REGGIA DI CASERTA. Il “tesoro” del Presepe dimenticato. Parla l’esperto: “Non rispettate regole conservative dell’opera d’arte”

1 Aprile 2021 - 16:05

Allo scopo di sollecitare una riflessione sul punto, abbiamo deciso di raccogliere il parere di esperti dell’ambito, che abbiamo individuato nella prestigiosa Associazione Italiana Amici del Presepio. Oggi l’intervista al suo delegato nazionale, il dottor Giuseppe Aprea

Il presepe palatino nel nuovo allestimento

Il presepe in un altro scorcio

CASERTA (pasman) – Con la breve e momentanea riapertura della Reggia di Caserta dello scorso gennaio, che, come tutti i musei nazionali, sta subendo la lunga ed alterna chiusura causata dalla pandemia, si è potuto assistere alla nuova sistemazione del presepe palatino. Niente di straordinario, come dicemmo allora. Rispetto al vecchio allestimento, si sono semplicemente spostate le brutte teche di ferro e vetro laterali e lo si è provvisto di una nuova illuminazione. Per il resto, il presepe ha mantenuto la più che opinabile disposizione ricevuta dopo il clamoroso furto del gennaio 1985. Ed il fatto, come osservammo ad inizio 2021, denuncia una perdurante e grave sottovalutazione del valore dell’opera e, più in generale, della tradizione borbonica riguardo al presepe napoletano, il quale, grazie al trasporto passionale dei sovrani verso di esso, assurse a vette artistiche insuperate.

Si direbbe, quasi una banalizzazione rispetto alle potenzialità, persino intuitive, di una valorizzazione internazionale che potrebbe avere, nei termini a cui accennammo la volta scorsa. Così, ci ripromettemmo, anche allo scopo di sollecitare una riflessione sul punto, di raccogliere il parere di esperti dell’ambito, che individuammo nella prestigiosa Associazione Italiana Amici del Presepio. Oggi l’intervista al suo delegato nazionale dr. Giuseppe Aprea.

CasertaCe.net: dr. Aprea, prima di affrontare il tema principale di questa intervista, ossia il presepe della Reggia, può illustrate ai nostri lettori le finalità e le attività dell’Associazione Italiana Amici del Presepio, di cui lei è Consigliere Nazionale delegato quale esperto e studioso del presepio napoletano ?

Risposta: L’Associazione Italiana Amici del Presepio (A.I.A.P.) nasce a Roma nel 1952 grazie ad Angelo Stefanucci con l’intento di riunire sotto un unico tetto tutti gli amanti del presepio, mantenendone viva la tradizione  e promuovendone la diffusione. Il fine dell’ A.I.A.P. è quello di valorizzare ed incrementare il patrimonio presepistico nazionale, collaborare con lo Stato Italiano per iniziative socio- culturali e per la salvaguardia e la tutela del patrimonio presepistico nazionale.

Particolare del presepe borbonico nell’attuale disposizione

CasertaCe.net: Certamente conosce il pregevole presepe della Reggia di Caserta e le vicende anche sfortunate che lo hanno riguardato negli ultimi decenni, a cominciare dalle espoliazione subita con il furto del gennaio 1985. Pensa che esso sia stato e venga valorizzato in maniera conveniente ?

R: Ho avuto il piacere, sin da ragazzo, di vedere il primo impianto scenografico e negli anni successivi di rivederlo più volte e per passione e per lo studio del presepio e dei personaggi. Dopo il furto del 1985, fui invitato, insieme al noto studioso del presepe napoletano Gennaro Borrelli, dalla soprintendenza di Caserta cui demmo indicazioni su come si sarebbe dovuto intervenire per il restauro dei pastori e della scenografia. Sono poi ritornato dopo il rifacimento del 1988 ed ho avuto modo di constatare, con sommo dispiacere, che non era stata rispettata alcuna regola né “conservativa” né tampoco “rispettosa” del progetto iniziale del regista al quale fu affidata la direzione dei lavori, il Cav. Cobianchi, pittore paesista, noto hackeriano che volle esaltare la “teatralità” della scena presepiale immergendo la vita contadina in un paesaggio selvatico, in armonia con il mondo orientale. Per non parlare poi sia della quota di base di partenza sia dell’inesistenza di quote intermedie atte ad esaltare su più livelli i magnifici pastori. In pratica l’osservatore è costretto, allo stato delle cose, a guardare verso il basso con una visione “schiacciata”. La stessa pitturazione non richiama affatto lo stile pittorico di quell’epoca dove venivano usati colori a tempera come il celestino, il giallo di Napoli ed il porpora che, venendo mescolati con il bianco e la gomma arabica, davano vita in questo modo ad un colore più opaco e coprente rispetto all’uso normale della tempera. In pratica i colori delle gouaches.

CasertaCe.net: Ha avuto modo di vedere il nuovo allestimento del presepe realizzato durante la chiusura per covid della Reggia e che è stato presentato al pubblico lo scorso 18 gennaio alla riapertura del monumento, e quale ne è stata la sua impressione?

R: Purtroppo, a causa di impegni lavorativi legati anche alla nostra associazione, che tra l’altro conta ad oggi ben cinquantadue sedi in tutta Italia e più di duemila soci, e trovandomi fuori sede da un po’ di tempo, non ho avuto modo di vederlo, ma ho guardato qualche foto dalle quali mi pare di capire che non si differenzia dal precedente allestimento, tranne che nell’illuminazione a tutto campo.

CasertaCe.net: In difformità all’aspetto originario, al presepe con il suo scoglio è stata mantenuta la posizione centrale, la quale fu adottata dopo il furto essenzialmente per ragioni di sicurezza, sminuendone tuttavia gravemente la magnificenza. Storicamente e secondo la consuetudine secolare del presepe napoletano, si riscontra una costruzione ed una presentazione di esso che non siano in scenografie frontali che garantiscano un effetto di prospettiva e di lontananza ?

R: Sicuramente le scenografie sette-ottocentesche sono principalmente di impianto con prospettiva centrale, ma anche qui devo rimarcare il mancato rispetto dell’etica conservativa per quanto riguarda il progetto, e quindi il progettista, in quanto nell’impianto originario fu introdotto l’uso delle “diagonali prospettiche” allo scopo di slanciare l’occhio dell’osservatore da qualsiasi punto si trovasse. E non trascuriamo l’illuminazione che in quell’epoca veniva realizzata con una o più fonti di luce che venivano riflesse con” specchi riflettenti” (concavi o convessi) tali da calibrare l’intensità delle luci.

Il nuovo ed il vecchio presepe a raffronto

Un particolare del vecchio presepe prima del furto del 1985

CasertaCe.net: Per la sua esperienza, crede che sarebbe possibile allestire nella Reggia di Caserta, secondo un piano pluriennale e con il concorso dei migliori esperti del territorio nell’arte e nella storia presepiale, una mostra-evento internazionale del presepe storico napoletano riunendo tutti i capolavori borbonici disseminati nel mondo, a cominciare da quelli che costituiscono la sezione permanente del museo del presepe di Monaco di Baviera?

R: Sicuramente sarebbe realizzabile, con una giusta programmazione e con il coinvolgimento di esperti che abbiamo sul territorio campano e nazionale. Teniamo presente che la nostra associazione l’ A.I.A.P., fa parte dell’Un.Foe.Prae. (Universalis Foederatio Praesepistica), una federazione internazionale presepistica di cui il nostro Presidente Nazionale Alberto Finizio è il Vice Presidente.\Scopo della Federazione è quello di mantenere e promuovere le diversità di tradizione del presepio, favorire e promuovere la comunicazione tra i presepisti nel mondo, incoraggiare la formazione di nuove associazioni nazionali fornendo a tale scopo aiuto ed informazioni, riconoscere la loro libera attività e favorire lo scambio di esempi ed esperienze a livello internazionale. Periodicamente la Federazione organizza un Congresso Internazionale sempre in diversi paesi Europei. Potrebbe essere la Reggia di Caserta la prossima sede del convegno ?

Questo è quanto e ci sembra moltissimo nella prospettiva di un’autentica rivalutazione culturale della Reggia, affrancata finalmente da una dimensione locale e di palcoscenico di una permanente operazione di marketing.

E’ vero che incalzano le celebrazioni dei 250 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli (a partire già da quest’anno, almeno stando alle intenzioni del comune di Caserta, per culminare nel 2023) e che il direttore della Reggia, Tiziana Maffei, ha espresso notevoli propositi al riguardo, sul piano estero e nazionale, con la promozione di studi internazionali, la divulgazione dell’opera vanvitelliana, l’allestimento di una mostra, la realizzazione di un cenotafio del “sommo architetto” (anche se i resti mortali ci sono pervenuti, come insiste da sempre l’ex consigliere comunale Antonio Ciontoli), la ristrutturazione della chiesetta di S. Elena che fu così cara all’uomo, ed altro ancora.

Ma non dimentichi, la manager, che si trova a Caserta: nella cappella palatina, nel 2016, in occasione delle non meno rilevanti rievocazioni per i 300 anni dalla nascita di Carlo III, ad assistere alla lectio magistralis dell’insigne storico che fu Giuseppe Galasso eravamo i classici quattro gatti.

Dunque, veda lei…

 

 

Giuseppe Aprea, nella foto, nasce e vive a Napoli. Sin da piccolo, grazie anche ai retaggi familiari, i suoi interessi si sono sviluppati attorno all’arte, alla musica ed alle scienze, che in nuce preannunciavano forse l’amore per il presepe. Ha lavorato per molti anni alla Biblioteca Nazionale di Napoli, dove, grazie al patrimonio librario, ha potuto approfondire ed ampliare le sue conoscenze, in particolar modo sull’arte del Presepe Napoletano. Collabora da circa trent’anni con Il Centro di lingua e cultura italiana per stranieri, curando la diffusione della lingua, dell’arte e delle tradizioni del territorio. Socio dal 1994 dell’Associazione Italiana Amici del Presepio della sede di Napoli, ne è stato, nel tempo, presidente e responsabile del comitato artistico. Oggi ne riveste la carica di consigliere locale e nazionale. Ha costantemente  partecipato a mostre, seminari ed eventi, tenendo anche corsi di arte presepiale nelle scuole al fine di stimolare i giovani a questa antica arte napoletana. Le opere di Giuseppe Aprea vanno dal modellato dei pastori di altezza variabile dai 20cm ai 35 cm. e degli animali, alle scenografie in rigoroso stile’700, nonché alla realizzazione degli accessori in terracotta ed in cera. Le vestiture vengono da lui affidate a Maria Teresa Costa.