ESCLUSIVA CASERTACE. Tutte le trame scoperte da Dda e carabinieri di Nicola Ferraro e di esponenti del clan Nuvoletta negli appalti dei rifiuti e della sanificazione. Tutti i dettagli degli avvisi di garanzia a Luigi Bosco e al sindaco Giuseppe Guida
4 Ottobre 2023 - 22:22
Ad un incontro del gennaio scorso all’Holiday Inn di Napoli a pochi passi dal grattacielo del consigliere regionale era presente, oltre all’emissario di Nicola Ferraro anche l’ex super assessore regionale alla sanità Angelo Montemarano, insieme a Bosco. Ecco perchè in un futuro prossimo il Comune di Arienzo potrebbe anche rischiare lo scioglimento per infiltrazione camorristica.
CASERTA – (Gianluigi Guarino) A volte accadono dei fatti inspiegabili e che non hanno a che fare con una logica raziocinante, ma investono probabilmente i meandri più profondi del carattere di alcune persone, del loro modo di atteggiarsi rispetto alla vita. Una premessa che non può non aprire la trattazione su fatti che “riavvolgono proiettandola indietro nel tempo, la pellicola della storia” sorprendendoci non poco. Era difficile, infatti, ritenere che Nicola Ferraro, notissimo imprenditore del settore dei rifiuti, già consigliere regionale dell’UDEUR di Clemente Mastella e al tempo anche di Sandro De Franciscis, potesse tornare alla ribalta come presunto, possibile fulcro di un meccanismo criminale, imperniato su un sistema di appalti truccati e orientati, probabilmente oliati con le proverbiali mazzette della corruzione. Il tutto in un contesto più generale in cui la camorra del
Era difficile prevederlo perchè Nicola Ferraro ha solcato lunghe, complicatissime vicissitudini giudiziarie che dal 2009 in poi sembravano aver distrutto le sue ambizioni imprenditoriali, oltre al suo status di personaggio in grado, sia dall’interno, che dall’esterno, di condizionare i processi politici di questa provincia e non solo.
Il decreto di perquisizione
E invece no. Le 19 pagine del decreto con cui la Dda attiva ed esegue, a partire dalla prima mattinata odierna, decine decine di perquisizioni domiciliari, dei luoghi di lavoro, delle auto, di un numero molto cospicuo di indagati racconta un’ altra storia. Racconta di un Nicola Ferraro pimpante, pimpantissimo nella sua attività storica, legata al ciclo dei rifiuti e ai grandi appalti delle pulizie dei locali di enti pubblici molto importanti.
Riteniamo che sia utile ai nostri lettori leggere per intero il decreto di perquisizione, annunciandovi, nel contempo, che oggi, ma soprattutto nei prossimi giorni andremo a ricostruire queste trame mettendoci qualcosa di nostro, relativamente alla conoscenza storica di taluni dei personaggi coinvolti.
In questa prima “uscita” della nostra trattazione ci limitiamo a definire un perimetro più stretto rispetto a quello disegnato nella realizzazione di questa indagine, che la Dda ha compiuto coordinando il lavoro dei carabinieri del Comando Provinciale di Caserta. Ci concentriamo infatti sul coinvolgimento dei politici visto che si tratta di personaggi tutt’altro che irrilevanti. I reati contestati, al momento, sono quelli di associazione a delinquere di stampo mafioso o, in alternativa, di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso ai sensi dell’ articolo 416 bis, a cui va aggiunto quello di turbata libertà degli incanti o turbativa d’asta che dir si voglia ai sensi dell’articolo 353 del codice penale, il tutto, come sempre capita quando ci sono più persone coinvolte, accompagnato dalla contestazione dei reati compiuti in concorso, ai sensi dell’articolo 110, sempre del codice penale.
L’ “aspirante” Luigi Bosco citato quattro volte dalla Dda
Il primo politico che citiamo è Luigi Bosco, definito, nel decreto di perquisizione, “ex consigliere regionale e aspirante candidato alle prossime elezioni europee”. Leggendo questa definizione, il sopracciglio del garantista si alzerebbe immediatamente. Questo però accadrebbe solamente a colui il quale non sa che Luigi Bosco si sente effettivamente, neppure aspirante, ma già sicuro di questa candidatura non solo nella propria testa, ma anche come fatto assolutamente certo al punto che i suoi mega manifesti campeggiano in provincia di Caserta e in provincia di Napoli come quelli di una persona che comunica degli slogan riguardanti le politiche europee, cosi come dimostriamo dalla foto che pubblichiamo in evidenza. Un particolare, per altro, lo ribadiamo, molto vistoso che non sarà sfuggito ai magistrati e soprattutto ai carabinieri che stanno conducendo questa indagine. Una scelta quella di Bosco che rende assolutamente continente e in linea con un elemento di certezza che il politico di Casapulla nutre, l’etichetta a lui attribuita, di aspirante “candidato alle prossime elezioni europee.”
Partiamo dalla contestazione specifica che da corpo all’ipotesi di reato. E’ emerso che (Bosco n.d.d.) – così è scritto alla pagina 5 del decreto di perquisizione che lo ha riguardato, parimenti agli altri indagati – come frequente interlocutore di Luigi e Giuseppe Rea, entrambi imprenditori nel settore della sanificazione sanitaria molto legati a Ferraro. “Luigi Bosco (n.d.d.) è stato ritratto mentre incontra Domenico Romano e lo stesso Luigi Rea, il quale subito dopo tale incontro si reca da Nicola Ferraro”.
E’ chiaro che questi episodi evidenziati nel decreto di perquisizione, rappresentano il minimo indispensabile per motivarlo. Ma è molto probabile che gli inquirenti abbiano in mano, all’interno dell’informativa dei carabinieri, anche altri elementi che, secondo loro, possono rendere ancor più sospetta la posizione di Bosco.
Un’altra citazione relativa a Luigi Bosco è contenuta a pagina 6 : “(…) Antonio Innocente è amministratore unico della PAM srl. Le indagini hanno fatto emergere che sul conto corrente della PAM srl sono stati accreditati dei bonifici, per un totale di 55.000 euro, da parte di una delle società riconducibile ai fratelli Rea, come detto risultati molto legati al Ferraro ed interlocutori diretti di Bosco Luigi.”
Di Luigi Bosco si parla anche a pagina 3 nel passaggio in cui viene definito il ruolo, considerato fondamentale, da vero e proprio alter ego, di Nicola Ferraro svolto da Domenico Romano.
L’osservazione, i pedinamenti realizzati dai carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, hanno permesso al pubblico Ministero Maurizio Giordano di ricostruire diversi momenti di attività di quello, parliamo del già citato Domenico Romano, che si è comportato come un vero e proprio moto perpetuo: “il giorno 09.12.2022 presso l’esercizio “Vega Food” (quello di proprietà della nota famiglia Canciello n.d.d.) di Carinaro, a cui partecipavano insieme a Nicola e Luigi Ferraro. Nel corso dell’incontro, si assisteva ad un passaggio di denaro dalle mani di Domenico Romano a favore di Luigi Ferraro; il pomeriggio del 30 maggio scorso, quello del 2023, si accertava che Vincenzo Agizza e il nipote Domenico Romano incontravano, presso il “Bar Gandhi al 26” di Pomigliano d’Arco (NA), Massimo Sibilio, funzionario della SO.RE.SA., sovente incaricato dalla predetta società quale R.U.P. in procedimenti di gara.” E qui, prima di proseguire nella direzione dell’incontro a cui ha partecipato anche Luigi Bosco bisogna dare volto e declinazione ad altri personaggi citati. Vincenzo Agizza, zio di Domenico Romano, non è uno qualsiasi. Nell’aprile del 2000 nell’ambito di un indagine condotta dal Gico della guardia di finanza il nome di Agizza salta fuori come ricettore di alcuni assegni, consegnatigli da Ciro Giordano, poi deceduto, e definito “il banchiere della camorra” e anche Ciruzzo a Varchetella. Un giro di assegni che riaffiora insieme al nome di Agizza tra nini fa, in pieno lockdown da Covid nell’ aprile del 2020 quando nell’indagine della Dda, avendo appurato un passaggio di titoli a favore di esponenti di spicco del clan Nuvoletta di Marano, tracciò e fece emergere l’ identità di Vincenzo Agizza, impegnato in questo giro insieme ad Angelo e Lorenzo Nuvoletta, Pupetta Maresca, Pasquale Zaza, e Antonio Agizza, come si può ben comprendere nomi che appartengono alla primissima schiera della storia criminale della camorra nelle provincie di Napoli e di Caserta, che hanno spinto la Dda a citare il clan nuvoletta anche in questo decreto di perquisizione proprio per la presenza di Domenico Romano e per quella di suo zio Vincenzo Agizza. Sempre nel decreto – e ci avviciniamo alla nuova citazione relativa a Luigi Bosco – sono elencati una serie di episodi collegati sempre a questo iper ruolo di Domenico Romano: ” – il 2 aprile 2022 ancora una volta presso il Vega Food di Carinaro, il Romano incontra Luigi Ferraro “da cui riceveva un “pizzino'”. Il 13 agosto sempre dello stesso anno Romano “prima ad Acerra, frazione Gaudello, e poi presso il distributore Q8 di Airola, incontrava l’imprenditore Aniello Ilario della CZETA S.p.a., impegnato nel settore dei rifiuti e subito dopo si recava a casa di Nicola Ferraro”. Occhio a questo Aniello Ilario perchè sarà l’elemento che riporta gli inquirenti a coinvolgere in questa indagine anche l’attuale sindaco di Arienzo Giuseppe Guida, da qualche tempo coordinatore provinciale di Forza Italia, per esclusivo volere del presidente della provincia Giorgio Maiocca ri- cooptato nel partito dal coordinatore regionale Fulvio Martusciello.
Ma non perdiamo il filo e andiamo alla data del 27 ottobre 2022 quando Domenico Romano, un vero e proprio globetrotter in nome e per conto di Nicola Ferraro incontrava nel “Mattaré café bistrò” di Brusciano accompagnato da Crescenzo Castiello, personaggio di cui parleremo in un altro articolo, Umberto Frattini, ritenuto dalla Dda “un appartenente al clan camorristico napoletano dei Mariano”.
Il 24 novembre c’è l’incontro tra Domenico Romano accompagnato in quell’occasione direttamente da Nicola Ferraro in persona, da Paolo Onofrio ed all’imprenditore romano Roberto Fiocco, nell’occasione accompagnato dalla figlia Barbara (in verità, nel decreto viene scritto imprenditore romano, ma noi i Fiocco li abbiamo incrociati in altre ordinanze come vittime di estorsioni e come imprenditori saldamente incardinati nell’area della agro caleno sin dai tempi della centrale termoelettrica di Sparanise n.d.d) dall’imprenditore Fiorentino Di Napoli. Il tutto svoltosi nella trattoria da “Alfredo” a Napoli. Il 9 dicembre altro incontro con Domenico Romano protagonista. In questa circostanza, per la terza volta al solito “Vega Food” di Carinaro, il locale dei Canciello, partecipava ad un appuntamento con Nicola e Luigi Ferraro accompagnati dal citato Vincenzo Agizza considerato un esponente del clan Nuvoletta. Durante questo incontro, Domenico Romano consegnò una mazzetta di banconote a Luigi Ferraro.
E veniamo al fatto riguardante Luigi Bosco. La data è quella del 13 gennaio 2023 ed è sempre Domenico Romano al centro dell’appuntamento, svoltosi all’interno dell’hotel Holiday Inn di Napoli, dunque ad un passo dal palazzo del Consiglio Regionale. Oltre a Luigi Bosco e a Domenico Romano, vi partecipò Paolo Onofrio e l’imprenditore Giuseppe Rea che sin dalle prime righe di questo decreto, viene considerato, come già scritto, un diretto interlocutore dell’ex consigliere regionale ed ex sindaco di Casapulla ed ex assessore al Comune di Caserta. Ma c’è anche un altro nome importante seduto attorno a quel tavolo il 13 gennaio scorso: si tratta di Angelo Montemarano che nel decreto di perquisizione, viene definito “esponente politico, in passato con vari incarichi dirigenziali nella sanità campana, già Dirigente dell’ ASL di Napoli 1 e direttore ARSAN“. Nella presentazione di Montemarano manca la carica più importante visto che il noto medico napoletano è stato per diversi anni l’onnipotente assessore regionale alla sanità di Antonio Bassolino e il primo contrappeso dell’allora Margherita, che aveva in Ciriaco De Mita, il suo leader, rispetto al potere dei Ds, imperniato sulla figura dell’allora governatore.
L’avviso di garanzia con perquisizione al sindaco Giuseppe Guida
Molto più breve e succinta è, almeno per il momento, la vicenda giudiziaria riguardante il sindaco di Arienzo Giuseppe Guida, anche lui sottoposto stamattina a perquisizione domiciliare del proprio ufficio e dell’auto. E’ sempre Domenico Romano a svolgere il ruolo centrale sempre rappresentando direttamente Nicola Ferraro. Nella circostanza nei confronti dell’imprenditore Aniello Ilario titolare della CZeta spa, della raccolta rifiuti nel Comune di Arienzo di cui Giuseppe Guida è sindaco, e del quale è dipendente Gelsomina Crisci, da anni moglie di Nicola Ferraro. “Il sindaco Giuseppe Guida – così è scritto nel decreto di perquisizione – ha avuto contatti con Nicola Ferraro. I Carabinieri hanno accertato che il giorno 05 marzo 2023 Giuseppe Guida si è recato presso l’abitazione di Nicola Ferraro (la storica villa che si trova proprio nel Comune della Valle di Suessola n.d.d.). Tale dato – così continua il decreto di perquisizione – va messo in relazione all’aggiudicazione dell’appalto della raccolta rifiuti da parte della CZETA s.p.a di Ilario Aniello il quale, come spiegato, mantiene contatti con Nicola Ferraro per il tramite di Domenico Romano, sicché si deve ipotizzare un’efficace infiltrazione del Ferraro presso l’ente comunale, per il tramite del Sindaco.”
Proseguendo nella contestazione, viene fatto anche il nome di Carlo Ilario, con ogni probabilità un congiunto di Aniello Ilario. Del suo ruolo non viene scritto nulla a dimostrazione che, come già abbiamo detto prima, gli inquirenti hanno scritto lo strettissimo e indispensabile, avendo in mano molti altri elementi.
Una commissione di accesso al Comune di Arienzo?
Non è neppure improbabile che, se questa indagine dovesse proseguire e alimentarsi con l’utilizzo dei citati elementi sicuramente secretati e di altri, emersi dalle perquisizioni odierne, la Prefettura andrebbe, a quel punto, a nominare una commissione d’accesso per verificare che queste infiltrazioni malavitose di cui al momento la Dda si mostra sicura, abbiano influito sull’attività amministrativa al punto di proporre al governo uno scioglimento del consiglio comunale
Domani, giovedì, cercheremo di darvi altre informazioni sulle biografie di altre persone indagate e su cui, per ragioni di spazio, non abbiamo potuto soffermarci nel pur corposo articolo odierno.