Che feeling Giorgio Magliocca e Antonino Del Prete, sfiorato dallo scandalo delle mazzette alla Provincia. Al comune di Pignataro la figliola dell’ingegnere passa da 18 a 30 ore settimanali

24 Gennaio 2022 - 09:10

Questo le consente di guadagnare uno stipendio molto vicino a quello di una dipendente a tempo pieno senza però affrontare il rischio di una piena stabilizzazione a 36 ore che avrebbe comportato sicure difficoltà. Ancora una volta, lo diciamo forte e chiaro: questa è proprio una schifezza

 

PIGNATARO MAGGIORE – (g.g.) Siamo costretti e non è un’affermazione rituale, ad occuparci di nuovo dell’assunzione di Marina Del Prete, al comune di Pignataro Maggiore. Questa necessità, che tocca un evento apparentemente di routine e che dunque non rappresenterebbe, di per sè, oggetto di una particolare attenzione giornalistica rivolta da un organo di informazione con un angolo visuale allargato a tutta la provincia di Caserta, diviene totalmente giustificato, come scelta giornalistica, in considerazione dei protagonisti in carne ed ossa, di una storia rispetto alla quale il teatro fisico in cui essa si cosuma, cioè il comune di Pignataro, diventa tutto sommato, elemento complementare.

Abbiamo già scritto e leggendo gli atti amministrativi che pubblichiamo in calce a questo articolo, lo confermiamo in toto, che non abbiamo nessun tipo di pregiudizio nei confronti di Marina Del Prete. Nel senso che lei, come tante altre persone più o meno giovani, ha tutto il diritto di cercare un lavoro e di realizzare le proprie ambizioni professionali.

Neppure entriamo, più di tanto dunque, nel merito della legittimità amministrativa della sua assunzione, che, sotto questo profilo, non discutiamo. Ma tutto questo lavorio che ha portato Marina Del Prete ad ottenere un aumento delle ore di lavoro, dalle 18 che connotarono la sua assunzione, avvenuta il 30 dicembre 2019, per effetto di un concorso di cui scrivemmo la volta scorsa, una cosa alla buona, cotta e bollita come si suol dire, fino ad arrivare alle 30 ore di oggi, che in pratica sfiorano il full time, il tempo pieno di 36 ore, è un fatto che non può essere scollegato dal rapporto tra Giorgio Magliocca e Antonino Del Prete e che non può essere scollegato da meccanismi relazionali che non si sviluppano nel contesto del comune di Pignataro, ma in quello dell’amministrazione provinciale di Caserta, dove Antonino Del Prete ha svolto la funzione di dirigente dell’ufficio tecnico fino a poco tempo fa e soprattutto durante gli anni di Magliocca, allorquando ha dettato letteralmente legge l’imprenditore di Casal di Principe Raffaele Pezzella, arrestato nell’ambito della notissima vicenda giudiziaria di cui ci stiamo occupando, che coinvolge anche l’amministrazione provinciale.

E allora, cosa dobbiamo fare? Girarci dall’altra parte e fingere che vada esclusa a priori ogni possibile relazione tra il presidente Magliocca e tutto quello che è stato consentito a Del Prete all’interno degli uffici della Provincia e che ha trovato poi una sua applicazione in un metodo, per effetto del quale la Procura della repubblica di Benevento ha detto chiaro e tondo che esisteva un ingegnere all’amministrazione provinciale di Caserta che ha preso mazzette in cambio di appalti truccati.

Se dunque era a dir poco, ma veramente a dir poco, inopportuno che Marina Del Prete partecipasse ad un concorso al comune di Pignataro Maggiore amministrato dal presidente della Provincia, riferimento gerarchico e per anni interlocutore istituzionale del padre, figuriamoci ora, di fronte a questa ulteriore operazione, avvenuta qualche giorno prima delle elezioni provinciali, svoltesi, come si ricorda, sabato 18 dicembre. Secondo noi e lo diciamo senza voler minimamente mettere in discussione le qualità professionali della Del Prete, questo è un autentico schifo.

Una cos, solo una cosa, la dobbiamo segnlare, però, rispetto a quello che abbiamo letto nella delibera del 9 novembre e nella determina del 30 novembre che pubblichiamo in calce e che rappresentano la sanzione amministrativa della trasformazione del contratto della Del Prete e di quello dell’altro dipendente a parti time Pasquale Nicoletti, da 18 a 30 ore settimanali: “Tale aumento delle ore – così recita testualemnte un passaggio della delibera di giunta dello scorso 9 novembre – risulta già inserito nella programmazione finanziaria, atteso che nella delibera di programmazione del fabbisogno risulta prevista la trasformazione dei rapporti part- time a tempo pieno, con la conseguenza che il presente provvedimento rappresenta un risparmio di spesa rispetto a quanto programmato“.

Attenzione, la Del Prete è stata assunta con contratto a tempo indeterminato part time. E dunque una domanda, come si suol dire, nasce spontanea: il full time avrebbe potuto essere realizzato automaticamente, assumendo criteri e modalità del concorso sciuè sciuè fatto a suo tempo, in modo che questo diventasse procedura per un’assunzione a tempo indeterminato e anche a tempo pieno di Marina Del Prete? Insomma, la scelta di portarla da 18 a 30 ore settimanali è frutto di una valutazione legata esclusivamente a fattori e variabili di tipo amministrativo dato che l’amministrazione comunale ha deciso di darle 30 ore, pur potendogliene dare 36?

Alla luce di quello che abbiamo letto nel passaggio della delibera del 9 novembre appena citato, la cornice programmatoria del comune di Pignataro Maggiore, tenendo conto anche delle molte unità di personale finite in pensione, 5 nella categoria C, quella della Del Prete, prevedeva questo approdo al tempo pieno, al full time, come criterio strategico, come scelta politica legata a obiettivi di efficienza.

E allora perchè si è deciso di trasformare il part time della Del Prete da 18 ore a 30 ore ma senza arrivare alle fatidiche 36 che sancirebbero il full time?

Ecco, noi potremo continuare a ragionare su queste cose. Ma il caso di cui ci stiamo occupando, è costituito su una base talmente sfrontata che raccontare ai lettori che Marina Del Prete sia stata assunta al comune di Pignataro in forza di un concorso svolto con criteri fondati sulla totale equità e che sia stata assunta a Pignataro Maggiore solo in forza di un evento casuale il quale nulla ha a che vedere con il rapporto strettissimo tra suo padre e il presidnete della provincia Giorgio Magliocca, significherebbe prenderli per i fondelli questi nostri lettori.

E siccome noi non siamo abituati a farlo, non lo facciamo nemmeno questa volta.

 

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