CLAN DEI CASALESI. Ecco i nomi degli intermediari scelti da Nicola Schiavone e Capoluongo par accordarsi con i sindaci e con i dirigenti comunali

20 Dicembre 2019 - 17:28

CASAL DI PRINCIPE – Giacomo Capoluongo era passato con la fazione del clan dei casalesi guidata da Nicola Schiavone. Non è questa certo una novità nè per noi, nè per i nostri lettori. Però oggi abbiamo scelto di pubblicare questo stralcio di ordinanza perchè siamo stati attirati dal contenuto delle dichiarazioni di Roberto Vargas. Il collaboratore di giustizia, infatti racconta degli incontri tra Capoluongo e Schiavone, avvenuti appena dopo il matrimonio di quest’ultimo.

A casa di Capoluongo, a casa del figlio (oggi pentito) di Sandokan, nell’abitazione di un imprenditore di nome Mario (colui il quale completò i lavori della villetta di Nicola Schiavone, come spiega Vargas), marito della baby sitter dei figli di Schiavone junior: sono questi alcuni dei luoghi citati da Roberto Vargas che avrebbero ospitato, secondo il suo racconto, le riunioni del clan.

Si parlava di lavori e voglio specificare che si faceva riferimento ad appalti aggiudicati nella provincia di Caserta. Erano appalti pubblici.“, racconta il collaboratore. Tra i presenti, c’erano, Vargas stesso, Antonio Schiavone detto o’ russo o il postino, imparentato con Nicola Schiavone, Bernardo Ciervo e il citato Mario.

Infine, l’ultimo dettaglio, quello relativo agli intermediari tra il clan e le amministrazioni pubbliche. Dice Vargas: “Gennarino detto bello e papà o ‘o russo, Paolo Corvino, Pasquale Diana che si occupava della Cobit, Vincenzo Schiavone detto o trik, cugino di Sandokan, sono tutti soggetti attraverso i quali il clan operava, nel senso che se bisognava incontrare un sindaco o un funzionario di una società venivano incaricate tali persone.

(…) Tra queste c’era anche tale Capasso Ernesto, cugino di Russo Giuseppe“.

I particolari delle dichiarazioni di Roberto Vargas li potete leggere qui in basso.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA