CI TOCCA: L’INCHIESTA MARCIANISE. E fu così che nello studio di un notaio di Bergamo l’area ex Siemens, in mezz’ora, aumentò il suo valore di un milione e 400mila euro
12 Luglio 2021 - 10:20
Dopo aver letto il primo atto di compravendita, cioè quello tra Nokia Instruments e la Be.co. dell’imprenditore lombardo Consonni, in cui si parla anche di un grave inquinamento da dicloropropano, con pericolo per le falde acquifere, sentiamo, purtroppo, ancora una volta il dovere di esercitare i nostri talenti con lo strumento dell’inchiesta giornalistica
MARCIANISE – (g.g.) Ovviamente non abbiamo alcuna intenzione di mollare l’osso. E nè ci spaventa la complessità tecnico-giuridica, ma sarebbe meglio dire tecnico-amministrativa “a cazzi loro”, che sicuramente scoraggerebbe chi ha difficoltà a rapportarsi alle norme urbanistiche, alla complessità di atti notarili eccetera. Siccome noi siamo gente strana, ma molto strana, ci divertiamo di fronte a quelle che per tanti altri sono astruserie del “giuridichese” e ci divertiamo nel pesare e contestualizzare ogni parola, ogni virgola che abili tessitori mettono nero su bianco per realizzare operazioni che poi sono tipiche del nostro paese.
In questo caso, infatti, bisogna parlare del contesto-Italia e non solo di quello del sud, della Campania, della provincia di Caserta e di Marcianise. Perchè questa storiaccia è popolata da attori nati, cresciuti e pasciuti al nord, con cognomi del nord, con residenze lombarde, ma che riescono a stabilire un rapporto empatico con certa imprenditoria meridionale e marcianisana in particolare.
Fino ad oggi vi abbiamo raccontato della vicenda relativa alla vendita dei quasi 100mila metri quadrati, che dagli anni 60 in poi hanno ospitato stabilimenti industriali, per effetto della più volta citata delibera di consiglio comunale del 12 settembre 1960 che finalmente abbiamo nella nostra disponibilità e che stiamo studiando, analizzando e, ovviamente, contestualizzando, in modo da potervi fornire, nei prossimi giorni, una informazione definitiva sulla validità del titolo di proprietà, autentica architrave della operazione che ha portato, lo scorso 7 dicembre, l’imprenditore marcianisano Gaetano Barbarano, ad acquisire una proprietà che noi definiamo ancora sub iudice.
Affrontando la questione solamente da questo punto di vista, abbiamo finito per affezionarci, per appassionarci. E ci siamo affezionati ancora di più quando abbiamo scoperto (CLIKKA QUI PER LEGGERE)
L’IMPRENDITORE LOMBARDO, BARBARANO E IL MIRACOLO DEL PREZZO. IN MEZZ’ORA, PIU’ 700% – In poche parole, il 7 dicembre 2020, nello studio di un notaio di Bergamo, Be.Co. srl comprava l’area ex Siemens, versando assegni circolari per la cifra di 200mila euro, avete capito bene, 200mila euro, che non ti compri nemmeno un appartamento di 100 metri quadri al centro di Marcianise.
Mezz’ora più tardi, ma sul serio, non per dire, Be.Co. vendeva quella stessa area alla società MBT del 69enne di Marcianise Gaetano Barbarano per un milione e 600mila euro. Come si suol dire, si tratta di un lievito miracoloso, perchè mai si era vista una pasta crescere in maniera tanto veloce, in mezz’ora, il valore nominale è aumentato di circa 400mila euro, il valore reale, sostanziale, misurato sui soldi che effettivamente la Be.co. ha scucito, di un milione 400 mila euro.
Vi confessiamo che in un primo momento abbiamo pensato che Be.Co. fosse una società di comodo che si era prestata per fare una cortesia a Barbarano. In realtà, non è così. Ce ne siamo accorti, con chiara evidenza, leggendo attentamente le 43 pagine dell’atto di compravendita, o presunta tale, con cui Nokia ha ceduto la proprietà (perchè non è detto che un atto di cessione debba riguardare necessariamente il diritto reale di proprietà, ma questa è un’altra storia che affronteremo nei prossimi giorni) alla società che fa riferimento all’imprenditore bergamasco Daniele Consonni.
Quest’ultimo non è un pinco pallino qualsiasi, come c’era sembrato in un primo momento, ma svolge il ruolo di protagonista in importanti operazioni immobiliari, sviluppatesi in Lombardia e in altre regioni del nord. Il suo core business è rappresentato dalla trasformazione di aree industriali dismesse in zone residenziali e/o commerciali. Insomma, Consonni è un vero esperto nella specifica materia.
BE.CO E CONSONNI FANNO I MILIONI CON LE AREE DISMESSE E NOKIA LI CONOSCE – Attenzione, Consonni non compra guai. O meglio, è anche disposto ad accollarsi qualche guaio, a condizione che poi i benefici siano superiori ai costi sostenuti. Consonni non è uno sconosciuto per Nokia Instruments perchè una delle sue società, la stessa Be.Co. o la Officine Mai srl ha comprato, da Nokia, la seconda area industriale, in cui, una volta rilevata la Siemens, questo gigante delle telecomunicazioni fondato in Finlandia, ha svolto attività industriale: l’area dismessa di Cassina de’ Pecchi, in provincia di Milano, manco a dirlo, anche in questo caso, 100mila metri quadrati.
Altro che prestanome, dunque: Consonni è un protagonista, un interlocutore affidabile per quelli di Nokia Instruments.
E vi diciamo anche di più: nello scorso autunno è stato avvistato diverse volte a Marcianise ed è salito anche in comune. Ci veniva prima della fatidica data del 7 dicembre, quella della doppia vendita. Leggendo le 43 pagine del primo negozio giuridico di giornata, cioè quello della vendita della proprietà da Nokia a Be.Co., un passaggio ci ha illuminati.
Ma prima di affrontarlo, dobbiamo introdurre e presentare ai nostri lettori, un altro personaggio chiave di questa storia, cioè l’ingegnere Marco Claudio Agazzi, plenipotenziario e rappresentante del consiglio di amministrazione di Nokia. Nell’atto notarile è, infatti, contenuta la dichiarazione che Agazzi fa in nome e per conto di Nokia sullo status urbanistico dell’area dei 100mila metri quadrati.
IL CERTIFICATO DI DESTINAZIONE URBANISTICA: UNO SCANDALO AUM AUM – Uno magari è portato a pensare, va bè, il piano regolatore generale che ha preceduto il Puc di oggi, l’aveva definita area D1. Bene, andatevi a vedere il regolamento urbanistico di attuazione e vedrete che lì la sigla D1 non c’è. Per cui, l’ufficio urbanistica del comune di Marcianise ha potuto scegliere tra un kit di possibilità, andando a pescare tra le codifiche che contrassegnano il resto dell’area, cioè la parte esterna al perimetro industriale.
C’era la D5, c’era la D3, c’era la D6. Siccome esiste la possibilità di classificare un’area a cui non è stata data una destinazione d’uso, il comune di Marcianise, secondo voi, cosa ci ha scritto nel certificato di destinazione urbanistica? Ma naturalmente l’area D6, area commerciale. Discount, centri commerciali e, non guasta mai, qualche cosa di residenziale, molto simile dunque a quello che Consonni, cioè colui che ha comprato da Nokia e ha venduto a un prezzo iper maggiorato a Barbarano, ha già compiuto al nord, quando e dove in una delle aree industriali dismesse acquistate, ha costruito 140 appartamenti, presentati come di “alto livello”, ma allo stesso tempo convenienti nel prezzo.
Insomma, già in autunno, anzi, già nell’estate scorsa, erano chiari i propositi di Consonni e del suo partner marcianisano Barbarano. Non riusciamo adesso a stabilire se un milione e 600mila euro incassato da Consonni sia uscito di scena oppure se resta ancora partner dell’imprenditore nostrano che gli ha evidentemente garantito la copertura politica dell’operazione.
Ma questo cercheremo di appurarlo in uno dei prossimi articoli che dedicheremo alla vicenda, raddrizzando e rendendo sempre più preciso un mirino che ancora oggi fa fatica a esprimere la sua migliore performance giornalistica, proprio perchè occorre un lavoro certosino di lettura e di acquisizione di atti.
Finita qui? Neanche per idea. Il trasognato urbanista Loreto Colombo, che ha redatto il nuovo Puc di Marcianise, ha messo nero su bianco una sorta di sospensione, di congelamento del processo attraverso cui il nuovo strumento urbanistico deve classificare l’area ex Siemens. Ciò perchè, scrive in pratica Colombo, è inutile dannarsi e affrettare i tempi, visto che ci vorranno mesi, forse qualche anno, per terminare la bonifica della zona.
Colombo scrive questo, ma nell’atto notarile di vendita firmato da Nokia, cioè da Agazzi e da Consonni, c’è scritto tutt’altro. C’è scritto che esiste ed è vigente una certificazione urbanistica D6 risalente all’autunno scorso. Ed è questa destinazione urbanistica, non a caso, parte integrante dell’atto notarile, che si basa sia il primo che il secondo contratto di compravendita, precostituendo, a nostro avviso, condizioni per pesanti risarcimenti da chiedere al comune, qualora, dopo la bonifica, quell’area fosse destinata ad esempio a parco urbano, come aveva detto di volerla destinare Antonello Velardi, subito dopo la sua affermazione elettorale del 2016 e come la vorrebbero destinare anche quasi tutti i componenti dell’opposizione.
PERICOLO INQUINAMENTO CHIMICO DELLE FALDE ACQUIFERE. NOKIA LO DICE – Finita qui? Manco per niente. Se Colombo dice che la bonifica deve ancora iniziare, Nokia, attraverso questo ingegnere Agazzi, evidentemente molto empatico con Consonni, afferma che già nell’estate scorsa era in atto il collaudo della bonifica e che se questo si è fermato, è perchè sono state rinvenute tracce allarmanti, superiori ai livelli minimi e anche massimi, di dicloropropano, 1/2 dicloropropano con pericolo di inquinamento della falda acquifera.
Attenzione, però: Agazzi scrive altre due cose, sempre come parti integranti dell’atto notarile di compravendita. La prima è la seguente: quell’inquinamento da cicloropropano non dipende assolutamente da ciò che è accaduto nel perimetro in cui Nokia ha esercitato la sua attività industriale. Inoltre, sempre Nokia ha denunciato l’esistenza di questo pericoloso inquinamento alla Procura della repubblica di Santa Maria. La seconda cosa che dice Agazzi è la seguente: Be.co., cioè Consonni, compra lo stesso, anche se c’è l’inquinamento. E per forza, aggiungiamo noi, due assegni circolari da 100mila euro l’uno, vale la pena a prescindere.
Finita qui? Ancora no. Sempre nell’atto di compravendita tra Nokia Instruments e Be.Co. si legge che la prima delle due società manterrà, con la formula del comodato d’uso, riteniamo gratuito, tutti gli immobili industriali, fino a quando non completerà la bonifica di cui il collaudo è parte integrante. In poche parole, Nokia si accollerà tutti i costi derivanti dalla citata bonifica.
Visto che questa storia è molto peggio di quanto ci era sembrato fosse quando l’avevamo affrontata la prima volta, abbiamo intenzione di approfondirla sempre di più. Come sempre, faremo il nostro dovere di giornalisti. Come sempre, andremo a constatare che tutte le anomalie, a partire dalla repentina lievitazione del prezzo, avvenuta “miracolosamente” nel giro di mezz’ora e proseguendo con l’operazione borderline, che si può tranquillamente definire un blitz nell’ufficio urbanistica del comune di Marcianise, grazie alla quale Barbarano oggi ha in mano, da proprietario, un’area classificata come D6, dove potrà costruire negozi e anche pertinenze residenziali, facendoci sopra una barca di soldi, cioè cifre esponenzialmente più alte rispetto al milione e 600mila euro pagato a Be.Co.
CHI MINIMIZZA IL CERTIFICATO URBANISTICO, O E’ UNO SCEMO O E’ IN MALAFEDE – Chi ha firmato quel certificato di destinazione urbanistica deve sapere, ammesso e non concesso che per dabbenaggine o per superficialità non l’abbia capito, che quella sua firma da dirigente ha determinato un fatto rilevantissimo e gravissimo, qualificando 100mila metri quadrati di area industriale, come area D6, cioè commerciale. Un atto politico destinato ad incidere sulla vita e la vivibilità di decine e decine di migliaia di marcianisani. Ora glielo vada a dire ai residenti della contrada di Puzzaniello, glielo vada a dire il sindaco Velardi che ciò che promise durante il comizio successivo alla vittoria elettorale del 2016 era il primo esercizio del suo eccellentissimo talento di pallonaro.
Alla prossima puntata.