Che pasticcio tra i comuni di FRIGNANO e CASALUCE con la linea Alifana. Qualcuno si è “arrubbato” i binari, tutelati dalla Soprintendenza

29 Luglio 2025 - 20:44

Casaluce ha affidato i propri destini al responsabile del procedimento del Comune di Frignano, Nicola Massimo, il quale è evidentemente inseguito da qualche spiritello dispettoso che gli fa sparire le cose da sotto il naso. Oggi i binari, ieri il basolato del centro storico di Frignano

CASALUCE/FRIGNANO (Federica Borrelli) Per mesi abbiamo speso fiumi di parole sul cantiere che interessa l’asse Popone-Carditello, tra autorizzazioni non richieste all’amministrazione provinciale e una relazione geologica dal valore di 31mila euro, scritta senza mai mettere piede sul posto. Vero e proprio capolavoro ‘da scrivania’ made by Pasquale Marenna, un professionista sannita di cui abbiamo già scritto in passato.

Ma il sole cocente di fine luglio illumina non soltanto l’immobilismo sotto il ponte dell’asse mediano Giugliano-Marcianise. Da mesi, infatti, barriere metalliche e nastri catarifrangenti occupano anche la strada provinciale Teverola-Casaluce. Proprio lì, dove l’ennesimo cantiere rimasto incompiuto e abbandonato ha divorato mezza carreggiata.

Se a qualcuno ancora sfugge il progetto in questione, ci pensiamo noi a ricordarglielo. Si tratta dell’opera di riqualificazione del tratto ‘Ex Alifana’: un finanziamento di circa 850mila euro per la realizzazione di 1km di pista ciclabile, marciapiedi, aiuole, posti auto e la piantumazione di cinquecento alberi. Ne parlammo già a novembre (CLICCA E LEGGI), ma mai avremmo immaginato che una situazione, che al tempo appariva marginale, potesse trasformarsi oggi nella vera protagonista della vicenda che stiamo per raccontarvi.

Ma andiamo per ordine. Che i Comuni di Casaluce e Frignano, sotto la regia del RUP arch. Nicola Massimo, non brillassero per zelo nel collezionare autorizzazioni – siano esse provinciali o firmate da enti come l’EAV – era ormai cosa nota. Ce n’eravamo fatti una ragione. Del resto, quando fai parte della lista VIP dei territori baciati dal PR Giovanni Zannini, il pass sul ‘fare come ti pare’ è garantito. Hai un cantiere da aprire ma i permessi tardano ad arrivare? Nessun problema: tu inizia pure a mettere in moto le ruspe, ché ci pensa Giannino da Mondragone a mettere una buona parola in Provincia o in Regione.

Così, incuranti delle disposizioni normative, ci si sente i padroni del mondo; complice una magistratura sonnecchiante e organi sovracomunali, per intenderci Regione, Provincia e altri enti strumentali, più occupati a contenere, a colpi di prebende, l’egocentrismo di certi politici che a vigilare. Ma tranquilli: i fessi siamo noi che continuiamo a rispettare le regole.

Poi, capita, quando non te lo aspetti, che un barlume di legalità svegli dal torpore qualcuno. E avviene l’impensabile. O almeno, quello che è da considerare impensabile in un contesto come quello della Repubblica delle banane made in agro aversano.

Ad esempio, per le strade Popone-Carditello, a mettere un freno, ci ha pensato l’ufficio tecnico di Aversa, in ragione di un collettore fognario che insiste su una particella catastale di proprietà del comune normanno. Lo stesso collettore che il geologo Marenna e soci non hanno evidentemente avvistato da dietro la scrivania del loro ufficio, incastrati come sono nelle loro poltrone.

Per l’opera che riguarda l’ex Alifana le cose sono, invece, andate un po’ diversamente. Lo stop dei lavori è – in principio – avvenuto per evitare una sovrapposizione di interventi: l’EAV, assieme alla Regione Campania, ha infatti intenzione di ripristinare la linea tranviaria nell’ambito di un progetto denominato BRT (bus rapid transit). Ciò va a toccare anche quanto stava verificandosi tra i territori di Frignano e Casaluce, poiché nello specifico il progetto BRT Aversa – S.M. Capua Vetere interesserà, con il passaggio dei treni della nuova Alifana, anche quei comuni.

Ora, se l’Ente Autonomo Volturno e Palazzo Santa Lucia non hanno ancora avviato concretamente il progetto, che colpe hanno il Comune di Casaluce e finanche quello di Frignano, comune capofila, con quel ‘povero’ Nicola Massimo a reggere sulle sue spalle il peso di questi continui ritardi nella realizzazione dell’opera? Fin qui nulla, siamo disposti anche a chiudere un occhio sulle autorizzazioni non richieste all’EAV prima di mettere mano a quella strada (o quanto meno richieste dopo, a strada già rotta e interessata da lavori di scavo).

È un altro l’Ente che, un giorno, si è ricordato dell’esistenza della Costituzione Italiana. Il riferimento è alla Soprintendenza dei Beni storici, artistici, ambientali e archeologici di Caserta e Benevento, che figura tra le istituzioni che negli ultimi mesi hanno ricevuto note su note da parte dei consiglieri di opposizione di Casaluce Antonio Tatone e Pasquale Felaco.

A questo punto, ci si conceda l’ironia, noi crediamo che la Soprintendenza sia stata colta da un sussulto, perché nel leggere – di nuovo – il nome di Nicola Massimo come responsabile del procedimento, una sorta di allarme rosso deve essere certamente suonato negli uffici dei soprintendenti, dopo lo scandalo dei lavori che hanno travolto il centro storico di Frignano (CLICCA E LEGGI).

E dunque, la Soprintendenza, sollecitata dall’opposizione casalucese, si è resa conto che effettivamente non aveva ricevuto alcun documento che la informasse dell’inizio dei lavori in un’area soggetta a tutele storico-artistiche, più che archeologiche, in quanto l’interesse dell’organo di tutela si è concentrato sull’indubbia storicità assunta dagli antichi binari della gloriosa linea ferroviaria Alifana. Non contenta, sempre la Soprintendenza, si è recata direttamente sul posto e ha scoperto che non solo, la sua autorità, era stata bellamente ignorata, ma che addirittura alcuni binari in ghisa e travesine di legno – nella zona finora trattata, prima dello stop dei lavori – sono spariti dalla circolazione e non si sa che fine abbiano fatto.

Insomma, oltre il danno anche la beffa. “Questo Nicola Massimo, è proprio sfortunato: le cose gli spariscono da sotto gli occhi. Ci deve essere qualche spiritello malefico a cui sta sullo stomaco e che si diverte a fargli dispetti da prestigiatore illusionista”, probabilmente questo sarà stato anche il pensiero dei soprintendenti, nel momento in cui sono ritornati con la mente alla vicenda della misteriosa sparizione del basolato storico di Frignano.

E lo spiritello malefico trasforma i suoi dispetti in vero e proprio sadismo, perché va a colpire un dirigente, va a colpire Nicola Massimo, che da architetto quale è dovrebbe comunque nutrire un particolare amore per il patrimonio storico artistico, oltretutto locale.