Due agenzie di pratiche auto incastrate: usavano marche da bollo contraffatte per i passaggi di proprietà. Automobilisti, fate attenzione

30 Luglio 2023 - 16:00

La notizia è emersa nei giorni scorsi e sono state rese note anche le quantità dei valori. I due titolari accusati di truffa

CASERTA – Ormai la nostra provincia, a volte unitamente a quella contigua di Napoli a volte anche da sola, si è conquistata un altro primato all’incontrario, un’altra palma nera della vergogna. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fornisce un’informazione di una vera e propria centrale delle marche da bollo false, divenuta quasi impresa in grado di interagire con mercati anche lontani dal perimetro territoriale di Caserta e delle sue diverse aree territoriali. Dichiarando, infatti, inammissibile il ricorso presentati dagli avvocati di due titolari di altrettante agenzie di pratiche auto, ubicate la prima a Molfetta e la seconda ad Andria, abbiamo scoperto, nella lettura del dispositivo pubblicato dai giudici della Corte Suprema che tutto il carico delle marche da bollo false 804 per l’agenzia di Molfetta e 103 per quella di Andrea erano provenienti dalla provincia di Caserta e da quella di Napoli. Siccome la magistratura, a suo tempo, si è mossa per smascherare questa truffa mentre questa era già in piena attività si può ritenere che dalla provincia di Caserta siano partite migliaia e migliaia di marche da bollo contraffatte pagate probabilmente un terzo del costro di una marca da bollo autentica da chi le utilizzava e he conseguentemente hanno fatto risparmiare tantissimi soldi ai due titolari delle agenzie di Vincenzo

Modugno e Gaetano Ieva.

Quando noi affermiamo che Caserta e la sua provincia, ci riferiamo soprattutto all’agro aversano costituiscono la più importante centrale della contraffazione a livello nazionale, poggiamo il concetto su fatti già accaduti a partire dalla famosa vicenda delle decine e decine di avvocati rinviate a giudizio dalla Procura della Repubblica di Aversa-Napoli Nord accusati di truffa e concorso avendo sistematicamente utilizzato marche da bollo false su documenti giudiziari. Al processo ne sono arrivati una trentina, ma in prima battuta gli indagati, a cui fu notificato un avviso di conclusione delle indagini furono più di 100. Quest’ultima indagine ne determinò un’altra che portò all’arresto di diverse persone tra cui anche un’avvocatessa di Casal di Principe e suo marito. Evidentemente quell’operazione, che scoprì anche un immobile cui erano nascosti strumenti per la contraffazione, non è stata sufficiente a meno che le marche non provenissero proprio da quella originaria manifattura dato che, leggendo sempre il dispositivo della sentenza della Cassazione, si capisce che questa vicenda giudiziaria riguarda fatti risalenti all’anno 2015 e ad una parte dell’anno 2016.