Detenuto suicida nel carcere di AVERSA. Aveva 32 anni. Sarebbe uscito a novembre

7 Aprile 2020 - 10:10

Ritorniamo sulla notizia data ieri con altri particolari

AVERSA – (Lidia e Christian de Angelis) Ecco i dettagli circa il detenuto suicida del carcere Saporito di Aversa (LEGGI QUI). L’uomo si chiamava Emil V. 32 anni rumeno, in carcere per rapina, sarebbe dovuto uscire a novembre.

Questo decesso ha sconvolto la comunità normanna e quella carceraria, sulla tragedia è intervenuto anche il Garante dei detenuti in Campania Samuele Ciambriello che ha reso noto: “Un detenuto romeno di 32 anni, Emil V., si è impiccato all’alba di ieri nel carcere di Aversa.

«In questo tempo così disperato si continua a morire in carcere – dice – . Emil era detenuto per rapina e sarebbe uscito a novembre. Non faceva colloqui, non aveva mai avuto sanzioni disciplinari. Gli altri suoi quattro compagni di cella non si sono accorti del suo gesto disperato». «Aumentano anche i casi di autolesionismo – aggiunge il garante – ma ovunque. Il carcere di Aversa in questi giorni aveva attirato la mia attenzione, positivamente, per i provvedimenti del magistrato di sorveglianza per la detenzione domiciliare per 8 detenuti, altri 12 aspettano i fantomatici braccialetti e 9 sono le relazioni sanitarie in attesa de decisioni del magistrato».

Ricordando che i suicidi in carcere sono in diminuzione, Ciambriello sottolinea l’aumento dei casi di autolesionismo e rimarca come “il

suicidio di una persona privata della libertà, in particolare, costituisce il fallimento più evidente del ruolo punitivo dello Stato”. Mentre la politica e l’opinione pubblica “vivono l’indifferenza“.

Il carcere – sostiene Ciambriello – è una lente particolare attraverso cui guardare la nostra società e, per tale ragione, chiedersi anche che fare dopo le restrizioni dei contatti con l’esterno causa coronavirus non riguarda soltanto la vita dei detenuti, ma quella degli agenti di polizia penitenziaria, dell’area educativa, delle direzioni delle carceri e – conclude – degli operatori socio sanitari“.