CASERTA. Tutte le tappe dello scioglimento per camorra. Il clan dei Casalesi negli appalti, Carlo Marino e i suoi Dresia, la sfida di voti (e coltelli) Capone-Rondinone

19 Aprile 2025 - 13:41

In sette punti, il racconto storico e documentato che solo CasertaCe ha realizzato in questi anni, Perché se fosse stato per i cittadini e per l’altra – presunta – comunicazione, quella della disinformazione, campa cavallo…

CASERTA (l.v.r.) – Dalle 19 di ieri sera, venerdì, è diventata chiaramente la notizia dell’anno, politicamente la notizia del decennio lo scioglimento del comune di Caserta per infiltrazione e condizionamento della camorra.

Causa scatenante, casus belli, come detto nella nota del direttore Gianluigi Guarino (clicca e leggi), dell’arrivo della commissione d’accesso pre-scioglimento sono stati i rapporti tra Emiliano Casale e Massimiliano Marzo con le famiglie Rondinone e Capone, legate al clan Belforte di Marcianise,

da sempre egemone su Caserta.

Cosa nota ai carabinieri era, ad esempio, lo striscione pro-Casale che da casa della mamma di un soggetto legato ai Rondinone, un componente della famiglia Amato, Francesco Amato, più volte arrestato e coinvolto in inchieste della DDA sulla droga e i rapporti del clan Belforte, svolazzava sul rione Michelangelo.

A pochi metri di distanza, invece, il parco Santa Rosalia, nelle mani della famiglia Capone, alzavano gli stendardi in favore di Massimiliano Marzo.

Un faccia a faccia di propaganda elettorale, poi terminato nel sangue, come tra poco scriveremo.

Ma i commissari hanno trovato, forse bastava leggere un po’ CasertaCe, anche rapporti con la criminalità organizzata, con i Mezzara di Cesa, legati al clan dei Casalesi, per quanto riguarda i re dei parcheggi a Caserta, quella famiglia Dresia che domina da decenni sul parcheggio Pollio, ha in mano anche la futura gestione del parcheggio IV Novembre, quello dei Monumento ai caduti, e che da anni è politicamente annodata ai destini del sindaco Carlo Marino.

Ultimo, ma non ultimo, argomento che è presente nella relazione della commissione d’accesso è quello relativo agli appalti pubblici, in cui si sarebbe mossa una schiera di imprenditori legati al clan dei Casalesi, come nel recente caso della famiglia Falanga, i cui componenti vivono in una casa del boss Michele Zagaria, con tanti di armi e bunker all’interno, e della loro Mira Costruzioni.

Una storia che ha trovato dei risvolti nuovi quando il 25 marzo scorso abbiamo pubblicato la foto di un dipendente, presumibilmente il direttore dei lavori della Mira, insieme all’ex assessore Marzo nel cantiere di San Clemente due mesi prima della determina di subappalto (CLICCA E GUARDA LA FOTO).

Senza contare, sempre rispetto agli interessi dei clan camorristici, quelli relativi ai Servizi Sociali, emersi nell’inchiesta ancora in vita, ma della quale nulla si sa dalla fine del 2021 (LEGGI L’ULTIMO FOCUS DI QUESTA MATTINA).

Relativamente a Carlo Marino, c’è la presenza del sindaco in varie occasioni, tutte documentate, nella casa di riposo privata, per anziani, dal nome Nonna Anna. Una di queste foto lo ritrae anche con la figlia del superboss e killer ergastolano Antimo Perreca.

Una grossa struttura con sede a Puccianiello che, inizialmente nelle mani di un imprenditore maddalonese del settore Antonino Cipriano, passò nelle mani di una minuscola impresa, la Anima srls, di cui il legale rappresentante era un ex dipendente di una lavanderia: Antonio Gerardo Marino. E Franco Biondi ne firmerà l’accreditamento per la struttura Nonna Anna, dal valore di milioni di euro e di proprietà (formale) di una microsocietà.

Riguardo alle foto e all’ormai ex sindaco, non possiamo dimenticare il cinque e la fraterna stretta di mano tra il neoletto sindaco, era il settembre 2021, e Raffaele Capone, figlio di Giovanni Capone, capozona del clan Belforte a Caserta, condannato in via definitiva per l’accoltellamento avvenuto in piena campagna elettorale, al termine di una rissa, di Gennaro Rondinone, omonimo o lo stesso che Emiliano Casale ha aiutato per lavori.

L’accoltellamento e la rissa tra Capone e Rondinone, avvenuta proprio nei giorni antecedenti alle elezioni comunali del 2021, che portarono alla riconferma di Carlo Marino, aveva visto scontrarsi due gruppi di natura criminale, ma soprattutto le due squadre elettorali che hanno poi portato i voti ai più eletti, Marzo e Casale.

I due, inquietantemente, chiusero in parità nella sfida alle preferenze: 886 a 886.

Se, quindi, l’arrivo dei commissari prefettizi, è scatenato dall’inchiesta del 13 giugno scorso, lo scioglimento, per forza di cose, è legato a quella storie, ma a tutte le altre che, chi ha letto CasertaCe in questi anni, conosce già benissimo.