IL CENONE AL TEMPO DEL COVID. Molte famiglie fatte fuori dal Dpcm per le visite parenti. E in Campania occhio a De Luca “scheggia impazzita”

19 Dicembre 2020 - 11:01

CASERTA – Se una coppia di sposini, entusiasta ma anche benestante, “si è data da fare” tra il 2003 e il 2005 è completamente fregata per la cena di Natale. Avendo concepito figli tra i 15 e i 17 anni, sarà relegata in casa e non potrà raggiungere, se non a turni, di raggiungere diretti congiunti. Il decreto di ieri sera, infatti, prevede che solo due persone possano unirsi a pranzi e cenoni, con via libera integrativo solo a minori di 14. Quindi, la nostra famiglia esempio in pratica non si muoverà di casa. Una decisione particolare che rappresenta uno dei punti di mediazione e di equilibrio obbligati dalla situazione pandemica che resta difficile. Il rischio,

come vi abbiamo detto in un precedente articolo di qualche ora fa
, per quanto riguarda la regione Campania è che possano aggiungersi nuove restrizioni su spostamenti e incontri vergati dalla penna del presidente Vincenzo De Luca. Un politico che, spesso un po’ a caso, ha deciso sempre di gravare le decisioni governative, aggiungendo maggiori restrizioni.

Dal 24 dicembre scatta la zona rossa nazionale nei giorni festivi e sarà vietato spostarsi per andare a trovare amici e familiari, anche se abitano nello stesso Comune: nei fatti ognuno dovrà passare Vigilia, Natale, Santo Stefano e Capodanno a casa propria, fatta eccezione per due congiunti non conviventi.

Nonostante la stretta, infatti, il lockdown non sarà rigido come quello di marzo e aprile. Il Governo ha concesso una deroga, cosiddetta dei “due commensali”: nelle giornate rosse massimo due persone non conviventi, più ragazzi under 14, potranno effettuare visite nelle abitazioni private. Sarà inoltre consentito spostarsi tra Comuni nei giorni festivi per chi abita nei centri con meno 5mila abitanti, ed entro i 30 km (ma non verso i capoluoghi).