E FINALMENTE!!! Il sindaco Gino Pellegrino dice la verità. I finanziamenti regionali e nazionali arrivano al comune (e ai comuni) non per merito di Zannini, ma in automatico. Lo strappo e il duello con Falco

1 Novembre 2025 - 13:51

Fino ad ora, il malessere e i malumori del primo cittadino di Parete si erano solo intravisti attraverso l’applicazione del metodo del lancio del sassolino e del nascondere la mano. La designazione di Zannini di Anacleto Colombiano quale presidente della Provincia ha acuito il rapporto tra il sindaco e il consigliere regionale. Il post di ieri mattina e la reazione dei Falco, tramite Luigia Martino

PARETE (g.g.) – Finalmente Gino Pellegrino ha cambiato strategia. Noi di CasertaCe abbiamo avuto sempre una buona idea reputazionale di lui come imprenditore. Ad esempio, dell’idea di Foof, un parco e un museo completamente dedicati ai cani, ne abbiamo sempre scritto bene. E per un motivo. Al tempo, Pellegrino non si occupava di lavori pubblici o investimenti immobiliari, divenuti, questi ultimi, oggetto della sua attività negli ultimi anni.

Quella del parco-museo del cane è stata un’idea innovativa, ad alto efficiente di rischio e quindi interpretava – leggi bene, Pellegrino, perché al tempo ti abbiamo appoggiato – tutte le nostre idee di un imprenditoria creativa che si mette in gioco. Foof ha avuto un ottimo successo. Sono arrivate tv nazionali, a partire dalla Rai, per dedicarne servizi e l’hanno fatto incrociando anche la nostra approvazione.

L’idea è interessante perché è originale e non appartiene a quella pappa indistinta densa di ombre e colma di bustarelle più o meno corpose elargite da centinaia e centinaia di imprese che in provincia di Caserta, e nell’agro Aversano in particolare, esistono solo in quanto esistono gli appalti pubblici e in generale i pubblici affidamenti.

Successivamente, i rapporti con Pellegrino si sono increspati. Uno che ragiona in termini imprenditoriali alla sua maniera, secondo noi, non poteva stare con Giovanni

Zannini, o meglio, con il modo arcaico, ma luciferino, con cui Zannini ha interpretato e in pratica distrutto la politica in provincia di Caserta negli ultimi 7/8 anni.

Noi notavamo la sofferenza di Gino Pellegrino in certi messaggi che lui ci spediva quando il suo nome era in ballo per la presidenza dell’Ente d’Ambito dei Rifiuti, oppure quando la sua amministrazione comunale ci sembrava favorisse l’esito già scritto in partenza di certi appalti. Però, la tecnica era sempre la stessa: butti il sasso e ritiri la mano.

Quando Pellegrino si è accorto che la nostra trasparenza, speculare a quella dell’acqua di fonte, ci portava a scrivere, a raccontare il corso ondivago e sofferente dei suoi pensieri, abbiamo avuto la sensazione che abbia utilizzato altre persone per farci arrivare delle informazioni, in modo da evitare un suo indiretto coinvolgimento nell’elargizione delle stesse.

Insomma, un procedimento complicato, tortuoso. Lui ha sempre tenuto in piedi il rapporto con la vera e propria famiglia forte della sua amministrazione e della sua maggioranza, quella del vicesindaco e consigliere comunale, Michele Falco, e soprattutto con il papà, Michele Falco, il vero e proprio dominus dei lavori pubblici a Parete, ma soprattutto del SUE, ossia della ripartizione-Urbanistica che accoglie, respinge, oppure mette semplicemente in stand-by le richieste di permesso di costruire o di concessione edilizia che dir si voglia. Atti che poi, in un comune di Parete, rappresentano il più importante centro di potere.

Pellegrino l’ha tenuto in piedi perché, se non l’avesse fatto, l’amministrazione comunale sarebbe caduta. Non è un mistero che lui, venendo poi a rapporto con Giovanni Zannini, uno che ha sempre avuto, essendo uno specialista delle quattro uove dentro al piatto, nei Falco i principali interlocutori, riteneva di avere più numeri e più diritti rispetto ad Anacleto Colombiano per candidarsi a presidente della Provincia. Una valutazione tutto sommato ingenua questa di Pellegrino che non teneva conto dello specialissimo, ma proprio specialissimo rapporto, anche di tipo personale, tra il consigliere regionale di Mondragone e il sindaco di San Marcellino.

PELLEGRINO DA’ FINALMENTE SEGNI DI VITA

Finalmente, ieri, venerdì, alle 9.04 del mattino, Gino Pellegrino ha realizzato un’operazione, applicando un metodo che a CasertaCe piace a prescindere da chi lo adotta: il metodo del pane al pane, vino al vino. All’indomani della manifestazione elettorale organizzata a Parete dai Falco la sera prima in favore di Zannini, Gino Pellegrino ha smesso di offendere la sua intelligenza, ha smesso di non valutare ciò che risulta chiaro a tutti coloro che analizzano i motivi di fondo della potenza elettorale senza precedenti del mondragonese.

Invitandovi a leggere il testo integrale del post di Pellegrino, ci soffermiamo su un concetto fondamentale, valido non solo per la città di Parete. Della serie: smettiamola di coglionare i cittadini con la storia del grande artefice, del deus ex machina, dello Zannini che convoglia verso Parete e tanti altri comuni della Provincia copiosissimi finanziamenti che servono allo sviluppo del territorio.

E allora scriviamola questa frase cruciale che per la prima volta un sindaco di questa provincia ha il coraggio di mettere nero su bianco: “In questi giorni di campagna elettorale, a livello locale, ci tocca ascoltare cose inverosimili. A volte c’è una narrazione completamente distorta dei fatti e, per amore di verità e per rispetto a quanti hanno lavorato con impegno e dedizione, vi devo informare che, contrariamente a quanto raccontato da alcuni, solo una minima parte delle opere che vedete in corso di realizzazione è stata finanziata con risorse regionali, ma sempre attraverso bandi pubblici. […] Tutte le altre opere sono state finanziate con risorse europee e nazionali, sempre attraverso bandi pubblici. […] Sentivo il dovere morale di informarvi perché il popolo di Parete non è in debito con nessuno e, sinceramente, così si svilisce lo straordinario lavoro di una formidabile squadra amministrativa. Trovo poco etico provare a raccogliere consensi con una narrazione completamente distorta.

E buon Dio! Finalmente. Facendo leva sulla superficialità della gente, spesso, purtroppo, sull’ignoranza anche dei sindaci, degli assessori e dei consiglieri, Giovanni Zannini, solcando gli uffici della regione un giorno sì e l’altro pure, si è ascritto i meriti di finanziamenti che sarebbero arrivati lo stesso ai comuni che ne hanno fatto richiesta. Non solo. In questa ridicola campagna elettorale, i sindaci lecchini non dicono alla gente che la maggior parte dei cantieri aperti sono frutti di finanziamenti ai sensi del PNRR, spediti all’Italia – che comunque ne contribuisce in quota parte – dall’Unione Europea e in larga parte gestita dai ministeri da anni, anche prima del governo Meloni.

Perché questo piano di investimenti fu deciso durante la pandemia del covid per rilanciare l’economia che da quel disastro era uscita con le ossa rottissime.

LA RISPOSTA ETERODIRETTA DEI FALCO

Luigia Martino, avvocata e candidata non eletta alle ultime elezioni comunali in lista Pellegrino, oggi in Forza Italia, dopo essere passata con PD e Italia Viva, ha attaccato il sindaco, preannunciando spaccature nella maggioranza in vista delle elezioni comunali 2026. Una sorta di “minaccia politica” che potete leggere nel post integrale che trovate a fine articolo, vicino al post di Pellegrino.

Ma ancor più interessante del post è senz’altro una reazione allo stesso. Ovvero, la ricondivisione dello stesso da parte di Salvatore Falco, il dominus delle concessioni edilizie, papà del vicesindaco, superassessore e consigliere provinciale, il vero amico stretto di Zannini, Michele Falco.

Sullo sfondo la battaglia delle preferenze alle elezioni regionali. Pare che Gino Pallegrino voglia liberarsi una volta e per tutte della schiavitù zanniniana. Magari perderà il posto all’Ato Rifiuti, ma chi se ne frega. E allora potrebbe supportare il candidato locale, Pietro Smarrazzo, che corre nella lista dei riformisti, creata a Napoli dal sindaco Gaetano Manfredi e da Armandone Cesaro, figlio di Giggin ‘a purpett.

Se vincesse Roberto Fico, il candidato Smarrazzo diventerebbe consigliere regionale di maggioranza, con Zannini che andrebbe in minoranza. E allora il terzo mandato che, per legge, nei comuni sotto i 15 mila abitanti è possibile, sarebbe alla portata di Gino Pellegrino.