ad iscriversi al campionato, salvo un vero e proprio miracolo dell’ultima ora. Eppure va avanti un progetto che il comune ha avallato e che proprio sul futuro dei rossoblù basa la sua motivazione d’essere

CASERTA (l.v.r.) – E’ inevitabilmente uno degli argomenti più chiacchierati e discussi in città: la Casertana non è riuscita ad avere la fideiussione, una garanzia da un istituto di credito dal valore di 350 mila euro che le permettesse l’iscrizione al campionato di Serie C che inizierà nel mese di settembre prossimo. La società ha inviato la restante documentazione in Lega e proporrà ricorso asserendo di aver fatto tutto quanto il possibile per ottenerla questa garanzia bancaria, ma le speranze, come già detto, sono ridotte al lumicino.

La squadra del patron Giuseppe D’Agostino, quindi, non riuscirà ad iscriversi al campionato, salvo un vero e proprio miracolo dell’ultima ora. Dovrebbe ripartire dalla Serie D, il massimo campionato non-pro all’interno della scala gerarchica del pallone italiano, dove la fideiussione da presentare alla LND è ben più bassa, 31 mila euro.

Questa situazione si ripercuoterà inevitabilmente anche sulla ristrutturazione del Pinto e quindi sulla costruzione del nuovo stadio di Caserta da 12 mila posti, con negozi e altre attività connesse?

E’ ciò che stiamo cercando di approfondire in queste ore, ma tra diritto sportivo e amministrativo non è semplice avere una risposta chiara. Non lo è anche perché i documenti del comune di Caserta non brillano mai per completezza di contenuti. Prendiamo, ad esempio, la delibera 18 del 16 giugno 2020 del consiglio comunale di Caserta, con cui viene conferito l’interesse pubblico alla costruzione del nuovo stadio. Ve lo diciamo subito: fu un plebiscito. Tutti i consiglieri comunali presenti votarono a favore, all’esclusione di due astenuti – Naim, Apperti di Speranza – che si videro bene dal votare contro e quindi dall’inimicarsi una piazza che fino a 365 giorni fa acclamava D’Agostino e che ora chiede spiegazioni di questo terremoto sportivo con motivata rabbia, commentando il post con cui la società ha indetto il silenzio stampa.

All’interno di questo documento che potrete leggere alla fine dell’articolo si trova la motivazione dietro alla decisione di ritenere il nuovo Pinto meritevole di essere inserito nelle opere necessarie per il perseguimento dell’interesse pubblico della città. Oltre al fatto che un adeguamento dello stadio era prevista nel Piano delle Opere Pubbliche 2020/2022 del comune di Caserta, leggiamo testualmente: “Considerato che l’attuale stadio Alberto Pinto è una struttura vetusta con una capienza insufficiente agli sviluppi sportivi della Società Casertana F.C. srl e che pertanto per tali motivazioni si ritiene di procedere ad una sua riqualificazione“.

Cerchiamo di arrivare al punto: il Piano Triennale delle opere pubbliche una specie di libro delle favole, in considerazione del fatto che, fondamentalmente, non è vincolante, è semplicemente lo strumento con cui l’amministrazione individua i grandi interventi e le opere con cui si può modificare la città. Libro delle favole nel senso che sono progetti che spesso e volentieri poi non si realizzano, perché riguardano una visione, non un destino ineluttabile. Considerando che i lavori di miglioramento del Pinto sono stati messi in cantiere grazie ai fondi delle Universiadi del 2019 (che poi, tra l’altro, solo in parte sono terminati due anni dopo la cerimonia di chiusura dei giochi), resterebbe in piedi come reale motivazione per una ristrutturazione del Pinto gli “sviluppi sportivi” della Casertana.

E se stiamo parlando di una società che – fino a prova contraria – non è riuscita ad avere una fideiussione da una banca dal valore di 350 mila euro per iscriversi alla terza serie del calcio italiano, è ancora possibile pensare alla costruzione di uno stadio che costerà circa 50 milioni di euro per una squadra di cui ad oggi non si conosce il destino? Quali sono gli sviluppi sportivi della Casertana a cui sono legati i lavori del Pinto?

Sulla questione nuovo stadio di Caserta il sindaco Carlo Marino ci ha messo la faccia, ha lavorato insieme a D’Agostino per questo progetto, si è preso delle responsabilità con la società sportiva sull’ammodernamento del Pinto, ma soprattutto con tutta la città relativamente a ciò che accadrà intorno allo stadio e quindi alla squadra rossoblù. A questo punto sarebbero necessarie delle spiegazioni da parte del primo cittadino sul destino del Pinto, non può bastare il definirsi “deluso e molto sorpreso“.

Non vogliamo entrare in un giudizio sulla gestione D’Agostino, non è il momento per farlo. Sullo stadio avevamo delle perplessità, dopo questi giorni confermiamo quel nostro dubbio, quel dubbio che alla fine si siano messi i maccheroni sopra al formaggio, si sia voluto mettere in piedi un impianto sportivo che alla città di Caserta, nonostante la dichiarazione di pubblico interesse del consiglio comunale, fondamentalmente non serve.

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