Confisca confermata per due coniugi: “Hanno favorito la latitanza di affiliati al CLAN DEI CASALESI”

30 Giugno 2019 - 16:50

CASAL DI PRINCIPE – La Corte di Cassazione ha confermato la confisca dei beni rigettando il ricorso presentato dai coniugi Francesco L. e Francesca B., marito e moglie che secondo alcuni collaboratori di giustizia avrebbero favorito la latitanza di esponenti del clan dei casalesi. I due avevano presentato il ricorso contro quanto disposto dalla Corte di Appello di Napoli.

Gli ermellini hanno riconosciuto valide le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Dario De Simone che aveva riconosciuto in foto Francesco L., indicandolo come “persona di fiducia del clan dei Casalesi, attivo nell’assicurare la latitanza degli associati“.

“Alla luce degli elementi a sua disposizione, – scrivono i giudici – ha delimitato la pericolosità del proposto all’interno di un arco temporale che va (quanto meno) dal 1992 al 2009. Se questa premessa, considerato che il terreno sul quale è stato realizzato il fabbricato è stato acquistato nel 1990, i Giudici del merito (…) hanno ritenuto di poter confermare la confisca di entrambi i beni in considerazione del fatto anche quando un immobile viene lecitamente acquisito, ma risulta ampliato o migliorato con l’impiego di disponibilità economiche prive di giustificazione, la confisca può investire il bene nella sua interezza nel caso in cui le trasformazioni e le addizioni abbiano natura e valore preminente tale da non consentire una effettiva separazione di distinti valori pro quota”.