COMUNE DI CASERTA Degrado, sporcizia e incuria nel rione Acquaviva…ed esiste pure l’assessorato al Decoro urbano

6 Aprile 2022 - 14:43

Nel sottopasso ferroviario cola l’acqua piovana, cassette postali imbrattate e strade sporche. Eppure nessuno, in Comune, sembra notare queste brutture, neppure Emilianna Credentino che è titolare della delega al Decoro urbano e alla Vivibilità

 

 

 

CASERTA (pm) Per quanto si possa stentare a crederlo per come è ridotta la città, a Caserta esiste da tempo un assessorato al decoro urbano. Oggi è retto  dall’assessore Emilianna Credentino (la quale ci scuserà se non l’appelliamo – non certo per ragioni di sessimo – come assessora  secondo quanto recita il suo curriculum istituzionale, il quale ricorda, tra le sue referenze, anche che essa è titolare di patente B ed automunita (ops!), ma siamo con l’Accademia della Crusca che condanna l’uso ideologico nella lingua del genere naturale sul genere grammaticale). Assessorato che, per giunta, è una sorta di ircocervo, avendo competenze su materie così distanti ed eterogenee, dalle pari opportunità ai beni confiscati, dalla transizione digitale ai servizi demografici ed al cittadino, dalle politiche della famiglia e giovanili alla vivibilità, che ne minano in radice ogni possibilità di azione seria ed efficace. Quasi un assessorato di natura esornativa, di facciata, per far vedere che Caserta è à la page, proiettata nella piena modernità e che non ha da imparare niente da nessuno. D’altro canto, non è stato creato un assessorato alla Follia

Creativa ed alla Notte ? Una mattana vera e propria, che sfiora il ridicolo per un’istituzione pubblica, nata forse dall’euforia della rielezione razionalmente inspiegabile di Marino, e difatti rivendicata in punto di paternità dall’eccentrico degli eccentrici della città Giuseppe Cirillo, che se ne è sentito espropriato.

Dicevamo, dunque, l’assessorato al decoro urbano c’è, ma la città è da sempre in uno stato pietoso, indegno di un comune che si vuole capoluogo. Al quale, non a caso, molti paesi della stessa provincia danno facilmente lezioni di pulizia e sistematezza.

E qui ci potremmo intrattenere a lungo per dare esempi di quanto, più che noi, dicono i fatti. Ad iniziare dagli sconci veri e propri che circondano la Reggia, San Leucio, Casertavecchia e la Vaccheria – margaritas ante porcos per passare a quelli del monumento ai caduti e venire a quelli del centro storico e della periferia più derelitta del rione Acquaviva. Qui, per dirne una, dal soffitto del sottopasso ferroviario, utilizzato ogni giorno da centinaia e centinaia di persone del quartiere di oltre 20mila abitanti, con i temporali cola persino l’acqua piovana. Un buonuomo, che è poi un barbone del posto, capendo più degli oziosi uffici comunali il disagio, l’incomodo per le persone, specie delle tante anziane, si fa carico di intercettarla ogni volta con un secchio (nella foto a lato e nel video in basso) per impedire rovinosi scivoloni.

In questo periodo si sta aggiungendo un altro capitolo alle brutture cittadine. Come si sa, si stanno rifacendo, grazie ai bonus governativi, le facciate di molti edifici privati. Qualche volta, però, con risvolti piuttosto spiacevoli, come nel caso che vi mostriamo in foto. Una cassetta postale ed un segnale stradale di direzione, dopo la rimozione del ponteggio di cantiere in piazza S. Anna, sono rimasti imbrattati nel modo che si vede. Da questo esempio è elementare dedurre che se qualcuno del comune non verificherà come vengono eseguiti i lavori e lasciati i luoghi, saranno numerosi i fatti simili. Ma è anche risaputo che ci si conosce tutti, viviamo in uno strapaese. Chi si metterà a dire ai proprietari, magari propri elettori, ad esempio: ”…guardate, avete insozzato ed ora dovete sostituire a vostra iniziativa e spese la cassetta delle poste ed il palo con la tabella segnaletica…”.

Siamo certi che, tra chi ci leggerà, poiché il mondo è vario, ci sarà chi commenterà: “ma guarda che cosa si va a pensare” o giù di lì. Abbiamo una spiegazione: siamo nel mezzogiorno, dove non rifulgono le virtù  civiche, e dove i beni pubblici sono considerati beni di nessuno. E tutto questo, per dire che esistono posti altrove (nelle foto in basso, diamo, tra i mille, l’esempio di Verona) in cui il decoro urbano è una cosa seria, in quanto espressione connaturata di civiltà. Ne abbiamo di strada da fare.

Nelle foto, le condizioni in cui versano, dopo i lavori alla facciata, la cassetta postale ed il segnale stradale. Nell’ultimo scatto, si notano i cavi elettrici pendenti, che non sono un bel vedere. Si pensa di lasciare tutto così com’è combinato?

L’esempio di Verona, con i volontari dell’associazione Angeli del Bello mentre curano il decoro cittadino anche attraverso la pulizia della segnaletica stradale.

Nelle foto in basso, alcune scene di ordinario degrado di via Battisti, dalla quale prevalentemente passano i turisti diretti alla Reggia

Infine, il video del sottopasso ferroviario di via Acquaviva e di quello che vi accade quando piove…