Il Liberty del maestro Comencini nel saggio di Salvatore Costanzo
24 Gennaio 2025 - 16:29
Svolse la sua attività anche a Marcianise, dove domani, sabato 25 gennaio, alle 17,30, nel Palazzo della Cultura, ex Monte dei Pegni, si svolgerà l’evento di presentazione dell’opera
MARCIANISE – Domani pomeriggio, alle ore 17.30, presso il Palazzo della Cultura (ex Monte dei Pegni) alla via Duomo, l’architetto, urbanista e storico dell’arte Salvatore Costanzo presenterà a Marcianise, la sua città di origine e di formazione, l’ultima delle sue fatiche di saggista. Noto ed accreditato studioso dei maggiori autori degli edifici e palazzi storici ed iconici dei nostri territori e degli artisti che con le loro opere hanno impreziosito e caratterizzato i centri urbani campani più antichi e non solo, vanta una produzione scientifica che ha pochi uguali. I suoi testi si caratterizzano sempre per l’accuratezza delle indagini storico-architettoniche, il rigoroso metodo filologico e la ricchezza degli apparati iconografici.
Tra i massimi esperti di Luigi Vanvitelli, a cui ha dedicato numerose e fondamentali ricerche, sviluppate anche con riguardo a quella che può definirsi la scuola vanvitelliana, che riunisce quelli che furono gli allievi dell’architetto reale e che ne perpetuarono l’insegnamento in Italia, in Europa e nel mondo, questa volta si cimenta con la figura di Giovan Battista Comencini.
Comenicini, architetto prolifico di origini friulane, ha lavorato assiduamente e maggiormente nel capoluogo napoletano. Conosciuto dai più, difatti, come il progettista del Grand Hotel de Londres di piazza Municipio a Napoli (oggi, sede del Tar della Campania), operò anche a Marcianise in quanto progettista del Teatro cittadino Leopoldo Mugnone (1919-1921), che, caduto in abbandono, è oggi oggetto di un importante intervento di recupero architettonico-funzionale.
L’incontro culturale, patrocinato dal comune di Marcianise, vede un panel di esperti di tutto rilievo.
Con l’autore interverranno Adriano Gaito, Presidente Fondazione Circolo Artistico Politecnico di Napoli, Simona Carotenuto del Dipartimento di Studi Umanistici Università di Salerno, Maria Carmela Masi, Storico dell’arte, Giovanni Squeglia, Consigliere dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Caserta, Cesare Corsi, Direttore della Biblioteca del Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli, Marco Mazzella, Progettista e Direttore Lavori di restauro del Teatro Mugnone ed Angela Romano, Docente di Storia dell’arte locale liceo Quercia. I lavori saranno introdotti e coordinati da Giuseppe Diana, Critico e saggista.
LA LOCANDINA DELLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO
In vista dell’appuntamento, ai lettori che desiderino entrare nel tema del convegno riportiamo una nota preparatoria dell’opera dello stesso architetto Salvatore Costanzo.
Nuove acquisizioni sull’architetto Comencini: dalla “poetica floreale” a Napoli al progetto per il Teatro Mugnone di Marcianise di Salvatore Costanzo
Prima di approfondire il significato e la diffusione del linguaggio architettonico di Giovan Battista Comencini nel quadro delle nuove istanze proposte dalla poetica floreale a Napoli (quale si delineò nell’ultimo decennio del XIX secolo e nei primi del Novecento), occorre precisare che in quegli anni, nel campo dell’edilizia civile, si assisteva ancora al manifestarsi di tardive forme di eclettismo ottocentesco nelle costruzioni di palazzi per le banche, per gli alberghi, per i nuovi teatri dell’opera, spesso legate ad uno storicismo “di comodo” e privo di problemi. Un maggiore inserimento critico del Comencini nel contesto del nuovo gusto floreale locale che oggi tentiamo attraverso la conoscenza delle radici delle sue esperienze e passioni per il mondo classicheggiante, si pone come obiettivo di fornire opportuni strumenti per lo studio e la ricerca della sua produzione artistica. Il repertorio espressivo del professionista friulano, da considerare tra i maggiori esponenti dell’Art Nouveau nella capitale partenopea, contribuì coerentemente, nei limiti propri, al nuovo processo sociale ed economico cittadino, e alle esigenze di uno stile permeato da un nuovo indirizzo progettuale e da una nuova sensibilità figurativa. La sua personalità si manifestò a partire dal 1984 (anno in cui giunse a Napoli) per oltre tre decenni negli arredamenti, nei mobili e negli oggetti, come nelle più significative forme di architetture e progettazioni di Piani di assetto urbanistico (1).
Bisogna tener presente che la cultura e la pratica della corrente locale del liberty nel campo del rinnovamento urbano, vennero espresse oltre che dalle opere del Nostro, anche da quelle di una nutrita schiera di ingegneri e architetti del tempo quali De Simone, Baldizzi, Capo; ed ancora Arata, Licata, Avena (2), Platania. La diffusione del linguaggio floreale nel tessuto edilizio partenopeo, dove sopravvivevano stancamente taluni temi del logoro mondo classico neorinascimentale, avvenne sia grazie all’interesse diretto verso le nuove costruzioni degli stessi artefici, sia per la pubblicazione di qualificate riviste di architettura e arti decorative, come “L’Ingegneria Moderna”.
Sulle realizzazioni del nuovo stile di Giovan Battista Comencini in edifici legati alla tradizione tardo-ottocentesca, va certamente messo in luce che esse si diffusero in maniera ragionevole, cioè contenute entro giusti limiti, sempre sotto la bandiera della sincerità dell’espressione artistica e della necessità della libertà dell’architetto nella ricerca, senza distruggere i vincoli dogmatici della concezione classica, contribuendo notevolmente allo sviluppo del movimento moderno. Al registro compositivo liberty del primo decennio del Novecento appartiene l’impianto decorativo di casa De Vito Piscicelli Taeggi del 1901, che si caratterizza per i raffinati disegni e motivi di ispirazione floreale; nella stessa corrente floreale rientrano gli interventi di arredo per gli ambienti storici di casa Spada-Young e il Monumento alla duchessa Teresa Ravaschieri del 1906. In maniera più discreta, il maestro di Udine introdusse pure forme ed elementi dell’Art Nouveau nella villa Visocchi all’Arenella (3), nel palazzo Visocchi a Santa Lucia e nella villa Riario Sforza a Posillipo. Con l’ing. Guido Milone – suo collaboratore divenuto anche suo socio – l’architetto fu attivo nei lavori di ammodernamento per il Conservatorio musicale S. Pietro a Maiella. In questo torno di tempo, insieme al noto scrittore, giornalista e impresario teatrale Nicola Daspuro, il Comencini progettò una delle più vecchie ed eleganti strutture di trasporto della città: la Funiculare Centrale.
Assai importante, e non meno determinante nel repertorio compositivo del Comencini, è il Teatro Mugnone di Marcianise (1919-21), la cui ricerca linguistica propone una elaborazione che risulta essere un eloquente e rigoroso brano di un caposcuola. L’opera segna uno dei momenti cruciali dell’evoluzione dell’architettura sociale a Marcianise. Tuttavia, da un’analisi storico-critica dei singoli elementi presenti nel progetto originale dell’edificio, a giudicare dal grafico del prospetto firmato insieme all’ing. Milone, non troviamo una coerente e completa adesione alle figurazioni più esplicite espresse nelle sue precedenti realizzazioni napoletane, come ad esempio, gli interventi di gusto liberty per l’Albergo di Londres del 1889 e, in maggior misura, le scelte operate negli elementi di arredo per l’Albergo Santa Lucia. L’edificio teatrale di Marcianise trae la sua imponenza dalle tre ampie arcate della facciata separata da poderosi piloni. Nella parete principale dell’atrio – come bene si evince dall’originale impaginato della facciata impostata su due livelli – vi erano sistemate alcune finestre arcuate suddivise da lesene che continuavano lungo il solaio, dove venivano ospitati dei motivi decorativi a rilievo. Notevoli gli accostamenti stilistici di questo disegno con le facciate dei fabbricati napoletani progettati dal Comencini nel 1919 per il tratto iniziale della nuova Via Curva (lato sinistro sul suolo) che caratterizzano il piano di riordino urbanistico di “Chiaja Nova”. La matrice formativa dell’opera di Marcianise va ricercata – al di là di ogni motivo culturale o storico – nel bisogno di rinnovare gli stessi elementi dell’antico linguaggio compositivo (proporzioni, simmetrie, partiti, modanature, ecc.) ormai inappropriato all’impiego dei nuovi e moderni materiali da costruzione. Sta di fatto che nel concepire il Mugnone, l’architetto udinese riformulò un indirizzo figurativo legato ad una nuova classicità, capace di rappresentare solidamente il principio di autorità su cui si basava il quieto vivere sociale di quegli anni. Dalla rivisitazione critica dei modelli eclettici del passato, oggi emerge la necessità di esaminare più nel dettaglio come il Comencini sapesse innestarsi sul filone costruttivo locale, fornendo un particolare contributo all’elaborazione di uno schema compositivo decisamente “neorinascimentale di rappresentanza”, secondo la richiesta della committenza.
Per quanto riguarda infine il disegno del nucleo principale del teatro Mugnone, va messo in luce che risulta impostato su un ottagono irregolare; scelta, quest’ultima, che ci rimanda – in qualche modo – alla pianta di una precedente realizzazione napoletana dell’architetto: il Chiosco Miccio, elevato su una forma geometrica con otto lati al centro di piazza San Ferdinando (oggi Piazza Trieste e Trento) e ultimato nel 1907. Sul progetto dell’impianto complessivo di Marcianise c’è da dire che rivela la solennità e il gusto scenografico con cui fu concepita l’opera, stabilendo una compiuta risposta tra l’ambiente interno ritmato dei palchi (coperti insieme alla galleria da una controsoffittatura a volta), e la serrata concentrazione dello spazio della platea. La sua architettura si caratterizza per chiarezza e meticolosità planimetrica, per la qualità e l’innovazione della scenotecnica, alla quale va aggiunto uno studio accurato dell’acustica.
Salvatore Costanzo
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(1)Sulle esperienze professionali del Comencini nel contesto delle nuove sistemazioni di quartieri cittadini, si rimanda a L’attività napoletana dell’arch. Giovan Battista Comencini, autore di importanti opere a Marcianise, di S. Costanzo, 17 feb. 2021.
(2) Per un aggiornato profilo sulla produzione dell’architetto Gino Avena, cfr. S. Costanzo, L’architettura moderna nel Meridione d’Italia (1930-2019). Edizione Giannini, Napoli 2019, pp. 32-33; 114-115.
(3) Il nucleo originario di questa villa risale al Settecento; l’edificio era detto anche “il Giannoneo” perché identificato da alcuni studiosi con la casa di campagna dello storico e filosofo Pietro Giannone.