CORONAVIRUS & DISCOTECHE. Alta tensione: c’è qualche locale casertano che annuncia l’apertura per stasera nonostante l’ordinanza specifica della Regione
7 Marzo 2020 - 18:44
CASERTA – (g.g.) C’è molto fermento nella rete. Noi ancora non abbiamo provato quello che ci dicono, invece, che esiste e ci sono inviti per serate in discoteche casertane.
Siamo andati a vedere la pagina di una delle più note, cioè lo Studio Uno, lungo Viale Carlo III e ci siamo imbattuti in un normalissimo annuncio nel quale viene annunciata la sospensione delel attività del locale, nel rispetto delle misure prese per il contenimento del coronavirus.
Però, molta gente è agitata e quindi dobbiamo ritenere che qualcuno, invece, che comincia a mordere il freno e ad avvertire il disastro economico che va materializzandosi per la paralisi della maggior parte delle attività del paese, abbia tentato di eludere queste norme.
Comunque, per far chiarezza, vi diciamo che l’ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri, datato 4 marzo, oltre a chiudere le scuole, fino al 15 marzo, ha anche decretato, per l’appunto, la sospensione di ogni manifestazione, eventi e spettacoli invi inclusi quelli cinematrografici e teatrali sia pubblici che privati.
Il governatore della Campania, De Luca, non sappiamo se al pari dei suoi colleghi o da solo, ha ritenuto questa formulazione non precisa al punto da rappresentare una chiara indicazione dei luoghi di ritrovo che devono effettivamente rimanere chiusi fino a domenica 15 marzo compresa.
Siccome la formulazione del DPCM, firmato dal premier Conte, non demanda ai governatori una elencazione dettagliata delle attività interessate dal decreto, l’ufficio legislativo di De Luca ha dovuto dare il meglio (o il peggio, dipende dai punti di vista) di sè, costruendo la solita matrioska di richiami legislativi, in modo da rendere giuridicamente ineccepibile l’ordinanza che il presidente della giunta regionale ha firmato nella giornata di ieri, 6 marzo, cioè subito dopo l’emanazione del decreto.
Per gli amanti della materia della matrioska del diritto amministrativo all’italiana, vi rimandiamo alla lettura arcigna dell’ordinanza che pubblichiamo nella sua versione integrale in calce a questo articolo. De Luca dunque si è mosso nelle more tra la firma del decreto e la sua pubblicazione. Ha utilizzato una legge del 1978 che istituì il ministero della sanita.
Insomma, per farla breve, si è costruito la possibilità di indicare con più precisione la tipologia dei locali che dovranno rimanere chiusi. E così è comparso il nome delle discoteche, tutto sommato una specificazione anche utile, per evitare che nelle pieghe non precisissime del decreto del governo potesse infilarsi l’ambizione di qualcuno di aprire il proprio locale nella serata odierna e anche domani, in occasione della feste delle donne che si annuncia come una sorta di funerale per l’economia della ristorazione e del divertimento del Bel Paese.
In verità, a guardar bene l’ordinanza nella sua parte finale, l’unico riferimento esplicito che dà senso all’oggetto del documento amministrativo (“ulteriori misure ecc ecc..“) è proprio quello riguardante le discoteche. Perchè per il resto, l’ordinanza non fa altro che ricalcare ciò che letteralmente è formulato nell’ultimo decreto del governo. In pratica, un’ordinanza ad hoc solo per questa tipologia di locali. Evidentemente esisteva nella testa del governatore sin dal momento della firma del DPCM l’insidia che le discoteche potessero non sentirsi quota parte di quei luoghi di ritrovo in cui è difficile rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
Dunque, cinema e teatri saranno sicuramente chiusi perchè nel decreto di Conte vengono espressamente citati. Le discoteche della Campania pure perchè lo ha specificato il governatore De Luca. Per queste tre tipologie di locali le forze dell’ordine avranno a disposizione uno strumento giuridico abbastanza chiaro per intervenire in caso di trasgressioni.
Sul resto, invece, no, dato che il governo, forse per la fretta dettata dall’emergenza, non ha ritenuto di dover dedicare una sezione dell’allegato che accompagna il decreto, ad un elenco dettagliato dei locali che dovranno osservare necessariamente la prescrizione di sospendere le proprie attività.
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